Tempio Pausania, cos’è la moneta. Origini, come si muove e quali sono le implicazioni che essa assume nelle nostre vite. 2° appuntamento a cura di Antonello Loriga.

Tempio Pausania, 15 settembre 2014-

antonello loriga

Secondo appuntamento di economia sulla “moneta”. Con questa nuova tematica, a cura di Antonello Loriga, ci addentriamo nei meccanismi che hanno  generato l’uso della moneta. Attraverso queste indicazioni, formulate con linguaggio comprensibile, si vuole far capire meglio quale truffa ci sia dietro la nascita dell’euro.

Prima di addentrarci su ciò che costituisce il problema euro rispetto a quelli che sono i meccanismi di spesa pubblica  che spesso i più ignorano, assieme al concetto di sovranità monetaria che non si sa più che cosa sia è bene comprendere a fondo che cos’è la moneta, come essa nasce, come si muove e quali sono le implicazioni che essa assume nelle nostre vite.

A tal scopo iniziamo un percorso su un argomento che possiamo titolare NATURA DELLA MONETA, CARTALISMO E FUNZIONAMENTO DI UN SISTEMA MONETARIO.

Non fatevi impressionare dalla terminologia, tutto apparirà molto più  semplice di quanto si pensi, seguite il discorso.

CHE COS’E’ LA MONETA?

A questa domanda si può rispondere in base a due differenti correnti di pensiero ossia attraverso due approcci diversi:

1  METALLISTA ( sviluppato principalmente da Carl Menger, fondatore della scuola austriaca e anticipato da L.von Mises)

2 CARTALISTA ( sviluppato da G.F. Knapp)— DEBITO /CREDITO( A.M.  Innes  _ c.  Goodhart)

Approccio Metallista

Il  metallismo trova la sua più chiara espressione nel teorema sull’origine della moneta di Mises secondo cui: un mezzo di scambio può nascere soltanto  a partire da una merce in precedenza direttamente usata in una situazione di baratto e quindi con un ventaglio di prezzi in termini di altri beni. La moneta deve svilupparsi a partire da una merce che disponga già di un potere d’acquisto, come l’avevano l’oro e l’argento. Dunque secondo questo approcci o abbiamo:

1)Invenzione della moneta come mezzo di scambio per superare la scomodità del baratto.

2) La moneta è un mezzo di scambio. Nasce spontaneamente all’interno del mercato, quindi nel settore privato ,ossia non c’è bisogno che la imponga uno Stato, per facilitare lo scambio indiretto a partire dal baratto . (es scarpe , uova, pantaloni).

3) Per poter avere un valore di scambio la moneta deve per forza avere un valore intrinseco, che deriva il suo valore dalle proprietà intrinseche del metallo pregiato di cui è composta ( da qui il termine metallismo).

Un approccio che secondo noi e’ completamente errato, e in seguito vedremo meglio il perché.

Approccio Cartalista

Knapp rifiuta l’idea metallista che, tra l’altro non trova riscontri storici a supporto.

La genesi di una valuta va ricercata nelle relazioni sociali e nel settore pubblico. In particolar modo rientra tra i poteri sovrani e legittimi di uno stato, come afferma anche Abba Lerner nel 1947: “I poteri legittimi e sovrani del corpo direttivo (Governo) rendono la moneta una creatura dello Stato.

Dunque abbuiamo “L’approccio alla moneta come un  credito, ossia l’origine della moneta viene individuata nelle relazioni di credito   e debito.

MONETA DEBITO/CREDITO___ Alfred William Innes (1864-1950)                                                                                                                           Innes contesta la visione ortodossa che “al giorno d’oggi è stato ideato il credito, un nuovo strumento per risparmiare denaro, e che prima che questo strumento fosse conosciuto tutti gli acquisti venivano fatti in contanti, in altre parole pagati con monete (metalliche)”.

Invece, egli afferma: “un’attenta indagine mostra che è vero l’esatto contrario”

Piuttosto che il vendere qualcosa in cambio di una qualche merce intermedia

chiamata mezzo di scambio, una vendita è, in realtà, “lo scambio di una merce con un credito”.

Per Innes questa era la “legge primitiva del commercio”: “La costante creazione di debiti e crediti e la loro estinzione, nell’annullarsi a vicenda, forma l’intero meccanismo del commercio…”

Innes (1913, 1914, 1932) suggerisce che le origini delle relazioni di credito e debito si possono collocare nell’elaborato sistema tribale di compensi e risarcimenti (“wergild”) ideato per metter fine a cruente faide familiari. Le multe per “wergild”( in italiano guidrigildo era, nel diritto penale di alcune popolazioni germaniche, «una somma in denaro che stabiliva il valore teorico di un uomo o di una donna». Rappresentava una indennità congrua, idonea a risarcire il danneggiato e i suoi parenti, commisurato a seconda del valore sociale dell’offeso: un uomo libero valeva, ad esempio, meno di una donna, ma più di uno schiavo. L’istituto del guidrigildo è particolarmente attestato in Italia, dove fu introdotto con l’Editto di Rotari (643). venivano pagate direttamente alle vittime e ai loro familiari ed erano stabilite e imposte da pubbliche assemblee.

L’innovazione fondamentale, poi, fu la trasformazione di quello che era stato il debito del trasgressore nei confronti della vittima in un “debito” universale o in una tassa obbligatoria imposti e riscossi dall’autorità).

E’ quasi certo che le multe per wergild furono gradualmente trasformate in somme da versare ad un’autorità.

Come afferma Henry (2004), nel caso dell’Egitto, la prima classe dirigente fu probabilmente costituita da

funzionari religiosi che esigevano decime (apparentemente per ingraziarsi gli dei).

I conquistatori richiedevano il pagamento di tributi da parte di una popolazione assoggettata

Si arriva poi all’unità di conto, ovvero un’unità di misura comune a tutti, con la quale si misurano

crediti e debiti, e stabilita dal sovrano o dal governante.

Il mercato, quindi, non è visto come il luogo in cui le merci sono scambiate, ma piuttosto, come una stanza di compensazione per debiti e crediti

Charles Goodhart (1936- vivente)

Un’altra utile distinzione viene fatta da Goodhart (1998) fra l’approccio metallista e quello cartalista -o della moneta statale-. La seconda evidenzia che la moneta si evolve non da un sistema di mercato pre-monetario ma piuttosto dal sistema penale (Grierson 1977, 1979; Goodhart 1998; Wray 1998). Perciò essa sottolinea l’importante ruolo giocato dalle“ autorità” riguardo alle origini e all’evoluzione della moneta.

Più precisamente, lo Stato (o ogni altra autorità in grado di imporre un obbligo) impone una passività/una responsabilità/un debito nella forma di una unità di conto generalizzata e sociale –una moneta-, usata per misurare l’obbligo di pagamento.’ da notare che lo Stato può attribuire a qualsiasi cosa, a sua scelta, la funzione di “oggetto monetario” designato nella moneta di conto ( anche i bigliettini da visita del ristorante Il Purgatorio): “La validità per proclamazione non è legata ad alcun materiale”.

  1. F. Knapp (1842-1926)

Lo Stato sceglie l’unità di conto e specifica che cosa viene accettato per il pagamento degli obblighi verso se stesso (tasse).

Il passo finale è l’emissione da parte dello Stato dell’oggetto monetario che esso accetta. Il materiale di cui è fatto l’oggetto monetario emesso dallo Stato non ha alcuna importanza (oro, metallo comune, carta, o anche anche numeri digitalizzati alla banca centrale). A prescindere dal materiale di cui è fatto, lo Stato deve dichiarare il suo valore nominale (vale a dire il valore con cui l’oggetto monetario viene accettato  nel soddisfare gli obblighi di pagamento verso lo Stato). “Il portatore di una moneta o di un certificato ha l’assoluto diritto di pagare qualsiasi debito dovuto allo Stato con quella moneta o quel certificato ed è questo diritto e nient’altro che da’ ad essi il loro valore. E’ irrilevante se questo diritto sia o meno conferito per legge o anche se ci possa essere una legge scritta che definisce in modo diverso la natura di una moneta o di un certificato. ” La speciale caratteristica della moneta statale quindi è che essa è “riscattabile tramite il meccanismo della tassazione”: “E’ la tassa che da’ all’obbligo di pagamento il suo ‘valore’. Un dollaro è un dollaro non per il materiale di cui è fatto, ma a causa del dollaro di tassazione che viene imposto per riscattarlo”. La moneta è quindi una creatura dello stato il quale si pone al vertice di una eventuale scala gerarchica di creazione del denaro, anche a livello temporale. E’ quindi logico pensare alla moneta come una relazione sociale di tipo particolare, un rapporto debito/credito, in cui il denaro è considerato una promessa, oltre che un mezzo di pagamento, un “Io Ti Devo” (io ho un debito con te) di cui lo stato è “padre creatore” ed emettitore. nel momento in cui viene emesso, l’io ti devo diventa una passività per l’emettitore ed un asset(un attivo) per chi ne viene in possesso.                 

Il corso legale (Schumpeter): Comunemente si è portati a pensare che la creazione di moneta da parte dello Stato risieda esclusivamente nella possibilità e capacità di quest’ultimo di imporla con la legge(Schumpeter), di darle un corso legale, ma la questione non è tanto la capacità di creare un debito e di dargli un valore legale, quanto quella di indurre qualcuno ad accettarlo. 

L’imposizione legale non sarebbe sufficiente di per se a determinare l’accettazione diffusa di una particolare moneta, come del resto la mancanza di corso legale non imporrebbe automaticamente la non accettazione di una moneta. 

Il Cartalismo applicato all’economia moderna: Quella che noi chiamiamo Modern Money Theory (B. Mitchell) o Mosler economics non è altro che l’applicazione in senso pratico dei principi del Cartalismo di Knapp all’economia moderna.

In particolare rivolge la propria attenzione a un certo tipo di valute:

            -Sovrane

            -Non convertibili (in oro o alcunchè)

            -Flessibili (Moneta Fiat, cambi flessibili)

Il neo Cartalismo è l’integrazione perfetta delle analisi post keynesiane e circuitiste alle quali manca la descrizione del processo in base al quale la moneta, viene creata e assume valore tra gli agenti dell’economia. 

Il modello multidimensionale della MMT

Il sistema economico è diviso su due piani:

1) una componente verticale che descrive le interazioni tra stato e settore privato

2) una orizzontale che interessa l’espansione di moneta tramite la creazione di credito bancario 

La componente verticale

 Nella parte superiore del modello c’è lo Stato (qui presentato come un consolidato tra Banca centrale e tesoro), che è di fatto l’unico emittente di moneta (unità di conto), in quanto controlla l’emissione di unità monetarie da uno dei suoi agenti designati (la Banca Centrale).

                        STATO                                             Consolidamento tra Banca Centrale e Tesoro

La componente orizzontale

A differenza di quella verticale, la componente orizzontale riguarda la creazione del credito bancario, il soggetto è il settore privato ed il meccanismo è del tutto endogeno (interno al circuito). Il processo di creazione dei prestiti, che danno poi luogo ai depositi, è effettuato sfruttando come leva ciò che accade nella componente verticale descritta poc’anzi.

La visione neo cartalista è perfettamente coerente con la nozione post Keynesiana secondo la quale, gli squilibri nelle riserve bancarie detenute presso la banca centrale, dovuti al sistema di creazione del credito, possano essere riequilibrate solo grazie all’azione di quest’ultima. Si noti bene che il credito (prestiti) creato dal nulla dalle banche commerciali, genera automaticamente un corrispettivo in debito, ne consegue che il saldo netto è sempre uguale a zero. Non viene creata nuova moneta al netto.

Le tasse guidano la moneta

Lo stato è il primo soggetto, in ordine temporale, che interviene nel sistema di creazione della moneta, la quale una volta creata, assume valore tra gli utilizzatori perché obbligati, dallo stato, a pagare le tasse esclusivamente con tale valuta.

Le tasse quindi, nei moderni stati a moneta sovrana, hanno come funzione primaria quella di creare una domanda di moneta dello stato. In altri termini, i cittadini, avendone inevitabilmente bisogno, devono agire in modo da ottenerla e possono farlo solo dopo che lo stato l’abbia immessa nel sistema spendendo in deficit.

Modello Multidimensionale

La parte superiore è occupata dallo Stato come creatore di moneta.

La parte centrale è occupata dal settore privato, “costretto” a scambiare beni e servizi in cambio di moneta (per pagare le tasse). A questo punto il denaro in mano al settore privato prende una triplice direzione: viene speso (consumato per beni e servizi o investito), risparmiato, se in eccesso, sotto forma di contante, riserve e titoli di stato.

Il pagamento delle tasse occupa la parte inferiore dello schema verticale per evidenziare come questa operazione distrugge, elimina la moneta dal circuito.

Quanto esposto, ovviamente per essere compreso necessita di un minimo di attenzione e di ragionamento, ma se volessimo fare una maggiore sintesi di quanto detto il succo è il seguente, cioè il cartalismo di Knapp o la finanza funzionale di Abba Lerner non sono altro che lo stato che ritorna, e con la sua creatura , la sua moneta è in grado di creare lavoro e ricchezza per tutti i cittadini dello stato. Con la caduta del gold standard nel 1971 ( Trattato di Bretton  Woods, USA) che imponeva ad uno stato di emettere tanta moneta quanto era il corrispettivo valore in oro, lo stato non ha più limiti alla propria emissione monetaria perché la carta è carta ed è praticamente infinita e se dovesse mancare la carta ci sono i numeri sui computer che sono infiniti. In realtà un limite alla emissione monetaria esiste ed è dato dalla piena occupazione di tutti quei cittadini che non trovano un lavoro nel settore privato e dalla piena produzione di beni e servizi. Non si entra mai in livelli inflattivi sensibili per eccesso di moneta, ma per scarsità di beni e servizi. Dunque se tutti lavorassero  e producessero non potrebbe esserci  inflazione. Lo stato deve essere il monopolista della moneta lui e solo lui la può creare dal nulla perché per lo stato la sua creazione non ha nessun costo. La moneta creata viene poi data ai cittadini in cambio del loro lavoro, come si dice: spesa a deficit. Faccio un esempio; se lo stato deve costruire una scuola a Tempio che cosa Fa’? Emette il quantitativo necessario di moneta per accreditare tutti i conti correnti di quegli individui che hanno collaborato alle varie fasi lavorative della costruzione ( ingegneri, architetti, impresari, elettricisti , falegnami, impiantisti ecc.) Supponiamo che il costo della scuola sia stato di 100 milioni di lire, allora lo stato suddividerà questa cifra fra le varie forze lavoro che hanno collaborato alla costruzione. Fatto questo arriverà il momento in cui lo stato dovrà tassare i vari lavoratori, supponiamo che tassi per 20 milioni, la differenza tra la quantità di moneta emessa 100 milioni e le tasse riscosse dai lavoratori 20 milioni , si chiamerà deficit e sarà pari ad 80 milioni, dunque lo stato ha speso più di quanto ha tassato e quel deficit come si può notare costituisce sempre la ricchezza di cittadini e aziende e per lo stato rappresenta ciò che chiamano debito pubblico che in realtà non deve mai essere ripagato perché lo stato è il creatore della moneta e non può indebitarsi con se stesso ne fallire il debito pubblico è un mera scrittura contabile tra il Tesoro e la sua Banca centrale. Dunque se ci pensate è sempre lo stato che arricchisce cittadini e aziende sia nel settore pubblico che in quello privato, perché se lo stato non spende per primo nessuno può avere la sua moneta . In una sana economia le tasse non hanno lo scopo di finanziare la spesa pubblica, pensateci come potrebbe mai essere? Le tasse hanno lo scopo di imporre la moneta dello stato ai cittadini perché lo stato esige da essi il pagamento delle imposte in quella valuta e non in altre valute. Il secondo compito delle tasse è quello di fungere da termostato dell’economia cioè se l’economia corre troppo si aumentano le tasse e si drena denaro dalla circolazione, il denaro tolto dalla circolazione viene letteralmente bruciato, se l’economia rallenta si diminuiscono le tasse e anche queste tolgono un po’ di liquidità dalla circolazione il denaro tolto di mezzo con le poche tasse viene bruciato come nel caso precedente. Ovviamente tutto questo discorso ha senso in uno stato con moneta sovrana come era l’Italia prima di entrare nell’euro. Vedremo in seguito quelli che sono i meccanismi di spesa pubblica in uno stato con moneta sovrana dove lo stato  è il creatore  della sua moneta che chiamiamo unità di conto e i meccanismi di spesa pubblica in uno stato a moneta non sovrana  dove lo stato è solo l’utilizzatore di una moneta che non piò più creare con tutti i danni che ne conseguono.

Antonello Loriga

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