Tempio Pausania, 22 maggio 2014-
Angelo Frigeri, l’operaio di 32 anni arrestato per il triplice omicidio di Tempio Pausania, potrebbe non solo aver ripulito la casa dalle tracce di sangue, ma anche tentato di cancellare i segni di una colluttazione. Durante i lunghi sopralluoghi, infatti, i carabinieri del Ris e gli specialisti del Reparto operativo del Comando Provinciale di Sassari avrebbero trovato segni, anche se non evidenti, di lotta. Almeno una delle vittime, forse Giovanni Maria Azzena o la moglie Giulia Zanzani, potrebbe aver cercato di difendersi dalla furia degli assassini, oppure potrebbe aver tentato di fuggire. Una fuga impossibile per i due coniugi, colpiti con un corpo contundente – che gli investigatori stanno ancora cercando – e poi strangolati con il filo elettrico che Frigeri, artigiano tuttofare impegnato in alcuni lavoretti in casa degli Azzena, avrebbe fornito ai suoi presunti complici o utilizzato lui stesso per gli omicidi.
Intanto proseguono le indagini – Sono oltre un centinaio gli elementi “repertati” dagli investigatori del Reparto operativo del Comando Provinciale di Sassari e dagli specialisti del Ris di Cagliari.
Tracce di sangue, vestiti, oggetti, impronte ed altro materiale che gli esperti del Ris dovranno analizzare nelle prossime settimane. A Cagliari arriverà nei prossimi giorni anche la Golf che Angelo Frigeri, l’unico per ora in carcere accusato della strage, aveva chiesto a Giovanni Maria Azzena di vendere. Frigeri era rientrato in possesso di quell’auto e la sera del delitto – secondo alcune testimonianze e secondo quanto riportato oggi da La Nuova Sardegna – sarebbe stato visto passeggiare per Tempio dopo che l’aveva portata a lavare. La vettura sarà attentamente analizzata dai Ris. Sull’auto, infatti, nonostante il lavaggio potrebbero trovarsi tracce di sangue o altri indizi utili alle indagini.