Tempio Pausania, Una folla immensa per l’ultimo saluto ad Angelo. ” Angelo aveva una bellissima personalità” (Don Antonio).

Tempio Pausania, 2 giu. 2018-

L’estremo saluto ad un amico di tutti, il commiato da un ragazzo che conosceva l’amore e lo donava, ricevendone almeno altrettanto.

“Angelo aveva una bellissima e complessa personalità poliedrica. Si conoscono molti aspetti della sua vita, che correva in moto, ahimè, altri sanno che aveva gli occhi che sorridevano, che era capace di amore, altri che era un puro nelle cose necessarie, altri non sanno che sapeva anche piangere, come avrebbe fatto oggi, piangere per amore che è qualcosa per eletti, per chi prova sentimenti forti. Lo scorso 2 maggio è stato il mio compleanno, ha poca importanza ma non per lui che mi disse che andava festeggiato, anche se siamo entrambi pelati. E’ fuori luogo, gli ho detto, siamo già vecchi. Alla fine ha vinto lui, abbiamo festeggiato il mio compleanno”.

Don Antonio Tamponi, parroco di San Pietro, ha ricordato nella predica questo episodio che raffigura un altro aspetto di Angelo, la sua vicinanza alla chiesa.

“Ogni domenica alle 10.30 era a messa, e faceva sempre la comunione. Aveva talento, chi vuole acquisire le limature di una personalità per bene, ci riesce. Si voleva sposare, era colmo di amore, sembrava amasse tutti anche chi forse l’amore non lo merita. Era una persona di una profondità indicibile. Nella sua umana semplicità, amava venire alla messa delle 10.30, quella con i bambini e i giovanissimi, perché voleva che il Vangelo fosse alla sua portata, lo potesse comprendere al meglio. Era una persona delicata, coglieva le cose belle della vita e le esprimeva, con una telefonata, un messaggio, un gesto, un’attenzione. Dicono che le cose belle si esprimono sempre alla morte. No, io se non fosse vero tutto quello che ho imparato a conoscere di Angelo, non le avrei mai pronunciate”.

Parole che toccano i sentimenti di tutti, quando il sacerdote fa riferimento agli amori di Angelo, quelli per la famiglia e quelli per la sua nuova famiglia. Angelo e Menica dovevano sposarsi, lo avrebbero fatto presto. Angelo voleva diventare qualcosa che era già da quando la loro storia era iniziata, 8 anni prima, padre per Giorgia e Ornella e marito.

“Lui era immediato, bastava solo uno sguardo di Menica e già sapeva cosa le stava chiedendo. Si alzava e faceva quello che nessuna parola o frase gli aveva chiesto, sempre col silenzio sorridente dei suoi occhi, come se col sorriso sapesse gestire qualsiasi situazione. E’ un brutto colpo per questa città, perché chi ama ci serve sempre,  per l’esempio. Non viviamo nell’amore o nella tenerezza e uomini come Angelo sono indispensabili. Non posso scambiare una foto con tutti voi di quando Angelo faceva la comunione, dovete solo immaginarla, lui con quegli occhi che sorridevano sempre. E’ un grande dolore perché ci sono assenze che non sono mai uguali ad altre assenze, perché sono di persone che si sono impegnate nell’amore. Chi, come lui, ha amato tanto, lascia un buco veramente grande ed è un’assenza non colmabile”.

Una folla sterminata, assiepata nel silenzioso piazzale della chiesa, ascolta dagli altoparlanti esterni una predica toccante, figlia di una conoscenza consolidata da oltre 8 anni,  stretta nella reciproca considerazione che viene fuori dalle parole di Don Antonio. La gente all’esterno aspetta, sotto un sole implacabile, dentro la chiesa non c’è posto, e come potrebbe essercene se anche fuori si fa fatica a trovarne.

Era stata commovente l’entrata sul piazzale della chiesa delle oltre 50 moto accorse per tributare il loro saluto all’amico, dietro il carro funebre. Sono venuti da ogni parte, come avrebbe fatto lui, è il messaggio  di un codice etico tra centauri quando qualcuno lascia questa vita. Così alla fine, quando le moto precedono stavolta il feretro e danno gas ai loro potenti mezzi come segnale di addio, talmente emozionante da far scordare che la piazza è invasa di fumo e rumore. Fumo, rombo e lacrime, un miscuglio che oggi tanti amici hanno respirato, in questo 2 giugno festivo, che di festa non ha nulla.

L’abbraccio di una città ad un suo figlio che muore, spesso non è sufficiente a far capire quanto Angelo fosse amato ovunque. In quel piazzale, oggi, idealmente c’erano anche i cittadini di Calangianus, Luras, Santa Teresa, e tutti quei paesi dove lui aveva avuto modo di farsi apprezzare per la sua umanità e per l’amore vero per la vita di tutti. Qualcuno che non poteva intervenire oggi ai funerali, mi ha pregato di salutare Angelo e la famiglia. L’ho fatto, come altre volte, con le parole e ricordando ancora quanto questo ragazzo fosse amato e stimato da tutti.

Mancherai e tanto Angelo, e noi ci ricorderemo di questa tua assenza.

Un abbraccio a Graziella, Diego, Rosario e Maria Grazia con Maurizio, a tutti i nipoti di Angelo, zii, cugini, parenti e amici.

Antonio Masoni

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