Tempio Pausania, 12 giu. 2018-
C’eravamo lasciati alla nona favoletta del pianeta della Fuffa, Millantar, allorquando l’attesa per la card fai da te sarebbe stata finalmente erogata. Perché fai da te? Semplice, ti danno una carta, la riempi di tuo denaro e la spendi dove vogliono quelli del palazzo, gli evidenziatori del mondo migliore. Tutto su Millantar era valore, l’evidenza su tutti veniva considerata E.V.A., Evidenza Valore Aggiunto, e sul pianeta, ovviamente, veniva anche pagata. La somma era sempre la stessa, un quideuro al mese. Truffarelli era un vago ricordo, superato persino dalla sua fama chiaroscura con vaghi riflessi sul violetto acceso.
A palazzo non sapevano più cosa inventarsi, si prodigavano ogni giorno alla ricerca del vuoto da riempire e di buchi da tappare, la smania del laccio emostatico da usare per tamponare le emorragie era a sua volta un business e sul testo Sacro della Bubbola molte pagine erano bianche in attesa di essere riempite di minchiate nuove, tali da placare la fame esplosiva dei millantariani che erano giunti all’agonia. La povertà era alle porte, gli esodati dal salottificio clen clen non trovavano lavoro e più o meno tutti stavano pensando ad un altro business che corresse parallelo alla fuffa epocale del progetto senza intaccarne l’evidente prestigio, ormai in decadenza, seppure a doppio circuito integrato e con brugola storta ancora presente.
A Fra Gandolfo da Norcia era venuto in mente il business delle preziosissime pietre laviche del vulcano Ruttor, a Maialetti, preceduto dalla sua chiara fama di venditore di intrugli cosmici, ma seguito da militari colorati di verde a strisce gialle, un rimedio per la vaccinazione di massa con la tetraminchina senegalese, la migliore del pianeta, a Suorpaolina il confezionamento di alcol etilico da miscelare con la pasta Fissan per lenire i dolori del deretano afflitto da inculate cosmiche, e così via.
Tra gli altri, insensibili al decadimento generale della fuffa di Millantar, vi erano due incalliti seguaci che mica potevano rimanere al palo, e si inventarono un nuovo mestiere, creando un’industria che avrebbe garantito lavoro e ricchezza. Fraccus e Gonzon fecero sorgere sulle pendici del Monte Ruttor, un Nebbificio di ultimissima generazione, con doppio circuito di scarico dei reflui tossici e flusso canalizzatore direttamente collegato alla nebbia presente da sempre in quantità rilevanti sull’intero pianeta. Millantar, in altre costellazioni vicine e anche sul Pianeta dei new Detractor, era conosciuto anche come il pianeta della nebbia.
Fu così che l’idea prese corpo e sostanza e i due industriali iniziarono la loro produttiva attività di imbustare nebbia, dopo l’avventura tragica appena conclusa del Pippodromo e delle scommesse clandestine che li avevano ridotti sul lastrico.
La fabbrica 4.0 dei due sorse ed entrò in produzione da subito. La plastica per le buste era stata fornita da Tontini LTD, emerita e prestigiosa società collegata a Tarlok, quindi in qualche modo sempre associata all’iniziale disegno piramidale del Re. La costruzione aveva infatti una riconoscibile sagoma piramidale, col vertice a stretto contatto con il flusso canalizzatore e nel quale erano allocate le bocche di aspirazione. L’intricato groviglio di tubi e tubazioni interne, completavano la base della piramide dove veniva imbustata la nebbia dagli operai. Gli affari andarono subito bene e Gonzon e Fraccus se la godevano alla grandissima.
” Senti Gonzon – disse Fraccus un giorno – e se ingrandissimo la fabbrica e ci mettessimo anche a imbustare bubbole di altra natura?”
” Sarei d’accordo, se ve ne fossero ancora in circolazione. Il Re le ha usate tutte e non vedo dove potremmo orientare il mercato fuffico. Non ci resta che la nebbia, e forse qualcosa di simile, che ne so… lo smog? Imbustiamo lo smog? O il fumo della sigaretta? Lo vendiamo a chi ha smesso di fumare e non si è ancora disintossicato?”
“Vedi, lo dicevo io che restava ancora potenzialità nella fuffa, mi sembrano ottime idee. E smog e fumo di sigaretta sia!”.
Il nemico numero 1 della nebbia, è cosa nota, è il vento. Bisognava intercettare quell’odioso vento traverso che soffiava dal pianeta dei New Detractor’s, “bannarlo”, escluderne la virulenta azione demolitrice che aveva provocato l’allontanamento di moltissimi riconvertiti al Mondo Meno Peggiore che era la causa principale degli attriti e degli scontri quotidiani tra millantariani e i Detrax, com’erano noti gli abitanti del pianeta antagonista.
Che fare, cosa inventarsi che già non fosse stato inventato? Quale potente Dio dei venti quantici si poteva invocare per placarne la collera? A Gonzon e Fraccus venne allora l’idea che ancora oggi sulla Bubbola, il testo sacro del pianeta, viene indicata come “la scoreggia a doppio carburatore inverso, con triplo scappellamento a sinistra”. Una sorta di antivento che pensarono potesse proteggere il pianeta dai venti maligni. Persino Suorpaolina, seguace di Mamma Teresa, dell’ordine delle sorelle di Giuda, pregò per invocare le grazie della protettrice dei fuffaroli, Regina Coeli, per fermare le ire di Eolo. La scoreggia funzionò per un breve periodo, sinché sul pianeta non si esaurirono le quantità di carburante necessario, un intruglio con gamberi del Sahara, aringhe del Mar Morto e olio che proveniva dal vasto oliveto sorto con la macchina cazzoponica a cacca di elefante siberiano. La miscela, un potentissimo e maleodorante carburante, alimentava una corrente di aria fetida sui venti, nemici del nebbificio, esautorandone l’effetto e consentendo alla nebbia di persistere sul pianeta a ridosso del Monte Ruttor. Il business terminò appena la natura si ribellò alla sua manipolazione e chiese anche il conto ai due fuffaroli del nebbificio che non osarono neppure continuare con lo smog e il fumo della sigaretta la loro Fuffica attività imprenditoriale.
Tarlok, sulla terrazza del suo castello-palazzo, osservò la nebbia diradarsi agli irti colli, piovigginando mentre saliva, e sotto al maestrale urlar e biancheggiar il mare. La scena lo ispirò e ne fu attratto per il secondo libro da far scrivere sulla sua inutile vita del cazzo. Già aveva il titolo ” Come dare evidenza alla nebbia”, accompagnato da un cofanetto regalo che conteneva due DVD del meditatore Stokaz, artefice della rivoluzione quantica, olistica, truffaldinistica che si era diffusa a Millantar. Il primo DVD era intitolato ” Stokaz, dopo aver pisciato lavatevi le mani, mi raccomando”, il secondo ” Ora che vi siete lavati, asciugatevi”.
I due cofanetti regalo andarono a ruba insieme al libro del Tarlok che riuscì a vendere uno smisurato numero di copie per le quali si assicurò un posto d’onore nella classifica delle migliori “sole” mai scritte. Meglio “sole”, che accompagnate da idioti. No?
Antonio Masoni