Tempio Pausania, quel piano di riordino sanitario non sarà accettato dai comuni del distretto di Tempio.

Tempio Pausania, 3 ago. 2015.

C’è vibrante attesa per la riunione di mercoledì 5 agosto, alle ore 18,00,  in piazza Gallura, alla quale parteciperanno tutti i sindaci con la rispettiva giunte, dei comuni ricadenti nel distretto di Tempio Pausania.

La riunione scaturisce dopo troppo ritardo anche se i tempi per un’eventuale ridiscussione della legge medesima esistono (60 giorni ). Un fatto appare chiaro, alla luce del comunicato ASL relativo all’incontro di stamattina 3 agosto a Olbia tra i Sindaci del Distretto di Olbia: la ASL ha l’evidente segnale dell’intolleranza dei comuni dell’alta gallura a quanto precisato nel testo di legge della riforma sanitaria.

Essa, non verrà accettata assolutamente e questo lo stanno riìbadendo personalmente tutti i sindaci del territorio. La conferma verrà dopodomani, mercoledì 5 agosto all’incontro pubblico, una sorta di consiglio comunale aperto a tutte le amministrazioni ricadenti nel territorio del distretto tempiese. Ciascun comune sta osservando da angolazioni diverse la legge di riordino e, cosa certa, a nessuno di questi appare come una buona legge. In considerazione delle privazioni che questo territorio andrà a subire, con la perdita di diversi servizi e con il depotenziamento degli altri, a poco serve sapere che i posti letto, paradossalmente, potranno essere di più o che la prossima apertura della RSA di Mantelli rappresenti un valore aggiunto dell’offerta sanitaria del territorio. Tempio non deve perdere quei servizi che perderà, non può rischiare di tornare indietro al medioevo della sanità pubblica solo perché i numeri sono inferiori. 

Più volte, in passato, abbiamo messo l’accento su questo scenario che poi, puntualmente, nonostante ci fossimo illusi del contrario per le troppe promesse dell’assessorato, si è palesato.

Tempio non deve perdere nulla, in ragione di un’austerità di spesa che pare interessare solo alcuni ospedali a tutto vantaggio di altri. Il raggio dei 60 chilometri tra un DEA di 1° livello ed un altro (Tempio ne dista meno) non può tradursi in svantaggi per uno e vantaggi per l’altro. Le strade, il fatto che si tratta di ospedale di comune montano, sembra non abbia costituito motivo di modifica di questo piano. Il decreto Balduzzi è stato interpretato in maniera distorta e arbitraria. La deroga era possibile per Tempio ma si è pensto bene di bypassarla.

La legge è iniqua, ha avvantaggiato clamorosamente alcuni presidi e ha totalmente indebolito altri. 

La città, seguendo anche strade differenti di protesta oltre che di tavoli di discussione, è pronta ad unirsi al territorio tutto per combattere questo ennesimo scippo sulla salute del territorio. Ora basta! E che siano concordi i sindaci nel non mollare, così come pare, nemmeno una virgola. La legge va rivista, il piano dev’essere modificato e Tempio deve poter contare, per i  30.000 abitanti che ricadono nel suo distretto, sulle medesime garanzie di assistenza degli altri.

Aver individuato nel nostro ospedale sprechi che chissà dove sono andati a finire, mostra una sufficiente e faziosa partigianeria del distretto di Olbia che potrà contare anche, fra qualche tempo, sul Mater Olbia.

La spesa del distretto sanitario di Tempio si aggira sui 1400 euro all’anno per cittadino. Moltiplicata questa somma per i 30.000 abitanti, fa un totale di 42.000.000 di euro. Di questi soldi, quanti ne sono andati all’ospedale, in miglioramenti e attrezzature, e quanti invece si sono dispersi nella miriade di rivoli che portano altrove?

In regione, inoltre, non è mai decollata la commissione di controllo sulla spesa sanitaria. Questo fatto, di per sè , è piuttosto grave perché, senza essa,  sfugge qualsiasi cifra  di sprechi reali, inefficenze e altre peregrine interpretazioni della spesa pubblica. E mi fermo qui!

Antonio Masoni

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