Tempio Pausania, «L’analisi transazionale», Vincenti e Perdenti (2^), di Rita Brundu.

Tempio Pausania, 27 gen. 2018-

Ognuno di noi nasce con la capacita’ di vincere la vita, e l’A.T. vi aiuta ad essere un Vincente. Pochi sono vincenti o perdenti al cento per cento. E’ piuttosto questione di gradi, e nell’atto stesso in cui uno si mette in azione per essere un vincente, le sue possibilità di diventarlo aumentano.

Ma chi è un vincente e chi un perdente? Le persone autentiche, i vincenti, non dedicano la loro vita a fabbricarsi una propria immagine ideale di se stessi. Semplicemente, sono se stessi; e, appunto per questo, non sprecano energia né a recitare una parte né a simulare e né a manipolare gli altri. I perdenti, invece, investono le loro energie a celarsi dietro una maschera, per offrire all’esterno un volto diverso.

Per Eric Berne, il fondatore dell’A.T., ci sono tre tipi di comportamento: quello vincente, quello non vincente e quello perdente. 

L a differenza tra un vincente e un perdente è che il vincente perde molto più spesso del perdente! Un vincente concepisce un progetto e tenta di realizzarlo: se fallisce, decide che la prossima volta tenterà in altro modo. Farà un nuovo tentativo e, se fallirà di nuovo, imparerà dal suo insuccesso e continuerà a provare in maniera ancora diversa. Il perdente tenterà di realizzare il suo progetto solo quando è certo del successo. Se, per motivi di valutazione o di percezione, ha insuccesso, decide di non tentare mai più l’esperienza: si ferma al primo fallimento.  Il “non vincitore” non è né carne né pesce”. Tira a  campare giorno per giorno, non fa nessuna grande vincita ma neanche nessuna grande perdita. Non corre rischi. Nel lavoro non diverrà mai il capo, ma non sarà nemmeno mai licenziato.  In realtà la maggior parte di noi opta per copioni che sono una mescolanza di vittorie, non vittorie e sconfitte. Nel mio insieme peculiare di decisioni infantili, io forse mi sono detto di essere un vincitore nel lavoro intellettuale, un non vincitore nell’attività fisica e un perdente di primo grado nei rapporti sentimentali. La vostra combinazione personale di decisioni può essere totalmente diversa.

Più importante di tutto è rendersi conto che QUALSIASI COPIONE PUO’ ESSERE CAMBIATO. Divenuto consapevole del mio copione posso scoprire qualsiasi area in cui ho preso decisioni perdenti e cambiarle in decisioni vincitrici.

                                                                           STORIA DELL’ANALISI TRANSAZIONALE

Durante la seconda guerra mondiale il mondo era rimasto sconvolto di fronte alle incomprensibili atrocità perpetrate da un gruppo umano sull’altro. Molte persone avevano subito traumi di ordine psicologico e ci si focalizzò sul come restaurare la funzionalità il più presto possibile. Si scoprì presto che le persone avevano una capacità di ripresa assai maggiore di quanto si fosse mai pensato. A pochi anni dalla fine della guerra, cominciò ad emergere un tipo di terapia incentrata sull’ integrazione e sulla speranza nel cambiamento, e sulla convinzione che le persone potessero “guarire”. Svolsero questa funzione varie terapie, tra cui l’Analisi Transazionale. Si erano ormai accumulate prove sufficienti a dimostrare che gli esseri umani possono crescere e cambiare, e possono essere responsabili del loro benessere.

L’A.T. trae l’origine, i primi sviluppi e l’ispirazione carismatica da Eric Berne. Come molti altri innovatori creativi, aveva una grande capacità di lavoro: scrisse otto libri e pubblicò diversi articoli.   

Dal 1965 al 1970 l’A.T. esce dalla California e si diffonde per gli Stati Uniti. Durante questo periodo gli scritti maggiori sono sempre redatti da Berne. La sua morte inattesa, nel 1970, segna una svolta decisiva poiché i suoi collaboratori, a volte urtandosi tra di loro, approfondiscono l’A.T. mediante contributi personali. Pur rispettando un patrimonio comune, accentuano l’uno o l’altro aspetto, a seconda delle persone alle quali si rivolgono e delle tecniche appropriate che  elaborano.

A partire dal 1975 ciascuno di questi orientamenti ha preso corpo e si afferma. Dal 1975 al 1980 L’A.T. fa un nuovo balzo in avanti e sciama in altri Continenti: America del Sud, India, Australia, Africa del Sud, Giappone e, soprattutto, in Europa. La sua vitalità è ovunque attestata dalla crescita numerica degli analisti transazionali, debitamente riconosciuti dall’Associazione Internazionale (I.T.A.A.) e dalla qualità dei servizi che rende in   psicoterapia,  nella educazione e nella formazione degli adulti.

Finora vi ho dato delle informazioni varie e generiche, che vi hanno permesso di capire un pochino più a fondo l’A.T. .La prossima volta sarò più specifica, entrerò nel concreto, e vi dimostrerò come L’A.T.  possa aiutare a conoscere noi stessi.

Rita Brundu

Related Articles