Tempio Pausania, 4 ago. 2018-
Millantar è sotto una nuova luce, riflessa e quantica come non mai, intrisa di bellezza e tesori, circondata da un verde smeraldo che la Costa omonima è stata oscurata. I millantariani sono in estasi collettiva, il tempo sta cambiando, forse “Antò, finalmente fa caldo”. Nella sua breve vita il ricordo più grosso è tutto in quel nome che si porta addosso “Millantar”, una profezia che diede luogo alla più grossa masturbazione collettiva mai vista. Divennero tutti ciechi, ma subito e immediatamente guariti dalla infotelevisione a doppia brugola storta, una tecnica che mise al punto il grande scienziato di origini slave Polifemus, noto
“Occhiolino” per via della perdita di un bulbo oculare che copriva con una benda. Un bell’uomo, un tipetto sempre corteggiato dalle insaziabili donne del pianeta per via del fascino che emanava e per altre doti di cui non è dato conoscere. Le sue scarse apparizioni pubbliche, sempre avvolte da una etica altruista, riservatissima e comunicativa, sono tutte editate sul libro maestro del pianeta “La Bubbola”, sempre in aggiornamento costante attraverso le progressive fasi 1, 2, 3, 4…..100….1000 etc., infinite e senza alcun seguito come le scoregge che sbuffavano dai deretani arrossati di taluni.
Su Millantar tanto si è scritto e tanto ancora si scriverà, è un’eterna fiaba che ha sempre qualcosa da narrare, mille peripezie da vivere, tra canzonette e concertoni al Palamusic di Fake City e mille altre amenità, un coacervo di immani minchiate e sterminati raduni di nostalgici miliziani. Il Re voleva frenare le svaporate del pianeta dei Detra, voleva inibirne la goliardica e divertente anima che era fatta di serie considerazioni ma anche di vere verità che facevano tremare il palazzo.
I millantariani cantavano nelle strade la famosa canzoncina “Dimmi quando tu verrai” e alzavano gli occhi al cielo agognando che piovesse la manna. La canzone era riferita alla card gold fuffica che avrebbe risolto le loro intemperie quotidiane, tra fame e aspettative vane, fatta di bisogni reali. L’attesa finalmente era finita. Presto, molto presto, si sarebbe data evidenza all’evidenza degli evidenziatori evidenzianti. Che volete che sia 1 anno, 2 o 100? Dettagli!
Proseguiva la chiamata alle armi del Re che spronava i suoi adepti con le solite minacce e le solite panzane, alternate come la scacchiera, una bianca e una nera, alla bisogna, sempre celate dietro una macchina ad aria che stentava a prendere quota.
“Ma il cielo è sempre più blu”, la nota canzone era stata archiviata, lasciata nel dimenticatoio, sotto il treno delle fasulle speranze. “Dimmi quando tu verrai” era più indicata per il momento di confusione dove anche lo “star system” dei sempre applauditissimi dottori e scienziati delle convention’s lasciavano a desiderare alquanto. “Occhio che vi sgamiamo paraponziponzipò”, cantavano su Detra, ogni volta che veniva presentato un grande imonitore chiamato a decantare le lodi di un mondo “più migliore dei migliori, il migliorissimo”.
Il Re emanò l’ennesima ordinanza “Occhio (non occhiolino che era lo scienziato Polifemus) n. 1500 bis-ter-quater-“. Il testo sacro La Bubbola ne riporta per esteso anche le virgole.
” Con detta ordinanza Occhio 1500 bis (alter OGNI), si informa la popolazione tutta, compresa quella del pianeta Detra, che ogni parola, ogni atto, ogni frase, ogni schiamazzo, ogni sputo, ogni bisbiglio, ogni domanda, ogni disarmonica e disallineata apologia del nemico, ogni soffiata di deretano, ogni sbuffo, verrà punito e perseguito secondo le normative vigenti nel pianeta. Inoltre, per confondere un tantinello le voci negative che si stanno sollevando inopportune e fraciche, presenterò querele quantiche a tutti coloro che oseranno infrangere queste disposizioni. Giurate tutti fedeltà al regno, siate sempre disposti all’obbedienza rigorosa e silente, come d’uopo a quelli che hanno creduto nel grande disegno mondiale di lotta alla mia povertà (pardon) alla povertà del mondo. Con l’ordinanza OGNI, do luogo alla fase “X” da non leggere 10 ma ics, che è come dire “?”. Adeguatevi, f.to il Re”.
Scombussolamenti repentini e fughe al galoppo di tanti, su ronzini affamati e asinelli volanti che sono sempre stati stanziali su Millantar, furono le disastrose conseguenze di quell’ordinanza. Molti ne risero, altri ne piansero ridendo, ma la maggior parte ballò per intere nottate sotto le note di “Il Rock di Capitan Uncino” aspettando le tragicomiche conseguenze di un despota che si stava avvitando su se stesso perché non sapeva più cosa proporre per distrarre l’opinione pubblica.
La storia di Millantar è stata tradotta direttamente leggendo i circa 2 milioni di capitoli che fanno del testo sacro “La Bubbola” il libro mai pubblicato più grande al mondo. Millantar, lo ricordo, è il pianeta della galassia nascosta di Minchiatar che appare di tanto in tanto allineata tra la Luna e Marte, di là, dove l’ignoranza regna sovrana, lassù nei misteri infiniti delle oscurità che ancora ci riservano delle sorprese. Magari a strisce giallo-verdi che impazienti attendono l’ok da qualcuno per smuovere le stagnanti acque di questa incredibile e bellissima storia planetaria. Chissà!
Antonio Masoni