Tempio Pausania, Cosa può accadere in seguito al ricorso al TAR. Considerazioni.

Tempio Pausania, 20 ago. 2015-

Alcune considerazioni sul’eventale ricorso al TAR per bocciare la clamorosa decisione di chiudere diversi servizi del nostro ospedale e la declassificazione ad ospedale di base.

Di ricorso al TAR si parlò molto tempo fa. Fu la Commissione Sanità, istituita appositamente nella passata amministrazione Frediani, a tirare in ballo questa soluzione per garantire, o provare a farlo, l’esistenza  del nostro ospedale nel frattempo diventato oggetto di perdita di servizi con conseguente declassificazione da DEA di 1° livello a ospedale di base. La storia ricorda quella riunione presso il palazzo Villamarina-Pes. Affollata e molto sentita da una popolazione che avvertiva i primi campanelli d’allarme di questo futuro scenario, diventato ora tristissima realtà. Il quadro illustrato da quella commissione fu chiaro e illuminante. Da questa riunione si sarebbe dovuti partire.

Il presidente di quella commissione Marcello Doneddu, cui si deve la scoperta delle carte che truccavano la riforma ora deliberata dalla giunta regionale, cui si deve anche un lavoro incredibile di mesi insieme agli altri membri di quella commissione, disse, a chiare lettere, che il ricorso al TAR era la prima cosa da fare. 

marcello doneddu foto piccola sito
Marcello Doneddu

Sono passati mesi, si sono alternate riunioni su riunioni, incontri in regione, atti diplomatici inutili, promesse pre elettorali di assessori venuti a perorare la causa del partito continuando a mentire su tutto, ASL che continua a diffondere parole di serenità e di unità della Gallura su una popolazione che non crede più a nessuno. Si ricorda anche l’incontro a Nuoro di una delegazione del popolo dei lucchetti e di alcuni studenti. In quella circostanza, le speranze addirittura si erano decuplicate visto che l’assessore Luciano ne uscì fuori entusiasta con la promessa (sempre verbale) che Tempio restava DEA di primo livello e avrebbe avuto l’H 24 in cardiologia e anche l’Oculistica (sig…)!

Marcello Doneddu, forse perché più a conoscenza di chiunque altro sulle vicende storiche di questa legge, ha continuato a parlare di ricorso al TAR, tanto era certo, come si è avverato, che il Dettori stava contando i mesi prima della sua morte.

E siamo giunti all’attuale. 

La giunta Biancareddu sta pensando al ricorso (io non capisco cosa ci sia da pensare ancora) al TAR. Lo stesso sindaco attuale ha proferito parole di “no” perenetorio al riordino. Con luii gli altri sindaci del distretto.

Non conosco come sia strutturato e non entro in merito non avendo basi giuridiche, però esistono buone possibilità di vincere questo ricorso.

Parlandone proprio con Doneddu, qualche giorno fa, lui mi diceva che l’unica Legge esistente in materia Sanitaria è quella del 2007 della giunta Soru con assessore Nerina Dirindin. Un ricorso, che punti al fatto che questo riordino, frutto di delibera di giunta e non di legge regionale, sovverte una legge esistente, si vince.

Un TAR che invece intravvede nella delibera di questo sciagurato riordino l’equipollenza ad una legge, pur non essendola, rigetta il ricorso ed allora il riordino va in porto con tutte le nefaste conseguenze che ne derverebbero. Extrema Ratio il ricorso al Consiglio di Stato.

Certo che esisterebbero diversi punti su cui basare il ricorso. Intanto la Legge Nazionale, nota come Decreto Balduzzi. concede tantissime deroghe alla Sardegna. Di tutte quelle deroghe previste però, nessuna è stata concessa al Paolo Dettori.

Un comune montano (500 mt di altitudine) è già di per sè deroga: la situazione viaria disastrosa e quindi i collegamenti per raggiungere Olbia di quasi 1 h (il DEA viene concesso se la distanza è superiore ad 1 ora!! Ohhh, qui si parla di 10 minuti in meno). Una popolazione di 40.000 abitanti che afferiscono all’ospedale di Tempio a cui bisogna aggiungere quasi tutta l’anglona (Perfugas, Laerru, Martis, ecc.). Non basta certo per i numeri che, se non ci fossero le deroghe, nessun centro sardo avrebbe per giustificare ciò che invece il riordino (assurdo chiamare rimodulazione una cosa del genere) ha previsto. Le deroghe dunque, queste misteriose e cavillose maniglie su cui far leva e che hanno penalizzato noi e qualche altro ospedale mentre hanno strafavorito altri centri nell’ottica…di….di….me lo spiegheranno i signori politici. Sappiate che gente disposta ad ascoltare non ce n’è più. Qui siamo non arrabbiati, è un eufemismo, siamo ferocemente allarmati e non ci arrenderemo a nessuna scelta che non sia quella di mantenere lo “status quo“. Oppure opteremo per altre soluzioni. Certo non di restare in questa ASL, per quanto ancora potrà durare, e di migrare da altre parti. Ora non è la popolazione dell’alta Gallura che viene incontro a voi, ora siete voi che dovete tornare indietro in questa follia che chiamate rimodulazione. Cari poitici, non siete e non sarete mai dei missionari chiamati a salvare la baracca che crolla. Siete solo gli ultimi rami di una follia generale che si chiama Stato (o meglio si chiamava) Italiano che è succube di lobbies finanziarie speculative che stanno divorando tutto con la vostra silenziosa complicità (vedi anche il Mater Olbia, ultima follia di cui presto avvertiremo le criticità)

Un popolo che conosce ciò che sta succecendo è pronto alle contromisure, un popolo ignorante che ancora incantate con le vostre belle parole inutili, è destinato a soccombere.

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