Vignola Mare (Aglientu), alcuni problemi della località balneare messi in luce con un video e con un’intervista. Transito vietato in una via e altre criticità.

Vignola Mare (Aglientu), 15 ago. 2015-

Vignola è una delle località balneari più frequentate della Gallura, meta preferita da tanti galluresi e, da moltissimi anni, anche da numerosi turisti. Le grandi spiagge, la facilità di essere raggiunta, la presenza di due camping, ne hanno consolidato la fama. Cogli anni, i connotati di borgo marino si sono logicamente perduti e quel villaggio della nostra infanzia, con le baracche in legno, i due ristoranti albergo e poche case di pescatori, è ora un piccolo centro con tutti, o quasi, i comforts. Le costruzioni, poco distanti dal mare, sono aumentate enormemente ed ora, d’estate, esiste una popolazione stanziale di qualche migliaio di persone.

Contestualmente alla crescita demografica di Vignola, sono nate infrastrutture di supporto e di recente alcuni lavori di abbellimento, l’isola pedonale in primis, ne hanno migliorato l’aspetto che appare davvero gradevole. Tuttavia, come spesso accade in questi casi, alla cura estetica del posto, non si è accompagnata una funzionalità adeguata. Si intuisce che l’estetica qualche volta penalizza la fruibilità e Vignola, in tal senso, non ha fatto eccezione.

Le polemiche sul “caro parcheggio”, argomento caldo di questa estate, sembrano state accolte dall’amministrazione di Aglientu. I prezzi, almeno a leggere gli avvisi sulla zona parking, sembrano stati adeguati a cifre più abbordabili e allineabili a quelli di località prestigiose della costa. Mancano i servizi di base, bagni pubblici per esempio. L’unico esistente è quello gestito da uno dei due alberghi della piazza e, a quanto ci è stato detto, su quattro ne funziona solo uno, con conseguenti file interminabili.

Le maggiori criticità, tuttavia, riguardano una via in particolare, via della Foce, quella che è più vicina alla spiaggia di sinistra dove insistono abitazioni (ne abbiamo contato una ventina circa). Il video registrato e l’intervista ad un residente, un turista bresciano di madre gallurese che viene a Vignola da quando aveva 7 anni, dimostrano come alcuni di quegli “abbellimenti” stiano compromettendo proprio l’uso di questa via che è strategica per locali, ristoranti e, come detto, dei proprietari delle abitazioni che stanno proprio in questa via. Perché? Presto detto: assurdo pensare che un mezzo che trasporta viveri o altro ai locali debba portarsi tutto su un carrellino, o peggio ancora che un residente che paga regolarmente le sue tasse di proprietà non possa utilizzare un terreno della sua casa per posteggiare la sua auto perché da questa via non si può e non si deve passare. Si pensi anche ad un soccorso sanitario, al passaggio di un’autoambulanza col trasporto per metri del paziente da assistere!. Chiusa da una parte e dall’altra da enormi vasiere di cemento (a breve ci dicono anche rivestite in legno), via della Foce è ben nota a Vignola per essere stata oggetto di allagamenti in passato. Su di essa sparge le sue acque, in caso di piena il fiume Vignola. La pendenza di questa via ha una depressione interna e si alza verso le due estremità. Le pozzette di raccolta di questa strada sono insufficienti a raccogliere l’eccesso e, in passato, le case dei residenti erano state colpite dall’acqua con danni rilevanti. Ai residenti, non a tutti, non piacciono nemmeno le fioriere in ferro arrugginito (pare che sia chic) ad angolo vivo che sporgono sul passaggio di persone che si recano sulla spiaggia. Ad altri non piace nemmeno la passerella in legno dopo la stradina perché, quando si riempie di sabbia, è responsabile di alcune cadute di chi ci transita.

Meglio di noi, ci racconta di queste poco gradite novità, il Signor Giuseppe Tarchi, il signore di cui sopra abbiamo scritto, proprietario con padre e madre di una casa in via della foce e che viene a Vignola da sempre. Ora ci vengono anche i suoi due figli seguendo quel ricambio generazionale che è poi, tradotto in affetto, quel filo indissolubile che lega “il continentale” alla nostra terra. Lui si considera, a ragione, anche sardo essendo la madre tempiese; inoltre, tra i tanti che abbiamo sentito, è parso quello più arrabbiato per le ragioni che spiega molto bene lui stesso.

Ecco il video

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