Tempio Pausania, Roberto Diana, storia di un concerto e di un ensemble da favola col Coro Gabriel.

Tempio Pausania, 14 lug. 2018-

Giulia Cartasegna e Roberto Diana
Nico Bianco e Marco Muntoni (Coro Gabriel) con Giulia e Roberto

E’ diventata una parola di moda la contaminazione. Ne parlano tutti quando generi tra loro diversi si fondono in altri generi. Ne parlano quando è la musica ad essere il legame che unisce, ma anche quando è l’arte, la gastronomia, qualsiasi attività della vita, della cultura, del quotidiano che intuisce la necessità di mescolare e  riconoscere la bellezza dell’insieme, ovunque ve ne sia. Le chiamano anche influenze, mode, incidenze, ma per comodità di espressione e di linguaggio, si usa definirle come se fosse un virulento agente eziologico, un batterio capace di dilagare e estendere la sua influenza in modo imponente. 

Il miracolo della musica non si sottrae a questo aspetto, capace com’è sempre stata di associare quasi spontaneamente, laddove esiste spirito e concordia e il voler mettersi in gioco su un palco o anche occasionalmente, ovunque ci sia uno strumento che suona e una voce che canta.

Il Coro Gabriel

Il concerto di ieri sera nella Sala Biasi della Stazione Ferroviaria è stata una cornice importante, con l’arte pittorica che veniva fuori dalle tele del grande pittore sassarese e le tele della pittrice Cristina Maddalena, che ha esposto per questa sola giornata affreschi del passaggio della storia della Sardegna attraverso i suoi abiti. Arte ovunque, per una serata di pura magia e incanto col concerto di Roberto Diana, musicista lurese, oggi una riconosciuta valenza della musica internazionale, al quale si è unito l’impasto del Coro Gabriel, sempre più attratto dalle contaminazioni che altro non sono che musiche e canti diversi che riescono a creare magia, pur se diverse, l’incanto anche se riesce difficile coglierne la diversa provenienza. Se avessi potuto suggerire agli amici del coro un connubio nuovo, gli avrei apertamente parlato della musica di Roberto. Lui lo conosco bene, da quasi 10 anni che mi onora della sua amicizia e mi aggiorna costantemente sul suo lavoro, un working in progress che spazia dappertutto, che già di suo è un compost di generi, ma con le radici sempre ben salde in questa terra da cui tutto è partito. Il Coro Gabriel ragiona allo stesso modo, ora il loro “marchio” ha valore e visibilità ovunque, è una macchina perfetta che sa mostrare e dimostrare valore in qualsiasi contesto e occasione si trovi a cantare e suonare.

Anche a loro sono sempre piaciute le mescolanze e le nuove esperienze. Ieri sera ne hanno dato prova, con pochissime ore di prova assieme a Roberto, hanno fatto spellare le mani ad un centinaio di persone accorse a sentire il concerto. Tante ce ne stavano, tante ne sono venute ma di fuori altri premevano per sentire un concerto in acustico senza amplificazione. La scelta è stata questa, voluta e condivisa, quasi a non voler disturbare la storia che esplodeva nei dipinti appesi e nelle tele storiche di Biasi. Per non “offendere” un luogo che  mesi prima aveva sopportato ingiurie vandaliche, per essere accanto ad un dolore troppo recente per essere scordato e per accarezzare di musica lieve quei legni, quella biglietteria, le mura, il pavimento, gli arredi, che la follia di una notte da stupidi, ha rischiato di mandare in fumo.

E che concerto! Una carrellata dei successi di Roberto e alcuni ensemble col coro che ancora saremmo stati ad applaudire se fosse stato possibile.

” Imparare qualcosa – scrive Buscaglia -è fantastico perché ogni volta che imparate qualcosa, diventate qualcosa di nuovo”. Quanto è vero! Vale per tutti, la stessa regola. Ieri sera tutti ci siamo sentiti nuovi perché attraverso la musica, il canto e il suono di un violino, abbiamo imparato qualcosa di nuovo. Abbiamo imparato, ad esempio, che con la musica, ci sentiamo tutti dentro ad un grande fiume di emozioni che vibrano. Ciascuno le ha fatte diventare cascate impetuose, languidi ricordi, abbracci amichevoli o d’amore, pensieri lontani, viaggi nella memoria, passioni, ritmiche pulsioni che generano stati d’animo positivi. Questo è la musica, il tutto che il nostro animo riflette, l’impronta del nostro stato d’animo a seconda di come ci poniamo ad ascoltarla e al come ci sentiamo in quel momento.

Il grazie va a Roberto, ma lui sa già quanto e  cosa mi dia ascoltare la sua musica, a Giulia, la sua compagna che accarezza il violino accompagnando in un matrimonio di corde le atmosfere magiche di Roberto, al Coro Gabriel, unici in tutto, nella modestia, nell’eclettismo fantastico, nelle armonie da ascoltare ad occhi chiusi, senza metterci mai il problema di quale voce che le esprima, perché sono fuse insieme alla loro bravura. 

Ecco, ieri sera è avvenuto l’ennesimo miracolo della musica e delle sue contaminazioni. Forse questo l’ho già scritto, ma a volte giova riscriverlo.

Nel video una buona parte del concerto e alcuni momenti che ancora mi porto dentro, come la versione di Balistreri, una della canzoni di Peppino musicata da Marcello Pes, Che dire di più, solo grazie. Un altra cosa che ho già scritto, ma giova riscriverlo.

Antonio Masoni

 

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