Tempio Pausania: la ricostruzione dell’aggressione al Pronto Soccorso.

Tempio Pausania, 18 aprile 2014-

Siamo riusciti a ricostruire per intero la reale vicenda dei fatti accaduti la notte tra domenica e lunedì scorsi, in  relazione all’aggressione subita dal medico e dalla guardia giurata per opera di F.M.

Il medico che operava al P.S. quella notte, il Dottor Libero Mureddu, ha voluto precisare alcune cose che nel nostro articolo erano palesemente discordanti con quanto accaduto.

ANTEFATTO: il Signor F.M ha chiamato il 118 perché non stava bene. La sua glicemia si era innalzata anche a causa dell’assunzione di alcool. Il 118 intervenuto prontamente non ha ritenuto di ricoverarlo perché non sussistevano le condizioni. Il paziente, appena visti i sanitari del 118, ha voluto manifestare a loro la sua rabbia per la mancanza di lavoro, come se a loro spettasse una qualche soluzione, e il medico responsabile ha pensato solo di calmarlo e basta. Il paziente, andato via il 118, ha chiamato ancora, (questa volta la protezione civile volontaria), per farsi accompagnare al Pronto Soccorso. La Protezione Civile dei Volontari ha trasportato il paziente al Pronto Soccorso.

I FATTI: Al Presidio del Dettori, il M. è arrivato su una carrozzina da trasporto, seduto. Il Dottor Mureddu, impegnato con altri tre casi, di cui uno piuttosto grave (sospetto ictus), ha lasciato che l’infermiera di turno (in servizio ve ne erano due) si occupasse dei preliminari del caso facendolo sdraiare sul lettino e prelievi. Nel frattempo il Medico, lasciando gli altri tre pazienti, è arrivato nella stanza del M. anche perché sentiva che il paziente urlava.

Alla vista del medico, il M. si alzava dal lettino e inveiva contro il medico a cui faceva cadere la cartella clinica del paziente con sospetto ictus dopo avergli dato uno spintone e  chiedendo a gran voce che gli venissero fatti tutti gli esami (non ha mai, davanti al Dottor Mureddu, parlato di disperazione per mancanza di lavoro).

Al pronto Soccorso, come noto, ci sono casi e casi, valutabili con diversi codici a seconda della gravità. Infatti era appena giunto un piccolo neonato con problemi respiratori che è stato immediatamente ricoverato nel reparto di pediatria vista la gravità del caso.

Si tenga conto che quando ci sono malati al Pronto Soccorso sono presenti sempre i familiari degli stessi. Una di queste, al protrarsi delle urla del M. si è addirittura chiusa nei bagni per la paura. Ricordiamo che il medico ha responsabilità sia sull’incolumità  dei pazienti che dei loro accompagnatori così come del personale presente. A tutti gli effetti è un pubblico ufficiale mentre esercita il suo lavoro.

Misurata la glicemia, ci si è resi conto che il M. era in evidente iperglicemia, con acidosi da assunzione di alcool. Il paziente mostrava sempre intolleranza e continuava a creare problemi anche all’operatività dell’intero reparto che, come detto, aveva al momento tre casi in trattamento. Uno schiaffo del M. ha fatto cadere anche gli occhiali al medico che, nel cercare di evitare danni, si provocava una distrazione muscolare alla spalla (la prognosi per lui ha parlato di 5 giorni di cure). Mentre il medico si allontanava per chiamare i carabinieri, visto il persistere dell’agitazione del paziente, lo stesso aggrediva la guardia giurata intervenuta perché avvertita dall’infermiera. Alla vista della guardia giurata S.F., il M. lo aggrediva a calci e pugni(la prognosi parla di 20 giorni di cura per un problema all’occhio causato da un pugno).

Tutto questo intorno alla mezzanotte. L’intervento dei Carabinieri ha fatto, come ovvio, da deterrente per l’aggressività del M. che, ammanettato è stato condotto in caserma. Qui ha lamentato ancora problemi fisici e ha chiesto che intervenisse la guardia medica. Immediatamente misurata dalla guardia medica, la glicemia era sempre molto alta (il M. si era scordato di assumere la pastiglia ipoglicemizzante e poi l’alcool ha ulteriormente causato acidosi ed aumento dei valori glicemici).

Rilasciato dalla caserma, alla quale è stato denunciato, si è ancora recato al Pronto Soccorso dove è stato possibile “finalmente” trattarlo con insulina e flebo di liquidi per risolvere l’acidosi. Misurate anche glicemia (sempre alta) e tasso alcolemico (molto oltre i valori normali) il M. chiedeva perdono per quanto aveva fatto e ha voluto stringere la mano al medico. Il Dottor Mureddu ha chiaramente accettato invitando il M. a curarsi.

Questi i fatti alla luce di quanto ci ha dichiarato il Dottor Mureddu al quale pubblicamente chiediamo scusa per avere, non per nostra volontà, riportato una versione diversa nel nostro precedente articolo.

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