Tempio Pausania, per essere precisi, per far capire cosa sta succedendo, per essere chiari ma sempre rispondendo ad un libero pensiero.

Tempio Pausania, 26 mar. 2015-

Egregio Sindaco Marisa Careddu,

Mi rivolgo a Lei con la pacatezza che mi contraddistingue e che negli ultimi tempi ho un po’ lasciato da parte. Le scrivo in veste di semplice, ma informato, cittadino. Uno di quelli che è stato presente alle vicende dell’ospedale Paolo Dettori. Ho documentato e dato possibilità a tutti di poter esprimere anche delle dichiarazioni sul mio blog che non è un giornale on-line, e mai ha avuto la presunzione di esserlo. Un blog è uno spazio aperto a quanto succede, dà la possibilità a tutti di confrontarsi, discutere, obiettare e criticare. Riporta notizie di altri, riferisce di cose importanti per la comunità e lo fa come gli è possibile e certo, e lo posso giurare, mai con l’intento di venir meno al proprio compito di strumento di comunicazione.

Mi si imputa di essere fazioso. Da quale strano sentimento Le giunge questo pensiero? Mi si imputa che ciò che scrivo sia uno spauracchio. Ciò mi tranquillizza.

Allora è tutto a posto?

Le chiedo, in considerazione delle sue affermazioni su face book, su quale aspetto Lei denunci la mia faziosità. Forse su quello di scrivere le cose come stanno? O forse su quello che da tempo sto informando la gente che ha la bontà di seguirmi sulle vicende dell’ospedale senza avere dietro di me né suggeritori né padrini? Forse pensa che voglia sostituirmi a Lei o ai suoi colleghi degli altri paesi della Gallura? Spetta a me dire cosa occorre fare? Non sarei mai e poi mai all’altezza di sostituirmi a chi ha dimostrato capacità e tenacia.

I miei contributi a questa comunità, seppure si possano leggere come tali, sono semplicemente di conoscere e far conoscere come stanno le cose. Ho basato tutto su dichiarazioni di consiglieri comunali addentro alle vicende (Marcello Doneddu, Presidente di Commissione e Nicola Luciano) e su quelle del Sindaco di Calangianus (Gian Martino Loddo), sulle dichiarazioni dei presenti alla lotta per il Paolo Dettori. Lei compresa. Ho raccolto le giustificate dichiarazioni di  soddisfazione  di Nicola  Luciano,  all’indomani dell’incontro a Nuoro con l’assessore Arru con una delegazione tempiese, tra cui l’Avv. Marianna Bulciolu, durante il quale l’assessore aveva dato ampie garanzie che tutto sarebbe rimasto com’era e non solo. C’era speranza che si acquisissero anche altri servizi.

Sono stato presente agli incontri, alla lotta del Popolo dei Lucchetti e ho cercato, nel mio ristretto ma qualificato ambito di lettori, di essere chiaro, conciso e soprattutto costruttivo su questa battaglia per il nostro ospedale.

Sarebbe in grado di dimostrare il contrario?

Veda, Egregio Sindaco, Lei continua a fare riferimento a Pigliaru (che io non ho votato) o alla attuale Giunta di Centro-sinistra che governa la regione. Sa bene però che il disegno di Pigliaru, e prima ancora quello di Cappellacci, era soltanto in risposta ad una legge nazionale che ha determinato tagli e riduzioni dei costi nella Sanità. In altre parole, gli attuali e anche i precedenti amministratori regionali, non hanno potuto opporre alcuna decisione contraria, pur potendo insistere sulla diversa situazione geografica della nostra isola, vista da diversi punti di osservazione. La soluzione da opporre esisteva, e non si tratta di deroghe o di attesa. L’ospedale verrà ridimensionato, che piaccia oppure no. Tra quei placet, termine che l’ha notevolmente disturbata, ho compreso tutti, amministratori e cittadini, quindi ci sono anche io tra loro. Il placet non era riferito a Lei o ad altri in particolare ma a tutti perché a cose fatte non potremmo far altro che chinare il capo e per l’ennesima volta prostrarci dinanzi a quel che tutti abbiamo giustamente definito ABUSO.

La soluzione proposta dal Sindaco Loddo, era una soluzione valida da cercare e se Lei ricorda l’incontro al Palazzo Pes Villamarina, quella soluzione non era solo valida ma forse anche la sola da cercare, tutti assieme.

Ora non è tempo di incolpare questo o quello o di elogiare quello o quell’altro. Ora è tempo che tutti, da chi amministra a chi agisce come amplificatore delle notizie, metta da parte ripicche personali e contribuisca ad una vera e propria rivolta al sistema. Si, egregio Sindaco, è quello da combattere, il Sistema. Attenersi alle leggi è certo un dovere ma provare a non subirne le conseguenze nefaste è un nostro diritto di popolo.

La conferenza che Lei dice sarà giustamente  rinviata, deve dar modo a voi tutti di escogitare un piano strategico alternativo mettendo da parte rivendicazioni personali o attribuendo ad altri mancanze o abusi che in realtà non sono la chiave di lettura del problema.

A monte ci sono gli interessi di un territorio, disagiato da strade impercorribili e da quelle economie un tempo produttive perdute o che si perderanno, quelle ricchezze che prima erano nostre e che ora lentamente muoiono. Di chi la colpa? Di Pigliaru? Cappellacci? NO, è il sistema che lo voleva e lo ha ottenuto. Ci fosse stato chiunque al loro posto le cose non sarebbero diverse. La politica che conta fa abbassare la guardia a tutti perché basa la sua forza sulla debolezza di un popolo che tanto sarà sempre pronto a scannarsi per questo o quel candidato, per questo o quel partito. E poi ci si chiede ancora perché monta la sfiducia nella politica?

Metta da parte questi aspetti e eviti di scrivere che le colpe ce le hanno sempre gli altri. Nessuno le ha date a Lei. Lei, come tutti gli altri, i cittadini, io per primo, i sardi hanno solo una colpa: quella di non aver fatto mai nulla per contrastare il Sistema e di non aver mai pensato che le appartenenze e i giochi di palazzo giovano forse al momento ma poi diventano un’arma subdola che ci ritroviamo infilzata nella schiena.

Ma chi sono io a dire a Lei cosa bisognerebbe fare? Ha tali e qualificate competenze per riuscire ad essere utile in questa battaglia che solo a pensare di poterLe suggerire qualcosa, mi tremano le gambe. Vorrei solo che smettesse di pensare che il sottoscritto stia remando contro di Lei o contro il sindaco di Tempio o contro qualcuno in particolare. Il mio intento “è stato”, “è” e “sarà” sempre quello di stimolare chi ci  amministra a trovare risposte, soluzioni e, se occorre, anche a sollevare la voce. Ma che sia un coro però, non un assolo!

Poi la Storia pare  la scrivano i vincitori. Noi, se perdiamo questa battaglia, saremo solo retrocessi nell’anonimato di chi non ha più nulla da difendere e da raccontare.

Con rispetto, Antonio Masoni

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