Tempio Pausania, Sandro Grussu, medico ospedaliero e dirigente sindacale CIMO spiega le ragioni della manifestazione al Paolo Dettori. «Ecco cosa potrebbe succedere e cosa penso io che accada»

Tempio Pausania. 20 ottobre 2014-

Abbiamo voluto rispondere ad una richiesta del Popolo dei Lucchetti, la spontanea associazione sorta all’indomani della manifestazione di protesta organizzata quando a Tempio era venuto l’assessore alla Sanità Regionale Arru, che ci ha chiesto questa estrapolazione dal servizio completo sulla giornata di giovedì 16 ottobre.

L’intervista al medico ospedaliero Sandro Grussu chiarisce in sintesi quali potranno essere le conseguenze di una riduzione del nostro ospedale in termini di servizi, posti letto e competenze. In Regione, come già spiegato nel servizio, ci si alterna tra decisioni drastiche ad altre più moderate senza, nemmeno una volta, tener conto dei diritti dei malati di un territorio vasto. Certo non si ha in Alta Gallura un grosso bacino d’utenza ma resta il fatto che la Salute e il Diritto a preservarsela, a mantenersela, è inalienabile e nessuno può calpestare, in una stanza dei bottoni, questo diritto sancito dalla nostra Costituzione.

Sandro Grussu, 25 anni di operatività qualificata all’interno dellì’ospedale, persona a modo che conserva il senso civico del medico e della sua professione, che pensa che il malato non sia un numero o un letto ma una persona, è uomo di spiccata sensibilità e lo si intuisce anche  in questa battaglia che alla fine, forse, non porterà nulla di concreto ma certo nella stanza dei bottoni a qualcuno pruderà il naso prima di prendere una decisione di questo genere. La storia ci insegna a diffidare della politica e il nostro quotidiano, improntato ogni giorno di più alla sopravvivenza, non deve essere  messo in discussione nelle possibilità di potersi servire di un ospedale come quello di Tempio.

sandro grussu
Sandro Grussu

Numeri e dati alla mano nessuna azienda taglierebbe un ramo florido e ben radicato nella positività dei suoi bilanci. Nessun manager, che pensi all’interesse della sua Azienda potrebbe declassare o accorpare o tagliare un suo eccellente derivato. Follie ed argomentazioni che esulano persino dalla politica più becera che stiamo conoscendo. In ogni dove d’Italia la Sanità sta pagando o meglio facendo pagare ai cittadini i costi di avventate gestioni, di scriteriate spese senza controllo. Vedevo un servizio alle Iene qualche sera fa. Una ASL paga anche tre volte tanto un manufatto rispetto a quanto lo potrei pagare io. Si parla, sia chiaro, dello stesso identico prodotto, marca e tipo uguali. 

Queste sono le follie che stanno determinando ancora una volta lo scempio della Sanità dove pubblico e privato si mischiano allegramente e ci si fa abbacinare dalle lusinghe di arabi venuti per mero e schifoso business a fare soldi e non a creare occupazione e lavoro.

Un mondo di sotterfugi e di misteri che pian piano la gente sta imparando a riconoscere e a valutare per quel che sono. Ora siamo arrivati al paradosso dei paradossi: si punta a chiudere un’eccellenza sanitaria perché la Legge dice così. Ma quale legge? La stessa che ha dato a mani larghe in precedenza e che consente ad un consigliere regionale di stare 50 anni in Regione, di decidere per me, per te e per voi cosa sia meglio o peggio?

Ecco la video intervista a Sandro Grussu.

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