Arzachena: il Comune non rilascia le concessioni edilizie e la holding del Qatar dimezza l’investimento.

Arzachena, 2 giugno 2014-

Notizia di questi giorni l’emirato del Qatar, che non è l’acronimo del raffreddore in gallurese, questa volta si è arrabbiato. Il comune d’Arzachena, al quale va in ogni caso un premio per non essere sempre e in ogni caso d’accordo su questi arabi che vengono ad investire in Costa Smeralda certamente non perché siano dei mecenati, ha detto “no” al super investimento di 40 milioni d’euro per la ristrutturazione dei 4  alberghi extra lusso non rilasciando le concessioni edilizie e ritardando, per effetto di lungaggini burocratiche, l’iter necessario alle nuove costruzioni. L’holding qatariota ha quindi tirato i remi in barca e di quei 40 milioni resteranno alla fine poco più della metà.

La Sardegna e le sue bellezze nelle mani, come sempre, degli stranieri intesi nella globalità, arabi, russi ma anche dei grossi investitori italiani. Costa Smeralda sempre meno sarda e sempre meno terra dei sardi che già si sentono stranieri nella propria terra.

Dietro questi finanziamenti sia chiaro esistono posti di lavoro e qualche boccata d’ossigeno per la nostra economia ma sono e restano sempre e solo briciole tradotte in manovalanza e poco più nei servizi alberghieri.

La nostra sudditanza verso chi ci presenta sotto gli occhi un consistente pacco di soldi, ci ha resi tutti dipendenti di questi meccanismi che sottendono allo sviluppo ma non alla nostra reale crescita economica. I sardi siamo e resteremo sempre camerieri e dovranno sempre assoggettarsi a chi offre qualche speranza immediata ma certo non prospettive di sicurezza futura.

Ricordo ancora, con tanta tristezza un episodio non vissuto direttamente quando il magnate milanese Silvio, novello politico e giù asceta della speranza per tutti i sardi, volle nella sua villa di Porto Rotondo un pianoforte. Casualmente conobbi uno dei ragazzi che glielo portarono a casa, nella sua villa. Gli chiesi: “ E quindi hai visto e conosciuto Berlusconi?” “Certo, un gran signore. Pensa che quando gli portammo il pianoforte nella casa ci dette una mancia faraonica per ringraziarci. Un Signore con la S maiuscola, un grande uomo”.

Ecco, questi sono i sardi, capaci di pensare male e agire peggio dinanzi al denaro e sempre pronti non solo ad evidenziare la magnificenza dei nababbi ma anche di votarli perché quella sontuosa mancia” significa che un uomo facoltoso è anche un uomo capace.

Tutto ciò esula dai ricconi arabi che certo non pensano ad un impegno politico nella nostra isola ma sanno molto bene che il loro denaro può “condizionare” la politica della nostra isola. Ergo, a conclusione di questo excursus assolutamente vagheggiante, apprezzo la resistenza degli amministratori arzachenesi. Leggo, ed è un mio parere, nel loro comportamento intransigente una resistenza e un non piegarsi comunque dinanzi a chi ci prospetta illusioni e qualche spicciolo ma che della nostra Sardegna non gliene frega nulla. Con rispetto per tutti i camerieri di questa terra ma convinto che calarsi sempre le braghe tuttalpiù ci fa diventare “camerieri scelti”.

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