Tempio Pausania, “Bastardi recidivi, ci ridaranno Hitler”, di Paolo Barnard. Rubrica economica a cura di Antonello Loriga.

Tempio Pausania, 17 nov. 2016-

fonte paolobarnard.info

Quelle che seguono sono parole oggi, dopo Brexit e Trump, di un’importanza incommensurabile: “Una linea diretta unisce la follia dell’iperinflazione tedesca al Terzo Reich… In quei giorni la negoziante che senza battere un ciglio chiedeva 100 milioni di marchi per un uovo, dimostrava che nulla più al mondo l’avrebbe potuta scioccare… Fu durante la crisi che i tedeschi persero la capacità di confidare in se stessi, e impararono ad aspettarsi ormai qualsiasi cosa dalla politica, dallo Stato, dal destino… I milioni che furono allora rapinati dei loro stipendi e risparmi, divennero le masse con cui lavorò Goebbels”. (Thomas Mann)

E io faccio eco alle parole del grande letterato quando vi avviso qui, come faccio da almeno 16 anni, che una linea diretta unisce oggi la furia sommessa di centinaia di milioni di occidentali con l’avvento del prossimo Adolf Hitler. Trump, Le Pen, Hofer, Orbán, Petry, o Wilders sono per adesso solo il primo tratto di quella linea.

Ho scelto il disastro della Repubblica di Weimar non a caso, sapendo benissimo che è un’amplificazione delle condizioni semi-disperate delle centinaia di milioni d’occidentali di cui parlo, ma l’ho scelto perché nelle parole di Thomas Mann c’è tutto quello che dovete sapere per aver terrore, già oggi, per i vostri bambini. Ma, idealmente, c’è tutto quello che dovete sapere per agire ora! E cosa c’è nelle parole di Mann? Soprattutto questo: quando i popoli si sentono TRADITI e ABBANDONATI AL FREDDO proprio dalle classi politiche che dovrebbero proteggerli, o dai sistemi internazionali che dovrebbero proteggerli, dopo un lungo tempo essi si gettano per esasperazione nelle mani del VENDICATORE, quello che poi fa l’Apocalisse.

Torniamo a Mann.

La negoziante tedesca divenuta allora anima di cuoio, ormai impossibile da scioccare, rappresenta i milioni di noi che ormai neppure più spostano un gomito dal divano di fronte alla morte dei redditi, delle pensioni, di ogni singolo diritto che fino a ieri sembrava scontato;

non spostano più un gomito di fronte alla chiara consapevolezza che i bambini che gli stanno giocando in cucina saranno servi delle gleba, letteralmente;

non spostano più un gomito di fronte al fatto osceno che dei milionari non eletti sono il loro vero governo, che neppure sta a casa loro;

non spostano più un gomito di fronte all’evidenza scritta anche sui giornaletti di paese che il politico di casa non può più neppure par-la-re, senza il permesso di cento cravatte blu a Bruxelles o a Manhattan;

non spostano più un gomito di fronte al fatto che se si lamentano disperati vengono tranciati a metà da parole come razzista, fascista, retrogrado, nemico della modernità, ignorante bifolco che vuole ammazzare la meravigliosa gallina dalle uova d’oro delle RIFORME!

Sono centinaia di milioni oggi quelli come la negoziante tedesca di Mann, lo siamo, e ormai siamo impossibili da scioccare, non spostiamo più un gomito, ma…

… ma siamo furenti, come lo erano i tedeschi allora.

Fu durante la crisi” scrisse Thomas Mann. Esatto, allora come oggi le crisi sono INFLITTE, fanno ingrassare i pochi, svuotano i cittadini di ogni, e qui ri-cito Mann, di ogni “capacità di confidare in se stessi”, quindi di agire con senso e coraggio. Io non sono Thomas Mann, ma questo stesso concetto lo scrissi nel settembre 2012 in un saggio chiamato La Politica della Carenza. E ci sono somiglianze agghiaccianti fra la crisi di Weimar e quella globale di oggi.

Entrambe scaturite dalla consapevole follia predatoria delle Potenze senza la minima considerazione dei costi sugli umani. Nel 1919 un giovane brillante economista della delegazione inglese al Trattato di Versailles – dove i vincitori della I Guerra Mondiale decisero le sanzioni e la spoliazione della Germania – rassegnò le dimissioni orripilato. Scrisse un volume storico chiamato Le Conseguenze Economiche della Pace, dove denunciò la follia predatoria degli Alleati, denunciò che nulla veniva fatto per l’occupazione in Europa, denunciò che il popolo tedesco sarebbe stato schiacciato delle Austerità impostegli. E predisse il peggio… infatti poi… Quell’uomo era John Maynard Keynes.

Oggi la follia predatoria della UE delle Austerità, della Finanza dei barracuda, non ha, esattamente come allora, un secondo di considerazione per i costi umani sui popoli, sulle classi medie ormai divenute straccioni, sugli anziani, sugli ammalati, sui bambini. Oggi, come allora, i vocaboli Piena Occupazione sono scomparsi anche dai sindacati! non solo da Washington o da Bruxelles. Oggi, come allora, siamo schiacciati a milioni, e già sta accadendo il peggio.

Entrambe le crisi, Weimar e quella globale di oggi, sono alimentate dalla pervicace INSISTENZA delle Potenze a ripetere gli errori micidiali e il sadismo sociale. L’economista americano Randall Wray, sempre nel parallelo fra Weimar e ora, ha scritto questo: “Il Trattato di Versailles fu una follia sanguinaria dei vincitori, ma ci ricorda adesso il comportamento della Germania della Merkel ai danni del sud Europa”. E sempre sulla pervicace insistenza nell’errore, guardate oggi cosa gracchiano la UE o ancora i Democratici americani dopo Brexit e Trump!!, recidivi fino al crimine contro l’umanità, sti mostri. Parlo di un’Europa che invece di capire il ‘Quarto Reich’ in arrivo fa le riunioni per punire Brexit e Trump, tutti a culo in aria di fronte al volto deforme di Angela Merkel. Obama, che dopo aver talmente distrutto la vita di milioni di americani da aver annientato il partito Democratico come nessuno dal 1776, ancora fa lezioncine contro “il nazionalismo populista”. E qui in Italia applaude il solito codazzo vomitevole di De Benedetti, PD, Benigni, Saviano, Severgnini, Travaglio, Vincenzo Boccia, il Sole 24 Ore…

E intanto la furia sommessa di oceani umani cresce, cresce.

E più cresce, state bene a sentire, e più tratti si aggiungono a quella linea diretta fra la sofferenza di milioni di noi e l’Apocalisse di un nuovo Hitler. Parole avventate eh? Raccontatelo a quel giovane brillante economista inglese che nel 1919 aveva intuito e denunciato tutto.

E Apocalisse lo è perché l’abbiamo già visto quel film, abbiamo già visto a cosa poi si abbandonano i milioni di furenti, impoveriti, esclusi, ridicolizzati e ignorati quando arriva l’uomo forte. Si abbandonano alla POLITICA DELLA MANNAIA, quella che li vendica certo, ma mozza teste, diritti, ricchezza, intelligenza, compassione e civiltà senza più distinguere nulla. Thomas Mann era cittadino di un popolo che nel 1925 ancora rappresentava un apice della civiltà e della cultura mondiale. Solo vent’anni dopo divenne uno degli abomini della civiltà mondiale. Ecco dove andremo a milioni buttandoci nelle mani della POLITICA DELLA MANNAIA.

Alla fine ci ridaranno Hitler, e noi esulteremo. Certo, sempre meglio che rimboccarsi le maniche ed essere cittadini che si salvano la vita. Eh, bè, quello costa impegno… Ohhh, lo so, è vero, i Poteri ci tolgono ogni “capacità di confidare in noi stessi”, come scrisse l’immenso romanziere tedesco, ma chi l’ha detto che le pellicole devono sempre essere le stesse? E se stavolta cambiassimo copione? Eh?

Paolo Barnard

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