Tempio Pausania, 30 ott. 2018-
Altre due giornate di presidio, altri momenti, tanta partecipazione, gente sempre nuova che si alterna ai presidianti della prima ora. Questo è il risultato di 12 giorni di presidio con oltre 3.000 pesone che hanno firmato un libro dei nomi, in ragione anche di un po’ di tempo trascorso ad informarsi, a prendere coscienza che se non l’extrema ratio l’occpuazione è una delle poche soluzioni che possono smuovere l’anima di politici dediti ai numeri in quanto tali e non come persone, esseri umani che faticano a comprendere i perché in questo ospedale nulla sarà più come prima.
Eppure la legge non lo ha stabilito, la legge ha dichiarato che non verrà perso nemmeno un servizio di quelli attualmente presenti, ha anche detto che ci spettano 2 letti di terapia semi intensiva, che la fisiatria deve avere 10 nuove figure professionali che pare abbiano cambiato direzione per migrare altrove. Una legge spietata, cinica, una delle tante esecuzioni di una popolazione che sta perdendo il diritto alla salute. o meglio quello alla vita.

La vita nel presidio è la sola cosa H24 che al momento sta garantendo sostanza e spessore a questa forma di protesta, unica nel suo genere a Tempio, con persone che aprono il cuore ad una nuova socialità che nasce dalla rivendicazione di diritti sanciti in Costituzione, che stanno lottando col sorriso contro queste macerie di umanità che sta per vivere la stagione peggiore di una politica interessata ai propri bisogni e mai a quelli reali di chi li ha investiti di esserne non solo portavoce o vuote chiacchiere ma mediatori efficaci e determinati.
DOMENICA 28 OTTOBRE: si inizia col cambio dei presidianti notturni con quelli del mattino, ci si scambia due parole di com’è andata la notte, si ride, si beve un caffé, si mangia un dolce, tra i tanti forniti ogni giorno dalla pasticceria Mureddu, domenica anche da Pasticceria Zanella, da Tonina, tutti sensibili e solidali a questa lotta che è anche la loro. Arrivano durante la mattinata altri dolci, quelli di Anna Rita, poi il pranzo che lo offre Caterina, una delle presidianti. E’ domenica, la gente arriva in tarda ora ma c’è sempre un bel numero di persone che raccolgono firme, si rendono utili per turni di presidio successivi. Una umanità nuova, una meravigliosa empatia che lega gli uni agli altri. Ci si conosce meglio, ci si raccontano le peripezie recenti di esami e interventi chirurgici fatti a San Gavino, Muravera, a 300 km di distanza da quel gioiello che somiglia sempre di più ad una enorme scatola vuota. Nel pomeriggio arriva, a sorpresa un deputato del Parlamento italiano, Eugenio Zoffili. E’ giovane, appena 38 anni, vuole fare qualcosa e si affanna a dire che non cerca consensi per le prossime elezioni. Lo si ascolta, lo si interroga, gli si raccontano episodi di malasanità. Garantisce un suo intervento presso il Ministero al quale invierà un dossier sui punti cruciali della vertenza sanitaria in Gallura. Ora gli interlocutori sono altri, non è il caso di affannarsi a vedere sempre e comunque un piano politico finalizzato al consenso. Le carte sono poche sul tavolo, bisogna giocarsele tutte, anche questa.
LUNEDI 29 OTTOBRE: Il 12° giorno trascorre come gli altri, una mattina intensa con molte presenze al tavolo delle firme. Utenti dell’ospedale che stanno vivendo le difficoltà di appuntamenti a lnghissima scadenza, o presso presidi distanti da Tempio, o semplicemente vogliono capire di più quale sarà la sorte del Paolo Dettori. Tanti ospiti nella tarda serata con la Protezione Civile Alta Gallura e la Classe ’67. Si chiacchiera e si mangia assieme il cibo che entrambe le associazioni ci hanno fornito. E’ un altro dei moltissimi momenti di vera socialità legata ad un bisogno collettivo. Nessuno vuole che accada quanto sta accadendo, tutti concordi che il presidio sta dando forza ai rassegnati, a quelli che non possono esserci ed anche a chi questa lotta la condivide solo sui social perché di più non può fare.
Un cenno breve a chi ha pensato di truccare la verità o che si azzarda a bieche strumentalizzazioni. Questo presidio è di tutti, nessuno è stato mai cacciato via, chi presenzia sa di farlo per un bene comune ad un intero territorio. Spetta ad ognuno di noi un bagno nell’acqua limpida dell’umiltà, ammettere che alcune cose scritte non sono vere, ma soprattutto avere coscienza di non esser stati ciò che si dice di essere stati. Inoltre, a chi declama e pontifica sul clima distensivo, di allegria, di gioia, rimando a queste parole che andrebbero fatte proprie di Anna Rice, scrittrice statunitense.
Si tratta di una verità spaventosa: il dolore può renderci più profondi, può conferire un maggiore splendore ai nostri colori e una risonanza più ricca alle nostre parole. Questo avviene se non ci distrugge, se non annienta l’ottimismo e lo spirito, la capacità di avere visioni e il rispetto per le cose semplici e indispensabili.
(Anne Rice).
Antonio Masoni