Tempio Pausania, oltre……

Tempio Pausania, 27 lug. 2015-

Esiste una forma di rispetto obbligato verso chi ha sofferto nella vita. Oltre, c’è il ribrezzo insostenibile della mercificazione del dolore. Oltre, non si deve andare. Oltre, inizia il silenzio di chi deve pensare solo alla fugacità dell’esistenza umana e alle contraddizioni che ne sono parte essenziale. Oltre, c’è la magia dell’ignoto che ci attende e l’incertezza di un vissuto che soffoca. Oltre, ci siamo tutti, buoni e cattivi, dolenti e gioiosi, capaci e incapaci, silenziosi o ciarlieri. coscienti o meno…. siamo tutti appesi e sospesi a quel filo sottile che ci costringe ad acrobazie quotidiane. Ogni vita va rispettata, il rispetto per le vite altrui è vita a sua volta. Un silenzio assordante accade quando vieni attraversato da un pensiero estremo.

In ogni vuoto c’è un pieno, in qualsiasi vita c’è l’istinto che ci definisce animali o uomini, a seconda di quel che facciamo, diciamo, sentiamo. L’odore delle cose è sentimento che visualizza le nostre sensibilità differenti e le fragilità che si mostrano ad ogni piccola occasione. Il silenzio è obbligatorio, come il sottile strato di rugiada che irrora l’erba estiva siccitosa. E’ prezioso humus che fa crescere le piante inaridite dal sole. E’ vita che da vita ad altre, quelle passeggere e  dolenti che hanno camminato a passi lievi ed incerti in questa stazione di transito che è l’esistenza umana.

Il silenzio non lo puoi comprare, esiste già, è tuo. Il rumore è roba da ricchi annoiati, di chi fa del frastuono, dei tuoni, degli impeti il proprio stile di vita. Il silenzio incute paura ma è vitale per alleggerire il nostro già oneroso carico quotidiano. L’amore per se stessi, quasi in automatico, diventa amore per gli altri, come un vento di ponente che alleggerisce l’afa e ci fa respirare l’aria della piena maturità.

Nella vita si decide di passare leggeri o carichi di parole, scarpe grosse ed entrate di punta,  inutili e dannose. Ognuno sceglie la propria nicchia dove sostare e agire, a tutti ne è data facoltà.

Strana condizione quella umana. La vita! Quando sembra “si”, diventa “no”, quando appare chiusa nel fuoco dannato del dolore ci sorprende e ci spinge più in là, oltre…in quella atmosfera ricca di solitudine, appagata dalla malinconia bella, quella del clown. La maschera dipinta sul volto che fa ridere mentre dietro scorre la lacrima o la tristezza.

L’essere umano sa essere bestia come il dolore nascosto, quel piccolo e infingardo tarlo che rode ogni giorno, sospeso tra l’esserci e il non esserci più.

Bisogna però ricordare tutto prima di chiudere gli occhi, gli istanti demoniaci e le risate a crepapelle, ma ora regna il silenzio, ora è il tempo della fotografia ingiallita dal tempo nella quale vedere sfumati i contorni del mondo attorno. Tutto è un attimo, come solo un minuto secondo può essere.

Antonio Masoni

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