Tempio Pausania, E venne il gatto che si mangiò il topo…., tra fantasia e triste realtà, di Daniele Zanatta e Antonio Masoni

Tempio Pausania, 3 mar. 2018-

E venne il giorno in cui San Giovanni Bosco disse: “scendo in campo in politica! Basta, sono stufo di questa Italia falsa e corrotta! Non posso tollerare tutto questo sulla mia terra che mi diede i natali 2 secoli fa!”

Ma essendo dall’altra parte della vita, il santo letterato pensò bene di immolarsi per la causa sotto le mentite spoglie di un paffuto ragazzotto, con i capelli a spazzola e l’aria poco sveglia di un cantante da karaoke paesano con improbabili doti da pio religioso. No, non è il prologo di una storiella satirica anticristiana, ma un fatto vero, accaduto a Torino durante la conferenza di Maurizio Sarlo del 24/02/2018. Il personaggio da operetta tirato in causa si presenta come “portavoce Fondazione San Giovanni Bosco nel mondo”??

Caspiterina! Roba da far tremare i polsi di un gongolante Sarlo e della spaesata conduttrice. Scrosci di applausi, meraviglie delle meraviglie, facce stupefatte di un pubblico acclamante che applaude mediamente ogni 40 secondi. Miracolo!! Miracolo!! I salesiani si stanno interessando di noi, BRAVE PERSONE, salvo poi comprendere che la recita del paffuto millantatore faceva acqua da tutte le parti anche se eravamo su un palco importante e non all’oratorio.

A quale scena penosa abbiamo assistito: il glorioso e prestigioso ente dei salesiani, riconosciuto in Italia e nel mondo per le nobili attività sociali di aiuto verso i giovani che scende a patti con un falsario mentitore seriale garantendo i voti di tutta la fondazione verso uno pseudo partito (nato e gestito dalla psicosetta del Sarlo) per le prossime elezioni.

Totò direbbe: ” ma mi faccia il piacere!!! ”.

Ora, seriamente, provate ad immaginare se solo il sacro prelato lo venisse a sapere dall’alto dei cieli. Assisteremmo forse alla “prima” di una ridiscesa in terra solo per allungare un inedito “schiaffo del santo” verso chi, sfacciatamente, ha oltraggiato la memoria universale di un Padre della Chiesa che tanto bene fece ai giovani di allora.

VERGOGNA!

Daniele Zanatta

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E fu così che il profeta Sarlo, annunciando alla platea esaltata e sbigottita, una tale presenza, si lascia andare a commozione sincera quanto il canto del caimano innamorato. La folla, presa da  tripudio e applausi scroscianti, assiste ad uno spettacolo degno di Darix Togni, con la convinzione che nei circhi non vogliamo più vedere animali ma solo pagliacci, gioiosi prestigiatori e funamboli della fune sospesa. Il Circo Coemm (Circo Oscenità E Magna Magna), sempre più in sofferenza per la perdita emorragica di adepti meno convinti, è diventato un Circo Senza Animali, sempre più arrampicato sui vetri del palazzo delle menzogne, dove finalmente esce allo scoperto una parte delle bugie raccontate. Un circo di personaggi tossici e acrobati dell’inganno ramificato. Cosa è un inganno ramificato? Presto detto, ne scopri uno e subito ne inventano un altro, in una continuità “ad libitum” che lascia sconcertati per quanto sta durando. La Dinasty della fuffa, interminabile ed inutile saga di due anni e mezzo di palle, è la Samarcanda del web, dove i sostenitori difendono l’indifendibile in un confuso bazar di stupidate, pensando ad un ritorno, e quelli più avvezzi alla lingua morbida, perseverano e sarebbero pronti a morire per il Capitano dei Capitani.

Pensiamo che bisogna riderci sopra perché, a riflettere seriamente sulla vicenda, si agirebbe in altro modo. Ma noi SI che non siamo dei NOI SI. Conserviamo, per quanto a quegli altri possa interessare, quella diversa sensibilità per chi ancora ci crede e per questi, e solo per loro, teniamo un comportamento di scherno e di ironia. Per quelli che non hanno capito che mai ci sarà un ritorno economico e che ancora non sanno di essere stati stati i manovali della storia, dico:

“Secondo voi, perché il profeta sceglie questi personaggi per millantare un credito che non possiede?” La risposta ve la date da soli da bravi, che quid non possiamo fare tutto noi.

Conoscete la canzone famosa di Branduardi? Beh, cantatela con me…” E venne il gatto che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò” Se non ricordate le parole, non fa niente. Inventatevele…..tanto siete stati abituati a sentire sempre le stesse da Lui…per esempio, al posto del raggio della morte della strofa finale, metteteci il raggio psicotronico. Su, su….cantiamo assieme che la fiaba è alla morale finale.

Antonio Masoni

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