Tempio Pausania, Carlo Antona, primario di cardiochirurgia al Sacco di Milano: « Non si tiene conto della viabilità disastrosa».

Tempio Pausania, 6 nov. 2018-

Una voce autorevole, qualificata, si unisce alla nostra protesta contro il lento ma inesorabile smantellamento del Paolo Dettori. E’ Carlo Antona, tempiese, 65 anni, professore primario di cardiochirurgia al Fatebenefratelli Luigi Sacco di Milano (link del curriculum del Prof. Antona)

Carlo è legatissimo alla sua città natale e anche all’ospedale di Tempio e, attraveso sua sorella Angela, nota e famosa archeologa, ha voluto dare il suo contributo alla causa in atto al P.O. di Tempio. Personalmente, l’ho sentito e ho anche ricevuto una parte delle motivazioni che lo hanno preoccupato. Il gioco al massacro sulla Sanità, sta conoscendo le peggiori conseguenze sulla popolazione tutta. Però, ci sono cause e cause per motivare questa nefasta interpretazione dei bisogni umani, certo quella messa in atto risulta la più sconsiderata.

«Buona sera Prof Antona e grazie per avermi permesso di raccogliere il suo parere su quanto sta accadendo al Dettori e, più in generale, in tutta la Sardegna».

«Non v’è dubbio che un’azione mirata al risparmio quando in gioco c’è la vita di esseri umani debba essere considerata sotto diversi aspetti. Non basta depotenziare e privare di specialità o posti letto, senza che a monte vi sia una riflessione che tenga conto di aspetti di altra natura».

«In particolare a cosa si riferisce?».

« La situazione della viabilità su tutte. Tenga conto che la mia collaborazione con l’ospedale di Tempio che è anche la mia città, risale a 30 anni fa. Da me, a Milano, in questi anni sono stati mandati decine e decine di tempiesi e sardi. Esseri umani prima che pazienti, affetti da gravi disfunzioni cardiache, a tutti ho sempre cercato di dare il mio aiuto di chirurgo senza mai una sola volta tralasciare l’aspetto umano, quello che forse nella vicenda dell’attuale riforma non è stato considerato. Com’è possibile, mi chiedo, che le attuali condizioni delle strade di collegamento con ospedali attrezzati debbano essere nelle condizioni che sono e che si possa pensare di salvare delle persone non tenendo conto di questo. Tenga presente che la tempistica, nel mio campo, è tutto. La viabilità non permette di raggiungere i centri specializzati di Olbia e Sassari in breve tempo. Se si disponesse di strade adeguate, la cosa potrebbe anche essere giustificata, ma così non è purtroppo».

« Mi corregga se sbaglio. In considerazione della sua valutazione, non era meglio prima che pensare di mettere a posto le strade, cosa peraltro mai considerata e certo non nel breve termine, evitare gli sprechi ma confidare in una dignitosa assistenza nei presidi come il Dettori?».

« Guardi, anche qui in Lombardia molte cose sono cambiate, anche da noi si è cercato il risparmio ottimizzando le risorse, ma si deve avere la forza di capire dove stiano gli sprechi e dove la sovrabbondanza delle risorse, dove invece le risorse siano indispensabili per cui non devono essere alienate. A Milano, così come in altri centri del nord Italia, se qualche presidio chiude, ne esiste sempre un altro nelle vicinanze e anche quando si devono affrontare chilometri pe raggiungerne uno, le strade permettono collegamenti sicuri e in tempi ristretti. In ospedale dove lavoro io, alcuni servizi sono stati ridimensionati, ma quello che non viene fatto nel servizio ridotto o chiuso, lo si può fare in un altro ospedale vicinissimo. La Sardegna non ha queste favorevoli condizioni, ci sono pochi ospedali e tutti distanti tra loro e, stiamo sempre parlando di viabilità pessima. Altra considerazione, dinanzi ad una densità bassissima di popolazione (47 abitanti per Km² nel distretto sanitario Tempio-Olbia) ci sono 4.000 Km² di superficie, con strade pessime, una situazione orografica poco omogenea, tutti fattori che devono per forza avere rilievo quando si ridisegna una rete ospedaliera».

«A tutto ciò si aggiunge anche la condizione di insularità che obbliga a difficoltà negli spostamenti quando si tratta di salvare delle vite umane».

« Certamente, parlando sempre della cardiologia del Dettori, essa era una vera eccellenza, di cui posso certificare la qualità, la capacità diagnostica e di trattamento. Non era quindi un ramo secco ma semmai una struttura da potenziare prima di arrivare a quel ragionamento che ho fatto prima, cioè dare risorse quando esse diventano indispensabili a migliorare un servizio già ottimale».

« Prof. Antona, cosa vorrebbe dire a chi sta decidendo della vita delle persone? Quale messaggio potrà mai dissuaderli dal considerare la gravità di queste scelte e riflettere sulle conseguenze disastrose che il nostro ospedale, e in generale l’intera sanità isolana, subiranno?».

« Spero  che chi ha le responsabilità delle scelte possa operare delle decisioni illuminate, non penalizzanti per il nostro territorio. Quando sono in gioco delle vite umane, queste decisioni devono essere molto ben ponderate e bisogna avere la capacità, nella scala dei valori, di mettere in prima posizione la vita umana, senza trascurare il corretto uso delle risorse e la lotta agli sprechi. Qualora si profilasse la possibilità di una mia collaborazione per scongiurare lo smantellamento in atto, per Tempio e per il nostro ospedale, sarò sempre a disposizione».

A nome mio personale e da tutti i presidianti dell’occupazione del Dettori, ringraziamo di cuore Prof. Carlo Antona, la sorella  e amica Angela, che ha subito interessato il fratello di quanto sta accadendo.

Grazie Prof. Antona, un tempiese che la sua città e il suo territorio li porta sempre nel suo Grande “Cuore”.

Antonio Masoni

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