Tempio Pausania, Quando fare il proprio lavoro diventa cortesia, disponibilità e sorrisi. Grazie Poste Italiane.

Tempio pausania, 23 lug. 2015-

Non sono abituato ad affondare il colpo quando penso che esistano le ragioni per farlo, pur quando ricevo scortesie evidenti. Mi tengo alla larga dallo scrivere ogni pulsazione seppure, lo ammetto, sono stato qualche volta trascinato nel dileggio a cielo aperto nei confronti di ossessivi personaggi che su facebook hanno piazzato la loro tenda e vivono dell’offesa fine a se stessa e delle calunnie che piovono addosso senza che abbia mai avuto il piacere o dispiacere di conoscerli di persona o loro di conoscere me.

Per una volta vorrei parlare di un bell’esempio di cortesia, professionalità e di una grande disponibilità che è andata oltre il cosiddetto “dovere” di un impiegata dell’ufficio postale di Tempio Pausania.

ANTEFATTO: ho tre figli, uno di loro in vacanza “premio” in Francia. Il problema dei soldi e di cosa sia meglio usare. La poste pay è uno di questi validi sistemi, forse tra i più usati tra i giovani di oggi. Costa poco attivarla, la ricarichi quando vuoi e la puoi usare anche all’estero come carta di credito o come bancomat per prelevare agli sportelli. Mio figlio ha probabilmente usato incautamente la carta per pagarsi l’albergo dove, evidentemente, non si accettava (capita che non tutti i circuiti siano compresi nei POS). Ciò, in immediato, dopo una transazione non andata buon fine, comporta il blocco della carta stessa. problema: non può più utilizzare la carta.

Fatta questa premessa mi reco alle poste. All’ingresso, come certo sapete, ci sono a destra tre uffici chiusi da porte scorrevoli di vetro. Entro, perché libero, in uno di questi uffici. Un impiegato, gentilissimo, mi spiega che del mio problema si occupa la collega di fianco. Attendo, prima o poi si libera. La stessa infatti era occupata con un cliente di quelli a cui, purtroppo, perché lo conosco, manca il pomeriggio di qualche giorno della settimana. Vabè, finisce prima o poi. L’attesa si fa piuttosto lunga e passeggio nervosamente, mentre senza volerlo percepisco la difficoltà dell’impiegata nello spiegare cose che sento e che sarei in grado pure io, dopo questa inattesa origliata, di spiegare al cliente. Mi sorprende il tono sempre conciliante dell’addetta al servizio che, con benevolo e sempre sorridente tono, continua a fornire dettagli e ripete di getto, senza fastidio, la stessa cosa. “Oh, te lo spiego io ora se vuoi” – mi passa per la testa di entrare e dirglielo. Mi trattengo ma sono in attesa che si è fatta lunga e mio figlio sta aspettando una risposta. Pazienza, mi dico, pazienza. L’ufficio postale, come sempre, è pieno. Le sedie tutte occupate. Devo restare in piedi.

Finalmente, il cliente si è alzato. Va via, non prima di salutare affettuosamente l’impiegata che si mostra sensibile e decisamente conciliante.

Penso: “Ora che entro io per provare a farmi risolvere questo maledetto problema, ne avrà le scatole piene e chissà come si comporterà”. Nulla di più sbagliato.

“Buongiorno, vorrei chiederle questa cortesia”. Alza le spalle, senza sbuffare (e ne avrebbe ragione poverina!) ricordando il cliente precedente, quasi chiedendomi scusa per la lunga attesa e facendomi capire che la pazienza è sempre necessaria.

“Senta, vorrei…bla…bla…bla..” ” Aspetti” mi dice ” mi faccia fare prima un controllo”. Dalla verifica sul suo computer la carta risultava vuota, non c’erano i soldi che qualche giorno prima erano stati caricati. Occorreva saperne di più. Insomma, per me doveva fare una serie di indagini per verificare il perché quella carta non si poteva usare, perché fosse “vuota” e il perché era stata bloccata. La telefonata le chiarisce l’accaduto e, contestualmente mentre parla con una probabile sede centrale, si appunta su un foglio quanto la collega al telefono le dice. Finisce dopo una ventina di minuti la chiamata, tra attesa e numeri da selezionare “..per parlare digiti…per sapere di…digiti, ecc….ecc…”. Il suo volto appare ora disteso. ha capito cosa è successo e dove sta l’inghippo. Mi spiega..capisco. Mi dice di attendere che deve fare un ulteriore verifica dei tabulati della carta. Torna e mi rassicura: “Guardi, meno male. Non c’è stata nessuna attività illecita perchè poteva anche essere stata clonata  e qualcuno averla prosciugata”.  Mi fornisce una serie di numeri di contatto eventuali. “Normalmente una carta bloccata viene sbloccata dopo mesi e non prima di due settimane. Sono riuscita a fargliela sbloccare per sabato prossimo, 25 luglio” “Grazie, mio figlio torna il 23, ma grazie davvero”

Qualcuno, leggendo, dirà:”Ebbè?”. Ve lo dico io  perché vorrei sottolineare questa mattina persa tra poste e telefono a placare la fibrillazione di mio figlio che aspettava da ore una mia chiamata per tranquillizzarsi. Per me aver avuto a che fare con la cortesia, la disponibilità e il sorriso, le rassicurazioni di un’impiegata che è andata oltre il suo dovere risolvendomi un quibus mica da poco, è stato illuminante e positivo. 

Cari lettori, non siate intolleranti negli uffici pubblici, lo scrivo perché troppo spesso leggo su facebook di “questo che.., di quella che..” Siamo tutti nella stessa barca, tutti in questi giorni abbiamo sofferto il caldo, tutti sopportiamo per lavoro casi che esulano persino dalle nostre competenze. Tutti proviamo ogni giorno a trovare la forza di pensare al domani. Anche quell’impiegata.

Grazie Signora, non solo per avermi fornito le informazioni necessarie, ma perché  lo ha fatto sempre col sorriso, anche con quel cliente difficile che mi aveva preceduto nel suo ufficio. Complimenti agli impiegati delle poste, a tutti senza distinzione. Martedì scorso ho avuto una bella lezione di vita, di educazione e di umanità da parte di un’impiegata delle poste italiane di Tempio che è andata oltre il suo lavoro e lo ha fatto con eleganza, senza mai una sola volta mostrare fastidio ( e dire che motivi ne avrebbe avuto). Questa è l’Italia che ci piace.

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