Tempio Pausania, Il pm: «Hanno causato il crollo della strada a Monte Pino, a giudizio i 4 tecnici», Nuova Sardegna On Line.

Tempio Pausania, 19 gen. 2018-

fonte La Nuova Sardegna On Line:

La strada crollò sotto la furia dell’acqua che quel 18 novembre 2013 sconvolse la Gallura, ingoiando il fuoristrada, diventato la tomba di Bruno Fiore, della moglie Sebastiana Brundu e della consuocera Maria Loriga. Nella voragine che si aprì all’altezza di Monte Pino, precipitò anche l’auto di Veronica Gelsomino, unica sopravvissuta a quella tragedia, rimasta gravemente ferita. Le auto sono ancora lì, sommerse da sassi, terra e vegetazione. Perché i lavori di ricostruzione non sono ancora cominciati, né, a distanza di oltre quattro anni, si sa se per quel crollo, ci sono responsabilità.

foto galluranews

Ieri, proprio nel giorno in cui è arrivato l’ultimo atteso via libera all’inizio dei lavori di rifacimento del tratto della sp 38 bis Olbia Tempio (realizzata nel 1983 dall’impresa romana Alessandro Rossi), si è tenuta l’udienza preliminare per decidere sul rinvio a giudizio di quattro dei sei indagati, tra tecnici e dirigenti della Provincia di Sassari e quella di Olbia Tempio (gli altri due, Giuseppe Muzzetto e Antonio Zuddas saranno giudicati con rito abbreviato), per il crollo della strada di Monte Pino. Decisione slittata alla prossima settimana. Dopo aver sentito accusa, difesa e parti civili, il gup del tribunale di Tempio, Giuseppe Grotteria ha rinviato al 26 gennaio la decisione sull’eventuale rinvio a giudizio o proscioglimento dei quattro indagati: Giuseppe Mela, dirigente della viabilità nella Provincia di Sassari, difeso dall’avvocato Mario Ghezzo, Francesco Prunas, geometra istruttore tecnico alla Provincia Olbia Tempio, difeso dagli avvocati Aurora Masu e Mauro Muzzu, Pasquale Russo, dirigente della viabilità della Provincia Olbia Tempio, difeso dall’avvocato Angelo Merlini, e Graziano Sini, geometra istruttore tecnico alla Provincia di Olbia Tempio, difeso dagli avvocati Antonio Falchi e Costanzo Foddai. Per i loro assistiti, i difensori dei quattro indagati hanno sollecitato il “non luogo a procedere”. Il pubblico ministero Nadia La Femina ha invece chiesto il rinvio a giudizio. Richiesta a cui si sono associati gli avvocati di parte civile: Maurizio e Nicoletta Mani e Massimo Delogu per i familiari delle tre vittime, e l’avvocato Sergio Diomedi, che assiste l’unica sopravvissuta al drammatico crollo della strada. Una tragedia per la quale viene chiamata in causa anche l’ente della Provincia di Sassari, rappresentata dall’avvocato Agostinangelo Marras (sostituito ieri in aula, dalla collega Letizia Forma). Facendo leva soprattutto sulla consulenza tecnica, le parti civili hanno rimarcato come siano numerosi e vistosi gli elementi dai quali emergono responsabilità che non possono non essere tenute in considerazione.

«Finalmente si sta arrivando a una decisione sul rinvio a giudizio, le famiglie delle vittime attendono da tempo la pronuncia di un giudice», ha commentato fuori dall’aula, l’avvocato Maurizio Mani che rappresenza la madre di Maria Loriga.

Agli indagati l’accusa contesta di aver, in cooperazione tra loro, ognuno nell’esercizio delle rispettive funzioni, provocato il crollo di un tratto della sp 38 bis e la conseguente morte delle tre persone che percorrevano a bordo di una Land Rover Freelander il tratto di strada all’altezza di Monte Pino. Non sarebbero state realizzate in maniera adeguata alcune strutture, provocando l’infiltrazione d’acqua che poi ha causato il cedimento della strada, né gli indagati avrebbero vigilato sul problema e sul pericolo per la viabilità. Viene contestata anche l’assenza del collaudo statico della strada.

Il giudizio abbreviato per Giuseppe Muzzetto, progettista della sp 38 (tracciato originario risalente al 1979) e Antonio Zuddas, collaudatore tecnico, assistiti dagli avvocati Franco Luigi Satta e Pierfranco Tirotto, è fissato a marzo.

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