Tempio Pausania, Persone piccole, piccole. Nutrono il loro animo del dileggio verso gli altri, anche nelle vere tragedie.

Tempio Pausania, 7 ott. 2015-

Vorrei scrivervi della mia nausea nel leggere ancora una volta di disumanizzazione e di gratuita cattiveria nei confronti di chi sta passando un momento difficile, il peggiore della propria vita.

A margine della storiaccia del Direttore delle Poste di Calangianus, ora agli arresti domiciliari per aver sottratto 25.000 euro dal conto di una calangianese che risiede a Londra, reo confesso e quindi giustamente colpevole del reato, si cela una serie di umane disgrazie che dovrebbero far riflettere quelle stolte persone che stanno intromettendosi nella vita di ciò che resta, moglie, figli e un’intera famiglia.

Costoro, sia dalla parte del reo confesso che da quella della famiglia della moglie, che colpe avrebbero, secondo voi? Quali sarebbero i loro errori in una vicenda in cui il colpevole ha agito di nascosto da tutti, senza che mai si potesse sospettare qualcosa?

Eppure, i vermi di montagna, quelli che mangiano e cacano nello stesso posto, gli stessi che procedono alle diffamazioni mezzo web o stampa, si moltiplicano con accuse, più o meno marcate anche ai parenti del colpevole, sguazzando in quella brodaglia di infamie senza nemmeno preoccuparsi di chi vanno a colpire, figli compresi. E’ questa l’azione continua dei vermi di montagna, indegne persone che strisciano dinanzi al potere e se ne stanno lassù, dove l’alta quota li preserva dall’essere schiacciati da piedi di uomini veri, dei pochi rimasti.

Oggi ho parlato con un familiare, della moglie per essere precisi. Aveva gli occhi gonfi e pronti ad esplodere in lacrime per messaggi ignobili ricevuti e che riguardavano la vicenda. Dietro tutto questo c’è una donna anziana, ci sono i figli, i fratelli e le sorelle, i nipoti, da una parte e dall’altra.

Nessuno di questi ha colpe su quanto avvenuto mentre tutti questi vermi di montagna hanno colpe gravi per appagare il loro ego malato che vede il gheriglio e non la noce all’interno. Nessuno si cura e si preoccupa di usare tatto, di metterci dentro quel residuo di sensibilità che è un obbligo a tacere, a smettere di infierire su chi ha addosso ferite mortali. Su chi porta anche personali problemi di salute, su chi deve combattere con la gogna dei diffamatori che speculano sulle altrui tragedie, senza un minimo di umanità. Tutti giudici e boia, al rogo, al rogo!

Nessuno sta mai dalla parte di chi viene colpito. Troppo affannati a condividere gli articoli di stampa che denunciano il reato e far apparire un reato collettivo, dell’intera doppia famiglia, e non già del singolo che lo ha compiuto. Come se avessero colpe i palestinesi innocenti di essere figli di quella terra di guerra che è stata devastata a prescindere da chi ci vivesse.

Capisco bene perché nessuno sta mai dalla parte delle vittime. In automatico sono tutti colpevoli, tutti sapevano di quei prelievi ed erano d’accordo. A questo ci siamo ridotti, cari lettori, a godere delle disgrazie degli altri per chiudere i nostri stessi occhi sulle nostre. Soprattutto sulla disgrazia irrisolvibile di essere bestie fameliche Ricordiamoci sempre che una disgrazia se ne porta addosso tante altre. Ma di quelle altre che c’importa?

Antonio Masoni

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