Tempio Pausania, Sta di casa qui l’onestà? Si, sempre! No, mai!

Tempio Pausania, 1 feb. 2016-

In quanti modi si esprime l’onestà?

Svariate sfaccettature o sfumature (per restare dentro una parola straodinaria ma legata ahinoi a qualche imbecillità cinematografica) ce ne fanno assaporare raramente l’essenza, quella delle piccole cose, dei piccoli gesti, di quei momenti in cui è bello guardarsi negli occhi e dirsi “Grazie”. Sempre pochi i gesti e troppo carenti le opportunità nelle quali riusciamo a ribaltare preconcetti e luoghi comuni che fanno parte dei nostri tempi, gli stessi dove sono esagerate le contraddizioni del sistema e innumerevoli i casi di acclarata disonestà.

L’onestà intellettuale, è forse la meno riconosciuta, seppure tra le più nobili che esistano. Merce per pochissimi eletti, materia per menti che trascendono sempre e comunque dai personalismi, figli di questo tempo senza più confini tra chi merita e chi no. E’ il rarissimo dono del sapere ammettere opinioni contrarie alle proprie e vederne  una corretta etica, a prescindere se corrisponda o meno alla nostra. E’ vivere sempre con coerenza le proprie idee. E’ sapere di avere dei limiti e di non provare a superarli. L’uomo onesto intellettualmente non si specchia mai nel suo mondo, ma riflette semmai il mondo altrui, respingendo attacchi indirizzati alla persona e lo fa sempre dall’alto di una sua obbedienza al rispetto verso tutti.

La persona onesta non è furba, né mai pensa di essere indispensabile per gli altri. Sa bene che la sua vita conta “1” come quella degli altri. Tuttavia, dal basso della sua innata modestia, non prevarica mai l’altro e ne accetta il confronto, costi quel che costi. Molti pseudointellettuali da strapazzo lo definiscono “ingenuo”, “buonista” perché mai si approfitta di situazioni in cui potrebbe ricavare un proprio beneficio.

L’uomo onesto intellettualmente non chiede mai niente che non sia strettamente necessario o utile e non segue la massa nemmeno quando la stessa, spudoratamente, lo rimprovera di non essere subordinato al dilagante caos che ha generato la furbizia, il voler a tutti i costi raggiungere le vette di un benessere economico che, in questo caso, non sarà mai un benessere morale. A lui, all’onesto, non interessa “avere”, ma “essere”. 

Un esempio di oggi me ne ha dato conferma e ci tengo a raccontarvelo perché, alla fine, le persone oneste esistono.

Antefatto: mia figlia aveva bisogno di rifarsi gli occhiali. Viene a sapere che in un certo negozio stanno facendo sconti, su montature e lenti, veramente convenienti. 

Andiamo insieme a Olbia, teatro di queste favolose occasioni in saldo. Visita accurata e gratuita e poi l’ottico la porta nel suo piccolo angolo di controllo della vista. Esito? La vista va bene e gli occhiali che porta, seppure non di continuo, sono validissimi. Esito finale: stretta di mano poderosa e da parte mia un grazie sentito ad un professionista serio, onesto e corretto. Con i grazie e con l’onestà forse non si mangia ma resta il fatto che oggi io so che quello è una persona onesta che poteva e non ha voluto approfittare della circostanza con clienti che mai aveva visto.

Ora, ditemi quanti commercianti avrebbero fatto lo stesso e non avrebbero tentato di rifilare una montatura nuova con lenti magari della stessa gradazione e fatti, giustamente, pagare? Io spero tanti, ma dubito che sarebbe successo ovunque.

Che c’azzecca questo esempio? Prendetelo solo come campione e allargatelo a tutti gli altri bisogni quotidiani che ci vedono chiedere aiuto, ad un fabbro, un idraulico, un elettricista, un falegname, un medico, un’altra qualsiasi attività artigianale, sociale o commerciale. Quante di queste professioni ragionerebbero allo stesso modo, se l’intervento a cui vengono chiamati a provvedere non fosse strettamente necessario? Non rispondo e lascio alla vostra onestà intellettuale fornire qualche suggerimento. In altre parole, mi astengo.

L’onestà nella vita non è tutto ma è tanto, non fa mangiare sempre cibo ma ci nutre l’anima come poche altre cose, ci fa dire grazie al prossimo che sa dire grazie a sua volta, sa dettare al meglio il ritmo del rapporto tra esseri umani, basati sul rispetto e sulla fiducia reciproca. 

Oggi mi sono sentito bene e questa storiella ho voluto proporla come tema di riflessione da non confondere con un elogio alla bontà ma solo ad un concetto nobile  di un’essenza che deve albergare dentro ciascuno di noi. Non per paura dell’inferno o per non rischiare il paradiso -roba da prelati- che tutti pensiamo di meritare, ma perché vivere è la cosa più onesta che ci tocca fare, ed è anche il debito maggiore di gratitudine che dobbiamo sentire verso chi ha provato ad insegnarci, attraverso la sua vita, come bisogna farlo.

Non abbiamo bisogno di chissà quali grandi cose o chissà quali grandi uomini. Abbiamo bisogno solo di più gente onesta (Benedetto Croce)

Antonio Masoni

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