Tempio Pausania, vizi pubblici e private virtù. La maldicenza impera e dilaga in ogni dove, paese sfiancato dalla noia e dalla balordaggine.

Tempio Pausania, 15 settembre 2014-

Tempio, paese rinomato per l’acqua, l’aria buona e il granito. Paese di 14.500 anime di gente in prevalenza seria e rispettosa, con un alto tasso di persone per bene. Anelli di catena che interagiscono tra loro e si relazionano in maniera facile e spontanea, con una semplicità che stride con la storica diffidenza insita nei sardi. Eppure, in questo apparente quadro di serene e chete acque, dove tutti pare si vogliano bene, esiste una catena arrugginita e scricchiolante che catapulta la nostra identità in un malessere originato dalla balordaggine, dalla noia e dalla poca voglia di circoscrivere il nostro piccolo mondo, allargandolo a terreni insidiosi dove una percentuale, col tempo crescente, di individui si allieta del pettegolezzo fine a se stesso, senza una minima base di verità. Giusto per farci due risate, si pensa.

Così, da un momento all’altro, assisti a sconcertanti falsità che colpiscono chiunque, a caso o secondo piani strategici volti al discredito senza ragione. Poco male se questo interferisce con la serenità delle persone colpite, poco conta che esse e le loro famiglie abbiano dopo un po’ di tempo esaurito la loro voglia di riderci sopra e inizino a rimuginare sull’entità della ferita dove “i balordi” hanno infilzato il loro pugnale.

La calunnia è un venticello cantava Basilio nell’opera di Rossini: La calunnia è un venticello/ un’auretta assai gentile/ che insensibile, sottile/ leggermente, dolcemente/ incomincia a sussurrar. (Barbiere di Siviglia). E tale è: la calunnia scagliata nell’aria come una pietra pesante, non cade subito ma si alimenta, si sporca, si dirama in tante altre piccole o grandi collaterali che ogni “maglia della catena” che nasce acquisisce sempre nuove varianti e nuove e pericolose derive diffamanti.

Ecco che quella pietra iniziale ora è una valanga che in ogni nuova maglia viene ampliata e resa ancora più cattiva e maleodorante. Alla fine ne scaturisce una cloaca a cielo aperto, dove tutto il paese viene puntualmente informato del “dove è successo”, del “come è successo” e “chi erano tutte le persone interessate”. Così ascoltiamo decine di varianti della stessa vicenda, dove anche i protagonisti sono sparati a caso, il posto cambia ogni volta e sul come poi ci si sbizzarrisce più di uno sketch tra smemorati.

Quelle che erano un tempo le chiacchiere di paese, diventano particolari agghiaccianti falsi e sempre più cattivi. A pochi importa se sia vero o non lo sia, tanto è certamente vero. Chiaramente mi riferisco a quelle maglie arrugginite che nemmeno conoscono le persone di cui si parla. A loro basta che se ne parli. Che sia per allontanare dalle proprie discutibili virtù l’idea che qualcuno possa pensare che quanto viene detto non sia vero? Mi spiego meglio. Se a raccontare la vicenda è una persona seria, si è portati a credere. Quindi tutti sono molto seri, tutti affermano “Se te lo dico io!”. Allora le altre maglie della catena si convincono che sia vero e passano all’altra maglia marcia che vi aggiunge dettagli nuovi, quelli che mancavano all’altra per garantire che il vento impetuoso risolva anche le ultime titubanze.

Esprimo la mia solidarietà a tutte queste persone colpite e non affondate per fortuna da questa moda dilagante delle nuove comari del gossip malefico nostrano. Esprimo il mio disprezzo che so condiviso per queste schegge impazzite che ora popolano anche i social network, assatanati di scenari sempre più appetibili, dove regna sovrano il gotha della letteratura, della politica, della saggezza, di tutti quegli eroi di cartone che hanno fatto virtualmente battaglie, conoscendo solo loro la verità inoppugnabile, proprio come in un videogioco.

Solidarietà piena a persone stimate e degne che svolgono il loro lavoro senza essere la causa del malessere vigente, a tutte quelle persone che quotidianamente hanno la forza di spingere con onore la carretta della vita, senza provocare danni agli altri. A loro deve andare il nostro rispetto e la nostra piena immutata stima per essere stati bersagli delle maldicenze, delle calunnie, del trend gossipparo di queste nuove forze “inutili” di questo paese. Un consiglio a chi viene o verrà in futuro a contatto con queste “tenere creature del demonio”, sotto forma di maldicenza, invidia, gelosia o semplice balordaggine. Non fate nulla per difendervi, ciò che il tempo sembra togliervi, il tempo vi ridarà in maggiore considerazione da parte di quella quasi totalità della gente per bene che vive in questa ridente, ogni tanto malefica, spesso assatanata, città della pietra e dell’acqua. 

Related Articles