Tempio Pausania, Gli rubano il motorino e poi lo ritrova distrutto. Antonio, alla prima esperienza col mondo alla rovescia.

Tempio Pausania, 24 set. 2018-

Antonio Bianco

“Sai che mi hanno rubato il motorino? L’ho ritrovato sotto la fonte nuova, vicino ai capannoni del Carnevale, era distrutto”.

Così mi ha scritto Antonio Bianco, di professione pastore, coltivatore, figlio di una  famiglia che ha una proprietà a Pala di Monti, una località sulla strada per Trinità. Lo avevo conosciuto qualche mese fa, seduto al bar di Riccardo un sabato sera. Immediatamente entri in contatto con una persona ingenua, orgogliosa del suo sapere legato alla attività che svolge dentro il suo nucleo familiare, dedita ad allevare qualche decina di pecore e qualche capo bovino. Pochi animali, un formaggio delizioso che ho avuto anche il piacere di mangiare acquistandone qualche “peso”. Eccellente e dal gusto intenso, quel che si dice un formaggio da pane, da mangiarsene anche la meta in una sola volta, tanto è buono. E buono lo è anche lui, orgoglioso di quel mezzo con cui intraprende la sera delle fugaci apparizioni a Tempio, per distrarsi e per trovare qualcuno con cui parlare.

“Ti piace la mia moto? – mi aveva detto la prima volta che c’ho parlato – Non va molto, è un cinquantino ma per me è il solo modo per venire ogni tanto a Tempio. Nel bauletto ho il cambio, perché per venire indosso dei capi idonei. Poi arrivo qui, mi cambio e sono così come ora mi vedi tu”

Che fatica a farmi dare del tu, lui è rispettoso e dà del voi o del lei a tutti quando sono più grandi. Mi disse tante cose quella sera, di come non guardava la TV, di quanto non gli interessasse lo sport, del padre e degli altri della famiglia che amavano guardare giusto qualche telequiz. Nessuna musica preferita, niente cinema, solo quella piacevole distrazione della sua moto e della libertà che gli concedeva di potersi spostare a Perfugas, Tempio o dove capitasse per qualche evento.

Ero assente da giorni per una visita a Firenze in occasione di un evento a cui non potevo rinunciare e sono rimasto colpito quando leggendo stasera, su Messenger, mi trovo quelle  parole che ho riportato all’inizio.

Cosa dire che già io  e tutte le persone di buon senso non avranno detto? Un altra occasione persa da questa comunità balorda, ennesimo caso  di poterci sentire tutti comunità, dare prova di attenzione e sensibilità verso tutti e a maggior ragione verso un ragazzo semplice, onesto, laborioso, umile come il suo strano arricciare il naso per evitare timidezze dovute alla poca conoscenza o esaltando alcune sue conoscenze speciali che, a suo dire, avverte come un vanto. Antonio è un ragazzo che stenti a vedere nella sua reale età di 34enne, credi che abbia molti più anni per il suo modo semplice e rispettoso di ascoltarti o per le sue lamentele quando pensa che non sia bello essere soli, quanto sia importante poter avere una compagna ma dice che non “è venuta ancora quella giusta”. Con lui fai un bagno in un mondo che ha ancora corretti riferimenti, è antica memoria che hai più facilità di trovare nelle persone anziane, non in un giovane.

“Visto che sei a Firenze, me lo porti un portafoglio?”

Bene, tanto per ribadire quanto queste persone siano preziose, io un portafogli gliel’ho portato e glielo darò quando spero di rivederlo al più presto. Mia figlia è testimone: ieri sera e non sapevo ancora del furto del suo motorino, mentre facevano gli ultimi piccoli acquisti, dico a lei.

“Cosa dici se questo lo prendo per Antonio?”Bà, se lo fai io sono contenta. Glielo avevi promesso?” “No, non ho risposto a questa sua richiesta, però mi fa piacere prenderlo”.

Caro Antonio, non potrò metterci dentro nulla, ma più che di soldi per riparare quel tuo motorino, avresti bisogno di far riempire la testa di quei ladruncoli bulletti di una minima porzione della tua grande ingenua semplicità. Sei una persona rara  e sei non uno ma dieci metri superiore a questa bastardata subita e a quei teppistelli che nella testa hanno il letame delle tue pecore.

Antonio Masoni

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