Tempio Pausania, Ogni volta che si chiude un ospedale, una scuola, un diritto sociale, non potete usare la parola democrazia.

Tempio Pausania, 24 ago. 2015-

Dubito  ad usare la fonte Wikipedia per qualsiasi cosa anche se spesso l’ho fatto. Un senso di frustrazione mi assale quando devo adeguarmi a termini che non possono essere codificati o ridotti alla mera etimologia. In ciascun verbo, in qualsiasi parola usata, si individuano le famose sfumature, quella libera interpretazione di ciascuno di noi che esula, anzi deve esulare, dalla corretta origine dei termini e delle vicende.

Sapere poi che tutta la famigerata Wikipedia altro non è che l’ennesima “distrazione di massa” voluta dal Potere per confondere le idee, così come accertato da più che autorevoli fonti, mi spinge a distaccarmene e provare, per quelle che sono le mie modeste capacità intellettive, a sintetizzarne i contenuti alla luce delle mie intuizioni. Ammetto di aver spesso preso abbagli e di essermi servito, per conoscere il vero significato di una parola, del sempre valido Zanichelli della Lingua Italiana piuttosto che di strumenti web di cui non si conosce quasi mai l’autore e che possono essere aggiustate, così era almeno, anche attraverso ulteriori appendici.

Da diversi anni non ascolto più un notiziario televisivo e non mi informo sulle grandi questioni sui giornali. Tutti i media, e non è certo una mia valutazione, sono controllati e ogni notizia viene filtrata prima di essere immessa nella giungla della comunicazione ufficiale. Ciò ha un suo peso straordinario perché, tradotto in elementari espressioni, significa che nulla viene riportato come realmente successo, ma come dev’essere diffuso. Ogni  giornale, anche quelli definiti indipendenti, appartiene a qualcuno, sia esso partito o privato a quello collegato.

Credo che sia tempo perso continuare a prendersela con questo governo, sia esso nazionale o regionale. Non serve a nulla. Addomestica solo il nostro livore per un po’, ci fa sentire migliori di chi non lo fa; per qualche minuto viviamo dei consensi di approvazione sui social. Tutto qui, e basta. Là fuori, dove si decidono le cose non ci stanno i politici ma qualcuno che cambia spesso cravatta e acquista il nostro futuro ogni giorno imponendo le sue leggi per nulla democratiche.

Il Potere, una vera e propria associazione a delinquere, un branco di avvoltoi famelici, di cui pochi conoscono nomi e visi, non ha bisogno di sapere che il popolo sta male. Lo sa bene e pensa soltanto una cosa: “non me ne frega nulla!”. Attenzione però a non confondere il Potere con quei balocchi di politici. Essi sono esecutori, una specie di boia che assesta l’ultimo atto di un’esecuzione che altri hanno ordinato. In nome di cosa? Di interessi finanziari, del capitalismo osceno, della conservazione dei propri privilegi e del controllo di tutto, dell’economia (base di tutto come credo sappiate), della comunicazione, del flusso immigratorio, delle guerre, delle povertà estreme dei paesi sottosviluppati, sino al controllo dell’alimentazione, della salute, della formazione e dell’istruzione. Tutto, proprio qualsiasi cosa vi venga in mente e che abbia una sua base sociale fondante ne viene colpita. Sino all’ultimo pezzetto di carne da spolpare, come gli avvoltoi della foto.

Ora il Potere non ha bisogno di scatenare una guerra, troppe sarebbero le devastazioni e le conseguenze anche per chi lo gestisce. Allora mette in scena un altro repertorio, quello in abiti eleganti e simposi, quello delle “fondazioni” umanitarie, delle associazioni filantropiche o quello del sostegno alla solidarietà internazionale. Dietro qualsiasi azione apparentemente umanitaria, si nasconde sempre qualcosa che al Potere serve. Così si distraggono le masse, così si ottengono molti più risultati di una rivoluzione armata. Un po’ come parlare del culo della Belen mentre vi aumentano le tasse!

Intanto, ogni giorno si spezza qualcosa. E sarà sempre peggio, e sarà sempre di più un olocausto di umanità. Non si tratta di tagli semplici o riduzioni delle spese pubbliche. Una spesa pubblica non è mai un costo essendo derivata da esigenze sociali e quindi del bene di un popolo. Invece no, vi fanno credere che bisogna tagliare perché si spende troppo. Certo che si, se pensiamo che non abbiamo più una moneta nostra. Ora siamo sotto scacco di un estorsione umana e di un ricatto continuo proprio di quel Potere che veste in giacca e cravatta. Non lo dico io che non sono nessuno. Lo dicono i maggiori economisti del mondo, premi Nobel di cui la stampa non parla e che su Wikipedia, stranamente, vengono riassunti in poche righe o in biografie inutili senza mai parlare del loro pensiero.

Ogni volta che si chiude un ospedale, che si accorpa o si chiude una scuola per il cosiddetto deficit (altra stupidata), muore quel termine usato “democrazia” che non vorrei più leggere o usare. Non esiste una democrazia che non tuteli un popolo e continui a decretarne la morte ad ogni soffio di austerity. Abbiamo perso noi la forza di opposizione ai soprusi perché ci sarà sempre qualcuno che ci spiegherà che un taglio è necessario. Per chi? Per cosa? Chiedetevelo. 

Antonio Masoni

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