Tempio Pausania, 23 mag. 2018-
1, 2, 3 stella.…ferve l’attesa per la prossima data che sconvolgerà il pianeta e la sorte della sua gente, ridotta allo stremo dalle cazzate del Re. “Ogni promessa è debito”, vociferava ancora qualcuno dei fedelissimi che vedeva ormai prossima la data epocale della carta plastificata Tontini LTD, piena d’aria, ovviamente della serie “gold”, la più pregiata e completa, con cui ci si sarebbe potuto comprare anche tutta la serie degli Introvabili di Fake City, il catalogo delle minchiate on line. Più che ogni promessa è debito, il progetto stava esaurendo la sua forza propulsiva e assomigliava sempre più a “ogni debito è vostro, andate in pace”, giusto per rimarcare lo sganciamento delle responsabilità del Re e dei suoi Fuffi principali.
In cosa consisteva la card plastificata gold? Intanto, era molto simile ad una carta bancomat ma diversa perché non era associata ad un conto corrente ma ad un fondo torrente. L’equivoco era nato proprio per le parole che Tarlok pronunciava, tanto diverse una volta dall’altra, che anche chi lo ascoltava faceva confusione.
Nella fase 1^, quella delle stronzate scientifiche, parlava di conto, poi di tonto, infine di fondo facendo seguire, come seconda parola, nell’ordine morente, potente e infine torrente. Quindi, Conto Morente, Tonto Potente e Fondo Torrente.
Nella fase 2^, le parole furono acronimizzate con C.M., T.P, e F.T.
Nella 3^ fase, avendo nel frattempo scordato tutto quello che aveva detto in precedenza, sconfessò se stesso e iniziò a parlare di cryptocazzate, le monete non monete della nuova epoca delle truffe con cui compravi in euro e ti veniva data la possibilità di acquistare nei superstores Signorsì, la imponente catena di attività commerciali che dilagavano a macchia di Coccinella del Venezuela. I dati aggiornati a oggi, dicono che sono ben 0,14 (una bettola e un casinò on line affiliato) le attività promosse dove spendere finalmente i soldini finti contenuti nella card. Poca roba? Ma vuoi mettere il piacere di strisciare una carta? Che burlone il Re!!! Un vero mattacchione!
ACRONIMIZZARE: l’acronimo, era un po’ la caratteristica che saltò subito agli occhi dal principio. La necessità di questa operazione verbale e scritta, fu quella di non capirci una beatissima ed epocale minchia. Si confondevano tutti quando il Re parlava di CFP, PVC, TVB e RCA, nell’ordine Centro Fuffa Potente, Poli Vice Cazzone, Ti Voglio Bene e Responsabilità Cazzi Amari. Più di un reduce da una convention non riusciva ad appuntarsi una sigla corretta, facendo un casino del diavolo col significato.
In una assemblea pubblica, gratis a pagamento, una delle tante, il Re definì meglio il perché delle scritte sotto forma di acronimi, con un discorso che fu a pieno titolo compreso nel testo sacro La Bubbola. Questo uno stralcio del discorso.
“Fratelli, sorelle, galline, pecore ( a questa parola, di solito seguiva un belato generale…beèèèèèèèèèèèèèèèèè), figli di bagascia, donne della mala, idioti e affini, da oggi inizia l’era degli acronimi a tutto spiano. Con questa precisa richiesta, non vi chiedo ma vi ordino di eseguire alla lettera il mio piano mirato ad offuscare e criptare ogni nostra frase. Siamo spiati, ci vogliono copiare tutti, e sono stanco di ripetervi sempre le 4 regole. Acronimizziamo tutto, qualsiasi frase e qualunque discorso scritto o orale”
“CAZ! – urlò uno dalla platea.
“Come osi dire quella parola oscena!! Chi sei?”
“Sire, CAZ era un acronimo di Centro Anime Zozze, il mio business nella fuffa”
“Ah, bene, quindi tu saresti CAZ? O hai anche un nome?”
” Certo che ho un nome, mi chiamo F.G.D.N. (Fra Gandolfo da Norcia)”
“Bravo, vedo che hai capito tutto, lascia 1 euro in pegno per la tua florida attività del CAZ!”
“OK M.E.R.D.A. – rispose FGDN”
“Come osi figlio di una triglia saracena!”
“Ma no Sire, era un acronimo di Messia Epocale Reggente Di Aldebaran! “
“Ah bè, allora taccio. Comunque, per capirci, usate acronimi per tutto, capito?”
La platea rimase sconcertata, già parlavano a stento la lingua ufficiale del pianeta, dovevano essere svegli ad abbreviare il discorso con degli acronimi, in pratica una sintesi di un intera conversazione. L’ordine fu tuttavia rispettato e a Fake City l’acronimo era ormai una prassi usuale.
” C.C.S.” Ciao come stai?
“B.G.E.T.” Bene, grazie e tu?
Curioso fu una volta l’incontro tra due residenti che erano andati a fare la spesa alla Fuffix Quid, il mega store dove si vendeva un po’ di tutto, dai diamanti alle vongole, e si erano messi a parlare davanti alla cassa.
“C.O.G.L.I.O.N.E. – disse uno all’altro (Ciao Oscazzus, Gradisci Lunedì Incontrarmi Nell’Enoteca?)
“V.A.F.F.A.N.C.U.L.O.” -rispose l’altro (Vediamo, Ascazzus, Faccio Fatica A Nascondermi Con Uccellaide Lei Osserva!”
Uccellaide era la moglie di Ascazzus e lui per andare a ubriacarsi doveva nasconderle che andava nelle bettole di Fake City.
Il massacro della lingua ebbe vita breve su Millantar, troppe le difficoltà tra gli abitanti ad usare gli acronimi. Però, per dimostrare come era importante celare ogni cosa, per un breve periodo fu uno stratagemma efficace e produttivo. L’attesa della card era troppa e poco importavano le incomprensioni. Lo scopo era arrivare alla manna e tutto fu lecito prima della grande giornata programmata, il 30 maggio.
Mentre le strade si erano riempite di gente e anche gli esodati del salottificio Clen Clen si erano riallineati dopo l’ondata di scioperi selvaggi dovuti alla miseria, su Millantar un vento tiepido aveva spazzato via le ultime nuvole minacciose e già si sognava in grande aspettando la data. Persino Sora Ninfa, la pompista, traboccava di clientela, indotta allo spasso quantico dall’imminenza di una storica giornata che stava per giungere. Sulla porta di casa, la Sora affisse anche un cartello, ovviamente con lo scopo di adescare gli esuberanti millantariani e farli proseguire nella frequentazione della sua “maison du plaisir” anche dopo la data epocale, costringendoli a strisciare la card anche da lei.ì in cambio di pompe quantiche.
Antonio Masoni