Tempio Pausania, 18 luglio 2014-
Vi sarà capitato di sentire all’improvviso, nel corso della giornata, degli strani boati sordi che ricordano gli scoppi delle mine delle cave quando l’attività d’estrazione era florida e rappresentava una delle peculiarità della nostra economia. In Sardegna sono attive ad oggi circa 177 cave.
I piani paesistici ne hanno ridotto la portata e quindi è abbastanza insolito associare questi “strani rumori” all’estrazione del prezioso granito.
Allora di cosa si tratta?
In qualche modo c’entra la ricerca petrolifera la quale sta gravemente danneggiando l’ecosistema marino.
I cannoni ad aria compressa utilizzati per individuare le riserve sotterranee di petrolio hanno avuto un effetto devastante sulle comunità di delfini, balene e tartarughe. Le derivanti esplosioni, dall’intensità sonora pari a quella dei terremoti, stanno anche danneggiando le realtà locali che lavorano nel settore della pesca. Questo attacco irresponsabile alle nostre coste potrebbe durare dieci settimane e coprire un area di 21 mila chilometri, arrecando danni irreversibili alla fauna marina sarda. In città, essendo esplosioni che avvengono a distanza di molti chilometri in mare, si sentono proprio come boati sordi di ritorno. Immaginiamo che lungo le nostre coste il fragore udito sia ben altro.
Socialbombing.org, è un’organizzazione che si è prefissa il compito di fermare l’attività dei cannoni ad aria compressa. Cliccando su questo LINK si può aderire alla campagna per bloccare questa attività.
Tra le altre iniziative dell’ultim’ora, anche l’ex scudiero del cavaliere, Mauro Pili, sta cavalcando questa campagna. A prescindere da lui e dalla sua conversione repentina alle tematiche indipendentiste, credo sia opportuno saperne di più e accertarsi se si tratta dell’ennesima speculazione alle spalle dei sardi.
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