Tempio Pausania, 18 settembre 2014-
Non fosse per mio figlio che lo ha riconosciuto in un’immagine prima della sua esibizione, lo avrei perso, non lo avrei visto né ascoltato. Di chi parlo? Parlo di un ragazzo di Tempio, Mario Garrucciu che si è esibito in uno dei talent più fortunati della televisione italiana degli ultimi anni, X Factor. Attendo con impazienza che esca, è l’ultimo della serie delle selezioni di una puntata, la prima dell’anno, che darà accesso, qualora vada bene, alla seconda fase e poi speriamo anche a quella finale.
Che bravo! Mario parla con emozione, sente addosso una grande responsabilità, è il suo momento. Racconta del suo lavoro di manutentore di pale eoliche, della sua attuale disoccupazione e lo fa con gli occhi che sembrano piangere da un momento all’altro. E’ visibilmente e legittimamente emozionato.
Alla fine, i giudici lo ascoltano e sembrano emozionati come lui, sembra quasi che quelle parole di speranza di un trepido giovane siano strali nel loro cuore. Mario è così,vive la musica come si deve, con partecipazione e sensibilità. “All’orizzonte”, la sua canzone, scritta da lui, col cuore con parole semplici che colpiscono al cuore, accompagnato da una voce calda e frizzante, specie quando socchiude gli occhi nello sforzo della nota alta che rende visibile ai telespettatori il sudore e la fatica di un breve momento che per tanti vale una vita, una carriera in embrione che si auspica lui e tutti noi che lo abbiamo visto. Nelle quinte la madre e un amico seguono la prova più emozionati di lui. I giudici sembrano rapiti da quella valanga di coinvolgimento che è Mario e la sua canzone.
E noi, senza aspettare il giudizio della giuria, sapevamo che sarebbero stati quattro si, quattro conferme, Caspita, non potevamo esserci sbagliati!
Mario passa il turno sotto un tripudio della platea in sala che si alza in piedi ad applaudire quell’emozione generale palpabile. Lui risponde con gli occhi e coi suoi infiniti grazie. La sua riconoscenza a quella standing ovation per lui sono umiltà e semplicità. Essere se stessi, come è stato Mario stasera, questo ha pagato. Niente fronzoli, nessun atteggiamento. Solo una chitarra e la sua voce.
Siamo orgogliosi di te Mario. Non ti nascondo che a casa eravamo trepidanti quanto e più di te. Tu sai interpretare la musica, tu sai cantare e tu devi andare avanti, per te stesso e per tutte le persone che stasera hanno anche pianto di gioia per la tua interpretazione di petto, di cuore, d’istinto e di giusta “rabbia”.
Tempio ha un motivo in più per ricredersi che non tutto è perduto. Questa città ha tanto da dare, ha potenzialità come quelle di Mario e di tanti altri musicisti eccellenti, ha cuore e sa esprimerlo su un palco, anche in quello più grande della vita. Conosco tanti musicisti, tantissimi cantanti, molti artisti, tutte persone speciali, gente che prima di saper cantare prova ad interpretare la “musica della vita”, al di fuori dal palcoscenico, proprio come Mario. Complimenti a lui e alla sua capacità di avermi fatto emozionare e piangere lacrime inaspettate ma assolutamente inevitabili.