Tempio Pausania, 8 mag. 2016-
Non ho mai espresso alcun parere sulla rotatoria di San Giuseppe. Non l’ho fatto per due buoni motivi. Il primo è che sono favorevole e lo ero anche quando l’idea venne alla luce già da diversi anni, in passate amministrazioni che ne parlarono. Una rotatoria stradale che è realtà ovunque, almeno in quei paesi dove le strade stesse vengono costruite prevedendole nel progetto iniziale, chissà perché a Tempio deve destare tanto scalpore e tanto schiamazzo ingiustificato.
Il secondo punto è che costruire una strada, in ogni paese civilizzato, è l’apriporta della civiltà moderna, quella che permette alla società di crescere e svilupparsi. Su questo credo ci sia poco da obiettare.
Le rotatorie
Mi vorrei soffermare però sulle rotatorie che sono, e non certo secondo me solo, il segno tangibile che è il metodo migliore per regolare in maniera serena il traffico, specie laddove lo stesso è ad alta densità com’è proprio nella suddetta zona in oggetto. Si annullano i semafori, si riduce la velocità, bisogna dimostrare di essere non solo conduttori di un mezzo a motore ma rispettosi e coscienti che è necessario rallentare. Nel caso delle rotatorie, la precedenza può essere regolamentata da segnali di precedenza (all’Italiana) oppure no (in Europa); nel primo caso bisogna dare precedenza a chi viene da destra, nel secondo invece ha precedenza chi entra per primo nella rotatoria. Le frecce vanno usate sempre, in entrata e in uscita. Si mette la freccia a sinistra per entrare in rotatoria mentre va messa a destra per uscirne. Certo, bisogna usare prudenza comunque ma alla fine non saremo imbufaliti dalle lunghe code dei semafori Vi ricordate la coda in uscita da Tempio verso la strada per Sassari/Palau , quando le ultime macchine erano ancora in circonvallazione San Sebastiano?.
Un aspetto sgradevole della vicenda rotatoria:
A prescindere dalle diverse posizioni politiche che ancora mi suonano strane, perché si moltiplicano i comunicati dell’uno o dell’altro partito, credo che si sia toccato il fondo di un aspetto deteriore del vivere civile quando si sono letti sui social vituperi e maledizioni di ogni specie sull’operato di questa amministrazione. Credo che sia chiaro quanto io sia distante da chi ci amministra, così come lo sono stato dai precedenti e da quelli venuti ancor prima, ma sono rimasto sbigottito dalla piega assurda che ha preso qualche personaggio della città che ha pensato bene di sciacquarsi la bocca con ogni specie di insulto per le piante abbattute. Non sono infatti sorpreso dal fatto che gli amministratori non abbiano partecipato all’assemblea recente del 5 maggio. Non penso sia produttivo prendersi altri insulti semplicemente perché “Un amministrazione, aldilà della fantomatica democrazia partecipata, di cui un po’ tutti si riempiono la bocca, dev’essere giudicato non prima del suo operato, semmai dopo che le azioni intraprese avranno il tempo di essere metabolizzate, digerite ed espresse in risultati tangibili”. Questo lo dicevo anche ai precedenti amministratori che dovevano sentirsi in debito di dover raccontare ogni mese alla TV quanto avevano fatto o stavano per fare. Ma scherziamo? Quale obbligo? Dicesi cortesia semmai, e come tale si può praticare oppure no. Un amministratore civico ha il dovere di ascoltare un cittadino ma non ha l’obbligo di dover sempre rispondere allo stesso quando lo stesso mostra acredine e usa cattive parole per il suo operato. Eppoi è cosa nota che non tutti possano essere d’accordo. Per uno contento ve ne sarà almeno un altro non soddisfatto.
Le piante:
Non conosco di preciso quante e quali piante siano state abbattute ma mi dite quale strada al mondo si può costruire senza dover rinunciare alle piante che ne impediscono la realizzazione? Un leccio ci mette diversi anni per crescere, un albero di giuda molto meno, altre specie vegetali credo (non sono esperto) pochissimo. Io vorrei sapere quante persone godevano d’estate del fresco di quelle piante a dimora su una strada ad alta densità di traffico. Abito da quelle parti e ci passo 5/10 volte al giorno e non mi pare di aver visto mai delle persone sotto quelle piante, tranne qualche anziano che di solito sostava sotto il grande leccio che credo sia stato solo potato e non abbattutto. Qundi, dove sta lo scandalo? Ho visto stasera i marciapiedi appena pavimentati: sono gradevoli, ampi, e hanno previsto spazi di terra dove verranno messe a dimora altre piante. Allora? Dove sta il problema? Trattasi di pseudo ambientalisti di comodo ai quali vorrei chiedere se userebbero lo stesso metro di giudizio quando si scaldano il camino con la legna o col pellet che mi pare abbia una stessa origine vegetale. Insomma, non me ne vogliano i cultori ma gli alberi, da quando il mondo è mondo si sono tagliati per svariati usi e motivi (sono pure figlio di falegname e per questo dovrei sentirmi in colpa?), così come opportunamente sono stati ripiantati e nessuno se ne è mai meravigliato.
Conclusioni:
In chiusura vorrei ricordare che a Tempio esistono ben altre priorità da seguire e da contrastare con efficacia. Tempio, nel breve giro di qualche anno, perderà le sue esclusive storiche, qui permane uno stato di insoddisfazione per l’assenza di prospettive di lavoro, qui ci stanno scippando il futuro nostro e dei nostri figli. Questa politica da facebook non mi piace per nulla. Ben sta facendo l’unico ente che sta producendo prospettive di rilancio a più voci, l’Unione dei Comuni. Il solo Istituto che parla il linguaggio che predico da una vita, quello della Città Territorio, senza capofila ma con tutti dentro con il solo scopo di viaggiare compatti verso nuove soluzioni e nuove prospettive, con progetti intelligenti ed efficaci, con piani di rilancio che non sono cartucce a salve ma vere e proprie macchine da guerra che potrebbero dare alla Gallura e a tutti i comuni di altre zone del nord sardegna, la certezza che un futuro ancora esiste e bisogna fare di tutto per raggiungerlo. Il bene comune lo si ottiene col concorso di ogni forza in campo. Indirizziamo l’obiettivo verso questa strada, se vogliamo ancora avercela la speranza. Tutto il resto è facebook.
Gli italiani, popolo di predicatori, navigatori, poeti, santi e…(aggiungeteci voi la parola che preferite).
Antonio Masoni