Tempio Pausania, « Vedevo macchine cariche di cose, non mi sembrava normale». Ecco cosa stava accadendo.

Tempio Pausania, 18 mar. 2018-

La storia dei furti all’Hotel Limbara è ben lontana dall’essere chiarita, sono tante le domande e altrettante dovrebbero essere le risposte in merito alla sottrazione dei beni che facevano parte della struttura. Mobilia, letti, arredi, lampade, sedie, tavolini,  persino i rotoli della carta igienica portati via in una manciata di giorni a cavallo delle festività di Pasqua dello scorso anno da  qualcuno.

Ci racconta la sua versione un signore che  lavora nelle vicinanze ed era a conoscenza del luogo e delle abitudini, così come sapeva chi fossero i proprietari e i dipendenti dell’ormai ex Hotel Limbara, oggi chiuso per un inventario. Un racconto, il suo, che sembra uscito da un romanzo giallo, tali sono le stranezze dei fatti accaduti e le vere motivazioni che sono ben lungi dall’essere scoperte. Di sicuro c’è che si tratta di furti avvenuti in un breve arco temporale e che molti sapevano, in tanti hanno visto, ma nessuno ha mai denunciato nulla.

L’Hotel Limbara, così come risulta allo stato attuale, fu inaugurato nel 2007, e nacque sui resti di quella che era una colonia montana costruita attorno agli anni ’50, sede di molti ritrovi di giovani e meno giovani alla ricerca di aria e acqua buona. Posizione invidiabile, in una località dal nome noto da queste parti, Curadureddu, la colonia  via via nel tempo fu oggetto di vandalismi e furti di ogni tipo e andò presto esaurendo la sua attività di colonia per essere adibita, dalle diverse amministrazioni civiche succedutesi, a svariati utilizzi sino al suo totale e disastroso abbandono. La decisione di trasformarlo in albergo risale a metà degli anni ’70 anche se solo 11 anni fa, nel 2007, diventò ciò che oggi tutti conoscono, un Hotel 3 stelle, dotato di ogni confort, una sala congressi, ristorante,e altre peculiarità d’interesse. In tutto 28 camere doppie, 8 singole, 2 per diversamente abili e una grande vasca idromassaggio  che non entrò mai in funzione durante questi anni, a quanto è dato sapere.

La prima gestione dell’immobile fu di un della cooperativa Sirio di La Maddalena che operò bene per circa 4 anni. Nel 2011 la gestione passa alla Sardinialand che costituisce una ATI ( Associazione Temporanea d’Impresa), un sistema dove più imprese si uniscono per partecipare insieme alla realizzazione di un progetto specifico. La gestione fa acqua da tutte le parti, non paga i dipendenti, e dal mese di novembre scorso (anche se i furti erano avvenuti in precedenza) arrivano le prime segnalazioni dalla minoranza in comune per alcune mancanze di utensileria da cucina e di arredi. In realtà i trafugamenti erano stati di ben altra consistenza e valore, come ci racconta questa testimonianza di una persona che lavora nella zona e che ha assistito a qualcuno di questi strani viavai di macchine che si portavano via le cose dell’Hotel. Da metà del 2017, su questi episodi indagano la magistratura e le forze dell’ordine.

La persona che ci racconta la storia è giustamente coperta da anonimato ma, alla pari di tanti altri che conoscono la vicenda, ci fa capire tutta la sua indignazione per quanto successo e la sua profonda delusione per una struttura pubblica che non ha avuto il necessario controllo da parte delle amministrazioni di questi ultimi 10 anni.

« La prima cosa che posso dire, anche per aver in questi anni parlato con tanti dipendenti dell’albergo, è che la prima gestione ha operato bene, i lavoratori venivano retribuiti. La seconda gestione invece  pagava poco o affatto. Infatti, c’è stato un viavai a questo posto di tanti che cercavano “il milanese”, ossia Maurizio Sironi. l’ultimo che ha avuto in gestione l’Hotel Limbara. I primi anni aveva portato con se personale di fuori e in apparenza sembrava andasse tutto bene. Due anni fa, invece, sono stati presi da La Maddalena, e dal circondario e sono stati tutti fregati. Tra gli altri dipendenti assunti c’è stato un uomo non gallurese, dalla faccia, per quanto conti l’apparenza, poco raccomandabile e ci si accorgeva che la gestione stava andando male. Le stranezze di questo personaggio, che poi era il direttore dell’albergo, sono iniziate da qualche mese, si era nel 2017, pressapoco prima di Pasqua come in questi giorni, e vedevo lui che si caricava una macchina, una Peugeot sempre piena di sedie o altro dell’Hotel, il tempo di andar via e dopo 20 minuti tornava e ripeteva sempre la stessa azione con la macchina carica di merce. Mi chiedevo il perché lo facesse, dal momento che lui lavorava nell’Hotel, Tutto il giorno andava e tornava. Poi ho visto piumoni nuovi di zecca, pentole, posate, bicchieri, comodini, televisioni, persino la carta igienica, dentro quella macchina. Pensi che ha anche rubato delle tegole da una tettoia. Per vedere il furto, bisogna salire sulla scala antincendi o guardare in basso sul tetto sottostante. Un riquadro d tegole perfetto, e il resto del tetto lasciato regolare per ingannare gli occhi di chi lo guarda dal basso. Lavoro certosino anche quello».

“Ma lei non ha avvertito nessuno di queste strane operazioni, So bene che non era il suo compito e che non si trattava di fatti suoi, ma se lei si era insospettito perché non ha chiamato qualcuno in comune per avvertire?”

« Infatti ho avvertito l’avvocato Amic, che era anche assessore. per manifestare le mie perplessità. Lei si è subito preoccupata e mi ha ringraziato della segnalazione. Nel frattempo il “tipo” della Peugeot era arrivato con una macchina più grande, una monovolume e si caricava sempre più merce all’interno e se la portava via. Quell’uomo fu furbo perché una macchina non desta sospetti, mentre un camion che gli avrebbe risolto in meno tempo il problema di portarsi via tutto, certamente non passava inosservato.La cosa più buffa è stata quando un giorno ho visto il vero gestore, il milanese, che arrivò una mattina con un camion, evidentemente aveva avuto la stessa idea di portarsi via la roba dall’Hotel ma, con sua grande sorpresa, si accorse che non era rimasto praticamente nulla. Il direttore, lo aveva preceduto. A quanto è dato sapere il gestore sapeva che il direttore stava portando via qualcosa ma forse ignorava che quell’altro si era portato via tutto. Resosi conto che non era rimasto praticamente più nulla, lo ha chiamato al telefono e ha sbraitato urlando contro minacciandolo di farlo fuori».

“Lei ha visto flusso di turisti in questi  momenti, ha notato se c’era presenza di persone alloggiate?”

« Di recente un turista corso che ha invano tentato di alloggiare ma non ha aperto nessuno. E’ stato costretto a dormire in auto, dopo aver prenotato, anticipato i soldi. Penso ne vada anche del nome della città di questi episodi, perché la struttura è della città, non dimentichiamolo. Il corso urlava minacciando di ammazzare il direttore. Cose assurde davvero. Arriva l’ospite e non trova nessuno, tutti scomparsi, volatilizzati insieme all’arredo e a tutto il resto. Pensare che sino al 2016, quando il direttore era un signore di Napoli, molto capace, c’erano bus ogni giorno pieni di gente, era piacevole vedere che anche i turisti erano soddisfatti. Il personale era soprattutto di La Maddalena ed erano tutti ragazzi in gamba. Poi, finita quella direzione, è subentrato questo nuovo direttore che è lo stesso che ha portato via la merce. Bah!».

“Ma secondo lei perché il direttore dell’albergo si è portato via la roba. Potrebbe essere derivato da pendenze della gestione nei suoi confronti? Cioè, non era stato pagato e ha pensato di pagarsi da solo sottraendo tutto dall’albergo?”

«Forse, ma che le cose fossero precipitate era evidente. Il primo a lasciare l’albergo era stato il cuoco. A questo, personalmente, lo avrei arrestato per come si è divertito a scavare le rocce attorno all’albergo con uno smeriglio, per farci dei disegni (mi mostra alcuni di questi improvvisati murales). Un vero scempio di pietre. Un giorno sono anche venuti i carabinieri che hanno trovato il direttore che portava via le sedie. Alla domanda del militare pare abbia risposto che le sedie erano state date in prestito ad un altro Hotel della zona e per avvalorare questa spiegazione, mostrò lui un biglietto di giustificazione. Non sarebbe parso nulla di strano se non per il fatto che le sedie sottratte erano forse 400! Il biglietto era una invenzione di copertura e l’Hotel vicino non aveva assolutamente chiesto nulla. I carabinieri sono venuti per ben tre volte sul luogo, dopo le segnalazioni che qualcuno aveva fatto ma loro si muovono solo se ci sono delle denunce e queste non c’erano a quanto sembra».

Nel frattempo, l’albergo era stato ripulito per bene e tutto sembra avvolto da una fittissima nebbia. Dispiace troppo, perché questo albergo poteva essere anche lavoro per tanti giovani del circondario, ed invece si assiste ancora una volta al classico “prendi i soldi e scappa” con i cialtroni di turno. Sono forse le solite considerazioni a posteriori ma resta il fatto che se una opportunità dev’essere data, si punta ad occhi chiusi sul “continentale” e non si guarda in casa propria.

“Centinaia di migliaia di euro si volatilizzano e scompaiono dalla nostra economia che piange sangue, un bene pubblico viene depredato, e nessuno muove un dito?”

« E pare che lo abbiano fermato mentre stava per smantellare anche la cucina del ristorante, sennò il danno era anche maggiore. E’ triste, signor Masoni, che nessuno lo abbia fermato, triste che non si conosca il motivo di quanto accaduto e che le segnalazioni verso chi di dovere non abbiano sortito nulla o quasi. Vedere arredi, beni comprati dal comune e dai cittadini con le loro imposte, volar via, non fa piacere a nessuno e piange il cuore che su questa bellissima struttura non ci sia stato mai un sistema di controllo efficace oltre che accertarsi di chi la stava gestendo. Per fortuna il luogo non è deserto, esistono operai forestali, ci sono tante persone che vanno e vengono e l’albergo non ha subito danni di altro genere, tipo atti vandalici e quant’altro. Se lei va ora davanti alla porta d’ingresso ci trova “chiuso per inventario” e piange il cuore che da inventariare di quanto resta ci sia ben poco oramai.  So anche che una parte della roba è stata recuperata ma nessuno fa sapere nulla. A me dispiace una cosa: che quando i fatti stavano accadendo nessuno, a parte l’avvocato Amic, né della maggioranza né dell’opposizione, si sia fatto vedere per chiedere informazioni».

Le denunce, in realtà ci sono state ma non per  furti continui ma per inadempienze del gestore milanese da parte dei dipendenti non pagati. Alcuni, pare, si siano anche armati di bastone per avere giustizia. Non è questa la strada ovviamente, la palla ora è della magistratura che dovrà chiarire la vicenda. Il nostro compito è raccontare qualcosa che qualcuno conosce bene ma ha scelto di stare zitto. Per amore della verità, dunque, che la verità emerga sempre dentro ogni dettaglio di questa intricatissima storia.

Antonio Masoni

 

 

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