Tempio Pausania, la passione, la spocchia, la ricerca di visibilità e l’invidia. Riflessioni su finte amicizie e reali differenze.

Tempio Pausania, 14 set. 2015-

Ci sono migliaia di modi per esprimersi, la scrittura, la poesia, la pittura, la musica, il teatro ecc. Ci sono altrettanti sistemi per trovare una nicchia di azione per tutte queste “arti”, dalla propria casa ai grandi scenari, alle mostre, alle piazze. In qualsiasi spazio esiste una comune e preziosa compagnia, la passione. 

La passione è la costante di tutte queste forme di espressione. Essa guida e spinge, motiva e accalora, emoziona gli altri e fa anche emozionare chi la possiede. Che mondo sarebbe se non ci fosse passione? Anche il più banale dei lavori diventa sterile e senza respiri di vita, quelli che sono indispensabili per trovare tutti una minima definizione di noi stessi e del nostro esistere.

Il contraltare alla passione è flagellato da sentimenti distruttivi della passione stessa, al punto che nessuna persona è immune dal patirne le conseguenze. Prendiamo in esame la spocchia.

La spocchia è un atteggiamento infarcito di presunzione e presunta superiorità. “Io sono qualcosa e tu non sei nulla“. Un vizio capitale secondo la religione cattolica (che lascio da parte perché non c’entra nulla con questa riflessione). Chi è spocchioso vive e pensa dall’alto di un piedistallo che lo fa credere qualcuno importante, che siano o meno presenti le reali capacità. Qualora ci siano, è semplicemente ridicolo che facciamo vedere di avercele, ci si accorge tutti che esistono. Non abbiamo bisogno di dimostrarlo. Un tizio si compra un auto di grossa cilindrata, la gente non se lo fila. allora, per spocchia viene e ti dice: “Ma cosa ne pensi della mia macchina?”. A parte che non mi frega nulla e sono contento se lui lo è perché credo che abbia acquistato quell’auto per sentirsi felice. La sua presunta superiorità però lo porta ad aggiungere:“Di queste in giro non ce ne sono altre!”. Allora la sua presunzione diventa per te fastidio perché capisci subito che l’auto è stata acquistata non per sentirsi felice ma per far provare agli altri quel sentimento di invidia che spesso si prova. Lo ripeto, a me non importa nulla. A me però, a lui che ha acquistato quella macchina a quanto pare interessa eccome. Brutto vizio la spocchia, forse uno dei peggiori.

L’affanno di provare ad emergere in una società di immagine e di poca sostanza, ci porta spesso all’altro difetto: la ricerca di visibilità. Su questo potreste darmi tanti di quegli esempi che staremmo ore a parlarne. Facebook è illuminante a tal riguardo. Leggi di tutto e tutti appaiono ciò che non sono in realtà ma ciò che vorrebbero essere. Tanta è la foga con cui ricercano visibilità che alcuni stati sembrano le confidenze del confessionale, o tribunali con tanto di giudici e imputati, o schifose latrine dove ci si sciacqua la bocca con l’acqua sporca che si beve ogni giorno. Però, la visibilità è tutto e per due cuoricini e un “siete bellissimi” si è disposti a giurare il falso anche davanti a Belfagor. Che affanno! Perché si cerca a tutti i costi un palcoscenico virtuale quando si sa bene che nessun palco reale potrebbe mai ospitarci? Misteri di questa comunicazione truccata che è il social.

L’assenza di questi elementi ci obbligano a qualsiasi mezzo per riuscire ad imporci, dall’apparire ciò che non si è, e mai si sarà ed anche all’ansimante corsa a farci riconoscere il titolo fittizio  di virtuali “dominanti” in un mondo di reali “recessivi”.

La conseguenza, quando non si riesce nell’uno o nell’altro tentativo di imporre la nostra personalità(?), è l’invidia, il vizio capitale più deleterio. L’invidia distrugge la credibilità, rovina la salute e ci trasporta in quel mondo illusorio che “ciò che faccio io non lo può fare nessuno” e siccome nessuno ci riesce colui che ci prova “è uno stolto. Come può contrapporsi a me che sono chi sono mentre lui non è nulla?”.

L’invidia si mangia l’umanità, la distrugge dentro e fuori facendo scordare la bellezza che esiste negli altri. “Nessuno è più bello e più bravo di me!” Brutta bestia cari lettori. Ci fa scordare amicizie di vecchia data, ci impedisce di riconoscere i meriti altrui e ci porta a quello stato di immortalità che ci fa credere di aver fatto cose impossibili agli altri. Conseguenza di questa triste inacapacità ci porta immediatamente allo snobbismo. “Si, ci vado a vedere” ( tanto quello non sa fare nulla)..“Si apprezzo il tuo lavoro” e poi però ti leggo il bestemmiario in aramaico quando volti le spalle. “Non puoi esistere tu se esisto io“, questa la massima dell’invidioso. Il rischio che qualcuno possa solo ombreggiare la sua “grandezza” fa fare e dire cose allucinanti all’invidioso. Finge, prima cosa, racconta panzane in secondo luogo e poi ti affibbia la stoccata finale sparlando di te alle tue spalle. Ditemi se nessuno di voi è incorso in queste trappole!

Spocchia, la corsa alla visibilità e l’invidia conducono in breve tempo alla indifferenza verso gli altri, verso quelli che sono i veri problemi dell’umanità, alla mancanza di sensibilità, di tatto, di accortezza nelle relazioni sociali, anche in quelle più strette. Ti accorgi che questo mondo è sempre più piccolo ma anche sempre più stretto e ti chiedi troppe volte:”Cosa ci faccio?“. Allora vengono in mente strane idee e condividi  questo disagio con il vero amico che sa capirti perché a sua volta c’è passato pure lui. Già, il mondo è pieno di storie inutili come questa ma è anche pieno di individui sempre più tristi che vedono in te la tristezza che patiscono loro, di altri che soffrono di psicosi di vario genere ma che dicono che tu sei psicotico, di persone sempre più sole perché da quella finestra sul cortile del mondo “non riescono a vedere quello che di bello esiste fuori“.

E mentre tu hai dimostrato la bellezza che c’è negli altri, loro non hanno mai detto nulla di quella che potrebbe esserci in te e negli altri. E gongolano per i like e per le condivisioni. Prendete fiato ogni tanto che ve ne servirà quando l’aria sarà rarefatta e quella presunzione vi si stringerà attorno insieme alle vostre convinzioni. E mentre state a pensare che non si ha bisogno degli altri, qualche volta può succedere che  gli altri non ci saranno quando capiterà che ne abbiate bisogno.

Chiudo con questa massima di un mio amico: “Avete la saggezza del cesso!”

Antonio Masoni

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