Tempio Pausania, “Quei costi sono insostenibili, inoltre non si può avere un abbonamento”, scrive uno studente universitario a proposito del caro trasporti.

Tempio Pausania, 25 set. 2016-

Lo diciamo su questo blog e lo ripeteremo sempre. Le ragioni di quella che viene chiamata crisi sono chiare ma su questa linea purtroppo non sono in tanti schierati. Molti preferiscono erigersi a saccenti e conoscenti di questa materia e dicono quale sia la soluzione (quasi sempre la plitica), mentre altri pensano che ciò che proviene da i non addetti ai lavori (in questo caso gli economisti di professione) non è attendibile. In tal senso obiettano e contestano, sviliscono il pensiero altrui, prendono per matti i fautori di queste tesi, e lo fanno avendo a malapena i consensi effimeri di un social. Il sottoscritto, non avendo alcuna base di economia, si è almeno preso la briga di leggere e provare a capire la materia. In realtà, carpirne le linee essenziali non è difficile mentre per tanti appare tutto scontato. Leggo ogni tanto di qualcuno che ha invece ben chiara la faccenda e propone come soluzione che si smetta di credere alle fanfaluche di eminenti economisti premi Nobel e giuristi che ci studiano da sempre e che nessuno, ripeto nessuno, che abbia un pochetto di umiltà e buon senso si metterebbe mai a sbeffeggiare. In questa società, dicono, conti più il modo di proporsi della sostanza del discorso e delle argomentazioni supportate. Su questo principio concordo ma dissento da chi è mosso da altri sentimenti, tipo ironia fine a se stessa e sarcasmo senza alcun fondamento.

Per continuare ad avvalorare queste tesi, che molti di voi seguono con attenzione e che altrettanti disprezzano, vi propongo l’ennesima lettera, stavolta  di uno studente universitario di Tempio, Antonio Sotgiu, 22 anni. Ci scrive per provare ad informare su un problema grave che rischia, al pari di tanti e troppi altri, di mettere in ginocchio le famiglie con figli ancora studenti: il caro trasporti. Ecco la sua lettera che spero molti di voi diffondano.  Facciamo in modo che questa voce non resti isolata e indichi a chi di dovere una strada di uscita. Così, non si può andare avanti. Così, sempre nel silenzio assoluto della stampa e delle TV, si rischia il tracollo di una delle poche solide realtà costituite, la famiglia. Sono state in Sardegna diverse le manifestazioni, soprattutto degli studenti e  dei gruppi indipendentisti, su questa vergognosa vicenda. Al momento non è cambiato nulla. Occorre che questa protesta sia massiccia e coinvolga tutti, dalle forze sociali a quelle sindacali, dalle amministrazioni civiche a tutte le forze politiche (quelle governative sono del tutto inutili).

«Buonasera Antonio, non so se è qui che posso scriverti un mio pensiero riguardo la situazione trasporti universitari al momento, sono uno studente di Tempio che viaggia spesso per studio a Sassari.. Come ogni anno mi preoccupo di trovare una stanza per evitare un via vai quotidiano per poi rientrare nel fine settimana per salutare la mia famiglia. Di solito ho approfittato della possibilità di richiedere un abbonamento annuale con uno sconto studentesco in base all’iseeu (indicatore situazione economica equivalente universitaria, ne sarai sicuramente al corrente), ma quest anno ho notato che non solo non ci è più data la possibilità di richiederlo, e inoltre è addirittura aumentato il prezzo del pullman a 11€ a/r. Tutti noi (studenti) lo sappiamo, ma nessuno fa niente, perchè? Siamo improvvisamente usciti dalla crisi e possiamo permetterci di spendere 350€ mensili solo per viaggiare? o dobbiamo essere costretti a prendere una stanza, spendere 250€ al mese e permetterci il lusso di farci un bel pranzetto in famiglia solo il 25 Dicembre? Tempio dista 80 km da Sassari, non sono tanti, ma a piedi non posso di certo andare, coi libri poi! Ho visto che chi viaggia per oltre 100 km (solo andata) è tenuto al rimborso dell’affitto della stanza, ottimo no? Però perchè proprio 100 km? Perchè uno può viaggiare per 199 km al giorno (ho fatto a/r) e dover pagare alloggio e trasporti, e uno a 201 km no? Non parlo di ingiustizia, ma semplicemente di tornare alla situazione di partenza: avere la possibilità di uno sconto studentesco annuale per chi viaggia. Oppure, se proprio l’arst non è in grado di soddisfare questa richiesta, dovrebbe essere tenuto a modificare questi fantomatici 100 km in 60-70-80, perchè se viaggiassi 5 volte alla settimana spenderei 250€ al mese, un affitto.. Studiare è per noi un diritto oltre che un dovere, la nostra Costituzione parla chiaro..Spero di diffondere questo mio pensiero, ci ho provato con Facebook e parlando con i miei amici. Si, tutti arrabbiati, ma tutti “spensierati” subito dopo, e chi ci pensa più? Dobbiamo pensare a studiare, ovviamente, purtroppo non abbiamo tempo per preoccuparci anche di questo problema, passiamo tanto tempo per dar conto a Caaf, Inps, scadenze per restare con l’acqua alla gola fino all’uscita delle graduatorie, e poi magari neanche rientriamo per borse di studio o alloggio.. pazienza, ben venga, tanto pagano i nostri genitori.. Ma quando i soldi verranno a mancare seriamente che si fa? Si smetterà di studiare? Scusami lo sfogo, spero che troverai uno spazio per mettere anche solo due righe di questo pensiero, tanto per farlo leggere a qualcuno in più e magari per darmi la forza di farmi avanti e far valere (ancora) i miei e nostri diritti. Grazie, Antonio Sotgiu.»

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