Tempio Pausania, Combattere sempre, spinti da una incessante capacità di farsi coraggio l’uno con l’altro, tale da far impallidire qualsiasi nemico.

Tempio Pausania, 13 ott. 2018-

I lettori del blog da oltre un anno stanno leggendo di vicende amene, extraterritoriali per ciò che attiene ai normali riferimenti galluresi di cui mi occupo. Parlo delle storie del Coemm, da tempo per me diventato un modo per estrarre la mia, discutibile quanto si vuole, vis ironica. Nel tempo, per chi ne ha seguito gli sviluppi in questi anni, si sono creati dei gruppi social che hanno messo a nudo le falsità e le incongruenze da subito, sono microcosmi di rivali che si sono sentiti ingannati da un progetto faraonico basato sul nulla, mirato esclusivamente al profitto di pochi e all’inganno di tanti. Fui invitato ad entrare tempo fa e volentieri ho messo a disposizione la mia modestissima penna per cercare di dare un contributo a questa vicenda intricata ma caratterizzata esclusivamente dal fumo e mai dall’arrosto. Ho conosciuto, virtualmente, tantissime persone, accomunate dallo stesso spirito battagliero, quello di porre la parola fine alla farsa “epocale” nell’ennesimo imbroglio all’italiana, un altro multilevel piramidale che come tanti altri ha avuto solo il fine di creare proseliti e rimpinguare le tasche dei pochissimi ideatori. Trasmissioni satiriche come Striscia La Notizia o le Iene si sono interessati ed ancora lo fanno smascherandone, una per una, ogni iniziativa e qualsiasi collaterale che nel tempo sia stata creata.

Non è di questo però che voglio scrivere, chi fosse interessato lo può fare in un’apposita sezione del blog, così per approfondire nei primi articoli gli aspetti seri mentre nelle recenti esposizioni quelle farsesche, spesso superate dalla realtà. Difficile vero? A volte accade però che la fantasia venga superata dalla realtà dell’evoluzione o involuzione delle vicende raccontate.

Da stamani, come detto, sono stato attraversato da un sentimento di gratitudine verso tutte le persone di questi gruppi definiti “detrattori del progetto” che, come succede nelle romanzesche storie di passate epopee, hanno davvero gettato il cuore oltre l’ostacolo. Ho scritto nel gruppo, “Opinioni e dibattito sul progetto Coemm e Clemm” questo post:

” Mi va di scriverlo e lo faccio.
Grazie ragazzi, io vi reputo persone coraggiose, oneste, divertenti, libere. Soprattutto la “libertà” ritengo che sia la maggiore espressione dell vostro agire, a volte imprudente, ma sempre determinato e volitivo. In quel che fate in questo gruppo ci sono i veri valori dell’essere umano, l’impeccabile dirittura morale e il desiderio fortissimo di agire contro le ingiustizie. Senza accorgercene, in maniera del tutto fortuita, siamo diventati una piccola comunità, ciascuno ha un ruolo, nessuno è più importante dell’altro, ci sopportiamo, a volte dissentiamo, ma la forza e la voglia di combattere è la medesima, Siamo spinti da impeto, trascendiamo spesso e sarebbe meglio non farlo mai, ma la comunanza è palpabile, la condivisione è totale, si scrive senza condizionamenti e senza paure, come dovrebbero fare tutti gli uomini e donne, proiettati sempre al bene comune. Siamo, e lo ripeto, senza volerlo, diventati uno spaccato di una città, un quartiere unito, come era una volta, quando la parola quartiere identificava lo stesso spirito partecipativo pur nelle differenze dei ruoli, del mestiere, delle rispettive famiglie. Nessuno di noi, tranne pochi, conosce l’altro ma è come se ci fossimo sempre conosciuti, anche chi ha un volto misterioso, chi un profilo falso, chi ha da subito mostrato se stesso nella realtà. Pensavo, stamani, a questo anno e oltre trascorso con voi, a quanto coraggio ci siamo trasmessi l’un l’altro, alla trasgressiva scrittura di qualcuno che ci ha fatto riflettere, sobbalzare sulla sedia, o destato emozione viva e immediata empatia. La forza del quartiere la chiamo, quando si era tutti partecipi della stessa sorte, ci si aiutava a vicenda, ci si confortava, ci si voleva bene. Ed è strano che un diabolico sistema virtuale possa aver generato questo entusiasmante risultato. E’ strano ma è bellissimo, incrociare i vostri scritti, i commenti, l’ironia, l’allegria di uno spirito condiviso dove non prevale nessun interesse di parte e si sta in sintonia, avvolti da una magica atmosfera di famiglia. Com’era un tempo il quartiere. E noi siamo diventati comunità, virtuale quanto si vuole, ma se una minima parte di questo affetto che ci lega fosse trasmissibile ad altri, lo avremmo realizzato noi un mondo migliore, pur nelle differenze dei ruoli, dei mestieri, delle nostre famiglie. Vi abbraccio tutti, uno ad uno, senza enfasi ma colmo di gratitudine verso ciascuno di voi. Non passa giorno che non scriva qualcosa, stamani mi andava di scrivere questo, senza retorica, senza ascendere a chissà quali vette, così, con semplicità, per dirvi Grazie, e basta”.

Tanti di voi mi conoscono, pochi sanno quanto venga rapito letteralmente dall’emozione quando vedo o leggo nelle persone il desiderio di combattere le ingiustizie, di opporvi la tenace resistenza che ha varie componenti, alcune da evitare come a rabbia o la vendetta, altre da evidenziare per quanto siano vestite della nobiltà dell’animo umano che ricerca il bene del prossimo senza inganni o sotterfugi. Ognuna di quelle persone che ho ringraziato, ha dentro di se la variabilità genetica, normale direi, una diversa provenienza o estrazione, ha studiato o non lo ha fatto, ma nulla di tutto ciò ne ha impedito la coesione, una straordinaria forza di amalgama che nasce da un intento comune, combattere sempre, spinti da una incessante capacità di farsi coraggio l’uno con l’altro, tale da far impallidire qualsiasi nemico, una convinta e libera esternazione del se, senza paletti, restrizioni, turbe, pur nelle diverse tipologie e ciascuno con la propria storia personale. Detrattori si, ma di quelli che seguono la verità delle cose, non di chi si accontenta del titolo di un film ma della sua proiezione e soprattutto della sua comprensione.

Un mondo che mi ha sorpreso, impressionato, per quanto abitato da gente semplice ed onesta, che dalla vita vuole trarre ogni giorno qualche lezione per proseguirla sempre animata dallo stesso spirito partecipativo e propositivo. Sono tantissimi, ricordarne qualcuno vorrebbe dire non tener conto che in queste spaccato di umanità “1” è sempre uguale ad “1”, tutti sono un valore senza distinzioni.

E da tutti ho imparato, appreso quanto sia bello poter avere delle speranze, resistere anche in mezzo a difficoltà tangibili a questo periodo nefasto e privo di certezze. Ho sempre letto i loro commenti, intravvedendo tra le righe quante cose ancora si devono imparare per conoscere se stessi e gli altri, quanta sensibilità esista in una frase, un aggettivo, un verbo, un’idea.

Esiste una forza misteriosa nelle persone, di cui nemmeno ci si accorge, ma tale da scatenare un uragano mai pernicioso, sempre positivo, trainato dall’essenza della propria personalità, della grande umanità che trascende lo scopo stesso della sua comparsa iniziale. 

Se siamo trascinati da un fiume, possiamo tentare di arrivare ad una delle due sponde e metterci in salvo, loro hanno scelto di nuotare sino alla fine della corrente impetuosa, al centro del corso l’acqua che scorre. La fatica è improba, si viene sovrastati talvolta, ma alla fine sanno che ci sarà un lago od un un mare ad attenderli. Ed è bellissimo pensare che alla fine potremmo fare tutti assieme un bagno nell’azzurro specchio d’acqua della giustizia.

” L’ingiustizia in qualsiasi luogo, è una minaccia alla giustizia dovunque” (Martin Luther King)

Retorica? No, ragazzi, è quel che siete, e mi basta.

Grazie ancora,

Antonio

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