Tempio Pausania, “Là, dove vive la vita, Uomini e bestie. La loggia umana”.

Tempio Pausania, 7 ott. 2015-

La nostra società è divisa in minuscole particelle,­­ dentro le quali ci sono tutti, uomini e bestie, che seguono quella insana e innaturale separazione genetica che rende diversi gli uni dagli altri.

Il conflitto, sempre in agguato, avviene quasi ogni giorno, stimolato com’è dalle mille distrazioni a cui veniamo sottoposti.

Da un lato, gli uomini che mantengono le peculiarità per cui esistono ed esprimono le proprie attitudini, dall’altro le bestie, che rispondono ad istinti, modi, parole e gesti, che irrazionalmente usano per provare ad accrescere le differenze col genere umano.

Le bestie non sono solo gli animali a cui va il nostro profondo amore e rispetto, ma talvolta anche altri uomini, travagliati da profonde ferite genetiche che ne hanno compromesso la stabilità e l’equilibrio sociale.

Si vive appesi ad un filo, sospesi tra bene e male, in quella illogica battaglia intima che ci devia dalla presunta normalità. Non dobbiamo fare grossi sforzi per reprimere il desiderio innaturale di diventare bestie, esso è già embrionale in tutti noi.

Un brusco risveglio, un trauma, un’accelerata del quotidiano che ci sovrasta e siamo finiti nella trappola della follia. In un momento, basta un solo minuto, disperdiamo tutto il patrimonio immenso che ci è stato dato attraverso la reciproca comprensione e dialettica sociale.

Uomini che diventano bestie, non essendolo nati e bestie che, qualche volta, si trasformano in uomini, secondo un codice comportamentale non scritto ma stabilito dalla comune e civile convivenza.

Le tecnologie avanzate, che hanno accresciuto questa differenziazione, hanno illuso quelli che, avendone confidenza e manualità, hanno voluto provare l’ebbrezza della notorietà e del palcoscenico virtuale nel quale, piaccia o non piaccia, stiamo tutti. Frasi ad effetto, copia e incolla, citazioni, battute umoristiche, questo il bagaglio che contraddistingue gli utenti virtuali. Fossero solo questi i problemi, nulla da eccepire. Anzi, un modo come un altro per conoscere, scambiare, studiare ed approfondire determinati argomenti.

Il male sta altrove, nel travaglio interiore di certuni che violentano il web con ben altro. Dalle bufale quotidiane di decine di siti farlocchi, dietro cui, cosa strana, si nascondono oscuri personaggi dal passato burrascoso, pregiudicati, razzisti, omofobi e praticanti della nostalgia dell’epopea che fu, alle altre trappole per polli. Qui regnano e proliferano alcuni individui frustrati, sibillini, uomini/bestie che nascondono, o pensano di riuscire a nascondere, le troppe lacune neuronali di cui sono dotati.

Come difendersi? Una cosa molto semplice, vivere la propria vita senza tener conto di tutto ciò. Dove? nella strada, con la gente, con la socialità che abbiamo perduto, con le relazioni belle dell’amicizia, dell’amore, del sesso, di tutte quelle cose che rendono meno amara la nostra esistenza di uomini.

Come dice un prete, con cui vanto una bella amicizia di 25 anni, la “vita è là, fuori, nelle strade, nelle piazze, dove si incontrano gli uomini con i loro bisogni, le paure, le diffidenze, le incomprensioni ma anche dove si diventa capaci di ripristinare il vero unico scopo della vita stessa: accendere il fuoco dei sentimenti, di amicizie ritrovate, delle emozioni che devono sempre scorrere. La vita è bella e dobbiamo viverla tutta”.

Ciò che appare come un’utopia, un voler tornare indietro al buio del passato, a volte è la sola strada che ci consente di riappartenere alla “loggia umana”, dove il male non entra se lo vogliamo, la giustizia trionfa se ne esiste una, ed i sentimenti risvegliano dentro di noi quel coro di certezze e di contraddizioni che ci riconciliano con l’esistenza stessa.

Proviamoci.

Antonio Masoni

 

 

 

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