Tempio Pausania, presentato il libro di Massimo Dadea alla libreria Max ’88. La maledizione libertaria, essere distanti dalle linee dogmatiche di un partito.

Tempio Pausania, 27 giugno 2014-

Massimo Dadea, medico cardiologo al Brotzu di Cagliari, ex politico e scrittore, scrive un libro secondo cui la libertà di pensiero nella appartenenza ad un partito non deve mai essere essere offesa e va salvaguardata per un’altra identità, molto più importante, quella della possibilità di essere liberi. Non è stato facile, nella sua lunga militanza politica nel PCI, notoriamente partito rigoroso e dogmatico nelle sue posizioni, far prevalere la propria libertà di pensiero. Lo ha spiegato stasera ad una folla attenta e quanto mai aperta alla discussione su questo tema. La sua maledizione libertaria in realtà è stata una benedizione libertaria perché nulla vale di più di ciò che noi liberamente decidiamo di scegliere e di fare, quando la facciamo con passione. E quella di Dadea è stata passione pura per la politica.
Figlio di operai comunisti, unico dei 5 fratelli a non essere nato a Tempio (Nasce a Nuoro nel ’50), ma con padre, madre, nonni di Tempio, da subito assorbe questa concezione fondamentale della libertà di pensiero. Una storia a due facce quella del libro, da un lato la parte storica delle origini del suo comunismo, sin dai lontanissimi tempi dei suoi avi e, dall’altro, l’analisi politica della sua esperienza di militante.
La sua ultima esperienza politica ultima, da assessore, quella della Giunta Soru, da Dadea considerato innovatore del sistema dei partiti ma troppo precipitoso per non essere riuscito a far decantare proposte, come quella dei vincoli paesistici, e fare in modo che la gente non le avesse vissute come costrizioni.
Un libro che nasce da un momento difficile della sua vita che l’autore ha visto quasi come un segno che era necessario raccontare e raccontarsi. Farlo a penna sciolta, la cosa migliore. Nasce così un testo che si legge piacevolmente e che, pur non cercandolo, ha anche un utile insegnamento finale.
Nulla vale quanto essere sempre consci di fare, dire, decidere sempre seguendo le nostre idee e la nostra passione. Lottare per esse e mai rinunciare a farlo. Costi quel che costi.
“avrei avuto un tempo politico molto più importante, più longevo di quel che ho avuto. pero sono contento di essere come sono perché non ho mai fatto cose che non volevo”. Un politico onesto, come lo ha definito Giovanni Orecchioni, suo cugino (nella foto) che ha presentato il libro sia nella tarda serata che nel primo pomeriggio alle Carceri di Nuchis.

Related Articles