Tempio Pausania, A proposito di alberi, priorità e affini. La desertificazione sociale.

Tempio Pausania, 21 apr. 2016-

Ho finito i munuti telefonici e prima del 24 aprile non posso chiamare nessuno. 1000 minuti, questo mese, sono volati via così come spesso vola via di tangente la partigianeria dei frequentatori dei social network, tra i quali, seppure saltuariamente, ci sono pure io. Oh, non faccio retorica, lo guardo ogni giorno, leggo come tutti, ma mi metto al riparo dalle sciocchezze e dal palcoscenico per nulla ovattato degli urlatori di professione e di fede che, chi per una ragione e chi per l’altra, sono sempre a dibattere, giudicare, manco si fosse in tribunale. “Quello che conta, è prendere una posizione!”, mi urla dietro tizio….“Queste sono cose incivii, barbare e io ti auguro tutte le maledizioni del mondo, quello civile ed incivile!!”.

Foto Nick Fenu, la strada per Sassari
Foto Nick Fenu, la strada per Sassari

Per un ateo, così come sono io, anarchico, critico e costruttivo quando può, che mi dichiaro libero, perché credo di esserlo, dato che a nessuno devo rispondere del mio pensiero e delle mie azioni, che divulgo notizie e comunicati di chicchessia, purché espressi correttamente, non è che mi si deve tirare per la giacca a esprimere un’opinione su quello che alcuni ambient men’s hanno già, da più luoghi e in qualsiasi modo, dichiarato.

Indi per cui, dico la mia, riservandomi di sapere appena possibile se questo radicale taglio al verde fosse necessario, se contemplato dai progenitori di questa rotatoria, se presente nel progetto iniziale e se assolutamente necessario per problemi di spazio, di malattia delle piante oppure no.

Ciò che considero fuori luogo, aldilà del motivo del contendere, è questa ferocia dialettica contrapposta al sarcasmo dei fautori dell’iniziativa. Come se la disputa sia tra pochi e non sia di competenza di un’intera comunità. Come se non ci fosse un domani.

foto Nick Fenu, il marciapiede privo delle piante tagliate
foto Nick Fenu, il marciapiede privo delle piante tagliate

Vero è che una pianta ci mette anche centinaia di anni prima di ricrescere, altrettanto che basta una motosega o un cerino per distruggerla, ma è anche vero che, come esprime meglio di chiunque il Dalai Lama nella frase di sotto, se pensiamo troppo al futuro e non viviamo il presente, non possiamo vivere né l’uno né l’altro.

“Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell’Occidente, è che perdono la salute per fare i soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere né il presente né il futuro. Vivono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto. (Dalai Lama)

“Si, ma le piante erano malate, vecchie, pericolanti qualcuna”. Lo avete chiesto alla pianta o vi siete fidati del vostro intuito agronomico e magari un vero esperto non lo avete consultato?

foto Nick Fenu, V.le Valentino dopo il taglio delle piante
foto Nick Fenu, V.le Valentino dopo il taglio delle piante

“Si, ma le piante ingombravano i marciapiedi e veniva difficile passarci!” Lo avete chiesto a chi? Al vostro intuito o vi risultano lamentele dei passanti su tale argomento?

Queste risposte io non le conosco e quindi, da spettatore attento e anche distratto della mia città, attendo chiare prese di posizione, prima di far convergere il mio pensiero su questo argomento. No che a a qualcuno interessi, sia chiaro, ma giusto perché mi hanno tirato per la giacca. Con la stessa poca lucidità che posseggo in questa vicenda, posso dirvi che ritengo peggiore la situazione viaria cittadina e l’illuminazione pubblica, questa si. Che ancora ci siano interi quartieri al buio, nonostante si sprechino segnalazioni e documentazioni a tal proposito. Ritengo, senza andare fuori tema, che sia peggio una totale inerzia amministrativa di decennale memoria sul problema lavoro, una mancata presa di coscienza che non esiste un futuro per i nostri figli, che ci si rifiuti di capire dove stanno i problemi reali del paese che vivacchia in improvvisati teatri virtuali e non muova un dito per partecipare a riscrivere almeno qualche pagina di speranza, che certo non sono trenta o quaranta alberi.

Esiste la programmazione amministrativa sinergica, strada da qualche tempo opportunamente intrapresa,  che potrebbe toglierci qualche pensiero furioso, adottando politiche comuni al territorio, che bisogna studiare a fondo questa deriva socio economica che sta portando distruzione di uomini, donne, famiglie intere. Bisogna sapere cosa ci stanno facendo e provare a reagire di fatto al disegno criminale del totalitarismo delle finanze occulte, cosa che in ultima analisi si rflette anche sui piccoli comuni che stanno agonizzando per mancanza di prospettive. Desertificazione sociale la chiamerei, il portare la gente a infuriarsi per piante abbattute, a torto o a ragione, e scordarsi di comprare il pane per casa. Ma è mancanza di memoria o privazione?

la quercia (leccio) all'angolo tra via Sassari e V.le Valentino
Foto Nick Fenu, la quercia (leccio) all’angolo tra via Sassari e V.le Valentino

Non accontentatevi delle parole, date l’esempio voi stessi. (Dalai Lama)

Antonio Masoni

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