Tempio Pausania, Il giorno che si capirà dove sta “il problema dei problemi”, sarà un momento storico.

Tempio Pausania, 2 mar. 2017-

Potrei partire da un qualsiasi argomento, quello che a ciascuno di voi sta a cuore. Prendo spunto, tuttavia, da un articolo dell’Unione Sarda di oggi a firma Andrea Busia, corrispondente per Tempio e territorio.

Argomento le strade di collegamento tra la città e il resto della Gallura, in questo specifico caso Olbia.

L’articolo esamina gli aspetti pratici di un percorso diventato, dopo le turbolenze climatiche dell’ultimo periodo, del tutto impraticabile, per poi passare alle possibili soluzioni. Ma quali soluzioni possono esserci se mancano i fondi? Poche, se non, come lo stesso articolo cita, qualche rattoppo qua e là e altri tratti rifatti in maniera parziale.

“Non si può tirare il sangue da una pietra ” dicono il buon Andrea e negli uffici preposti al rifacimento del manto stradale. I provvedimenti, nel caso in esame, si limitano alla limitazione della velocità ai 50 Km/h, come dire camminare più che correre.

I sindaci si infuriano, sbattono i pugni sul tavolo perché pensano che sia una mancanza di rispetto per questo territorio mentre per altri si è stati di manica larga. Vero in parte, ma le cose non sono messe solo dal punto di vista di mancanza di diottrie verso questa parte della Sardegna. La vista è buona invece, perché di soldi non ce ne sono più nemmeno per comprare gli occhiali.

E perché allora non ci sono soldi?

Cosa impedisce ad un comune, a una regione, a uno stato di spendere? In apparenza nulla, ma non qui con questo vincolo che ci lega ad una tirannia finanziaria che ci costringe ogni giorno di più a tirare la cinghia, a raschiare il fondo del barile, a contare esclusivamente sugli aiuti comunitari che altro non sono che le nostre tasse che tornano indietro come se fossero aiuti mentre sono in realtà elemosina. Cosa impedirebbe ad uno stato sovrano, padrone della sua moneta di fare spesa pubblica, quindi costruire nuove strade, rifare quella vergogna del ponte di Monte Pinu per il quale andiamo al 4° anno di mancanza e che costringe tutti noi a raggiungere Olbia con maggior tempo e attraverso strade che oggi sono inservibili? Nulla, proprio nulla. Uno stato sovrano può emettere la sua moneta quanto vuole. La moneta non nasce nei campi e non dipende dalle condizioni climatiche, quindi che piova o che ci sia il sole. Non dipende dal fatto che non ci sia acqua nei campi, la moneta viene creata dal nulla dentro le banche centrali degli stati sovrani. La banca centrale è il monopolista della moneta e solo lei la può creare dal nulla e tramite le decisioni del Parlamento darla ai cittadini in cambio del loro lavoro e dei loro servizi. La moneta non può mai essere scarsa, sarebbe come dire che un ingegnere non può progettare una strada perché mancano i chilometri, essa è solo una unità di misura per contare debiti e crediti tra due soggetti.  Uno Stato sovrano può spendere quella carta senza limiti, può risolvere le grandi questioni della mancanza di lavoro, può rifare le case distrutte dal terremoto, può fare tutto, ma tutto tutto eh. Ma queste cose i sindaci le sanno o pensano ancora che basti cambiare Renzi con Gentiloni o Napolitano con Mattarella o allontanare gli extracomunitari che rappresentano uno dei mal di pancia del popolo che ascolta ancora i TG nazionali o legge i giornali di regime? E credono che basti questo come soluzione del problema dei problemi? Ma dai, forza che lo sapete anche voi che non è possibile e che i proclami sentiti oggi dal premier Gentiloni al TG sono l’ennesima presa in giro.

L’economia – dice il primo ministro – sta finalmente ripartendo“. Da dove? Dalla riduzione della spesa pubblica? Ma lo sanno i sindaci che è esattamente l’opposto? Che se si riduce la spesa pubblica avremmo meno strade, meno ospedali, meno scuole, meno lavoro, meno tutto? Se riduciamo la spesa pubblica, il debito pubblico aumenta perché si riduce il PIL che è la produzione annuale lorda di beni e servizi. Ogni taglio di spesa è recessivo perché entra in gioco il moltiplicatore monetario di Blanchard. Se spendo 1 il PIL aumenta di 1,7, se taglio 1 il PIL diminuisce di 1,7. Qui l’economia e la mia poca conoscenza personale non c’entrano nulla, qui vale una regola semplice: se non faccio spesa pubblica come posso risolvere quelle grandi questioni? Allora si agisce col fisco: aumento il carico fiscale, uno dei più alti d’Europa, per far fronte alla riduzione del deficit, una delle invenzioni più catastrofiche dell’economia pubblica. E cosa ci vorrebbero togliere ancora che già non abbiano tolto?

Ma dai, “ajò” a dirla alla gallurese, che non potete credere a queste cianfrusaglie politiche, dai che lo sapete che questo sistema nasce per obbedire al neoliberismo finanziario che deve farci “svendere tutto” (la Grecia non ha insegnato nulla?), persino la dignità che non sappiamo più dove si trovi, per impoverirci ancora di più ed obbligarci a soccombere.

Henry Ford

Quando il popolo capirà il vero funzionamento della moneta, noi non arriveremo a domani mattina senza una rivoluzione“, Henry Ford, economista.

Antonio Masoni

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