Tempio Pausania, scrive una lettrice « …vi racconto una storiella »

Tempio Pausania, 17 ottobre 2014-

Ottemperando al mio dovere di servizio alla comunità, nello spirito di assoluta libertà che mi ha sempre contraddistinto, avendo sempre presente l’assoluta convinzione di avere in dote uno strumento pubblico, non fazioso e non di parte, distante dalle appartenenze e dalle parentele politiche di qualsiasi natura, pensando che un sito come questo possa aiutare a segnalare disagi ma non a risolverli, a manifestare anche la rabbia di taluni verso ciò che appare ingiusto, vi propongo una lettera di una lettrice del sito.

Per ovvie ragioni e tenendo presente quanto scritto in premessa, la pubblicazione di questa lettera  viene fatta senza nessuno strumento a disposizione sulla veridicità dei suoi contenuti ma basandosi esclusivamente su quanto essa descrive. La mittente precisa che è lei la sola responsabile di quanto scrive. Grazie, Antonio Masoni.

Ci scrive Maria Agostina Lattuneddu da Tempio

«Spett Galluranews, Mi permetto scrivere la presente per chiedere ospitalità nel denunciare, a tutti quelli che ti seguono, una “storiella” che ha dell’incredibile ma drammaticamente  reale. Le storielle,  ricordi d’infanzia, finivano quasi sempre con “vissero felici e contenti” …. questa mia, invece, quando mi darà un po’ più di serenità, anche se a tutt’oggi mi sta creando veramente grossissimi problemi, spero e mi auguro abbia un epilogo immediato e positivo. Prima di iniziare il “c’era una volta” mi preme chiarire che tutto quello che dico è ampiamente documentabile e che fare questi ulteriori passi ( quello di rivolgermi a Galluranews) mi  pesa moltissimo perché, purtroppo, nei vari documenti in mio possesso, risultano nomi e cognomi ed è per questo motivo che  ho cercato, prima di fare un movimento “più ampio”,di contattare i funzionari preposti più di  una volta, nei loro uffici, coinvolgendo addirittura anche terze persone che poco avevano a che vedere con il problema che in seguito espongo. Come è d’obbligo quando si entra in casa d’altri ( anche  se Galluranews è anche la mia casa perché leggo  spesso gli articoli che contiene) mi  presento: mi  chiamo Maria  Agostina Lattuneddu e qualcuno probabilmente mi conosce ricordando il mio nominativo in un articolo apparso sulla Nuova Sardegna il 10/11/2013 a firma di Angelo Mavuli. In sintesi, in quell’articolo, essendo assegnataria di  una  casa popolare scopro, dopo la delibera di assegnazione definitiva (prot. 8689 del 09/04/2013) che la casa assegnatami è occupata da  un abusivo ( per carità disgraziato come me) e che posso entrarne in possesso dopo la procedura di sfratto fissata per il 22/04/2013. Consapevole dei tempi burocratici e sempre facendo  spola in comune per avere notizie circa il mio eventuale trasferimento nella mia nuova casa, avverto un giusto fastidio da parte dei funzionari preposti circa la mia costante presenza e, sempre correttamente, sento da parte loro che la cosa sta  procedendo. Mi  decido di stilare un documento da sottoporre al Sig. Procuratore della Repubblica e il 17/06/2013 lo presento al protocollo perché possa ottenerne il numero. Dopo qualche giorno un’impiegata che lavora in procura mi riferisce che la mia denuncia è stata archiviata senza darmi  ulteriori spiegazioni . Qualche lettore, giustamente, penserà che la mossa migliore possa essere quella di rivolgermi ad un legale ma con quali soldi posso pagarlo, visto che non trovo uno straccio di lavoro e proprio perché non avevo la disponibilità  di pagare l’affitto sono stata sfrattata per morosità nella casa che occupavo? Insomma libero l’appartamento e qualche giorno dopo apprendo che a mio fratello è stata assegnata una casa. Comincio a vedere, dopo tanto buio pesto e porte chiuse in faccia, un po’ di  luce perché, almeno,  per qualche giorno e fino a quando non avrò un lavoro, potrò  avere un letto su cui dormire  e soprattutto un tetto.  Questa “luce” dopo aver visto questa casa si è trasformata in disperazione , pianto e depressione. Parrebbe che , quello che dico, sia un qualcosa di parte e quindi ingigantita in negativo, ma sono dispostissima far vedere le stanze con chiazze di umido impressionanti senza parlare, ovviamente, dell’odore forte di umido, a chiunque.. Potrei continuare a raccontare questa “storiella” ma mentre scrivo mi accorgo che qualche  mobile si sta  gonfiando … i vestiti miei e di mia figlia puzzano di muffa….e penso al rigido inverno tempiese che dovrò trascorrere qui, senza uno straccio di termosifone, senza un condizionatore, senza una stufa a pellet e la rabbia e la convinzione di  una “vendetta” nei miei confronti perché ho “osato” far scrivere un articolo sul giornale circa un’assegnazione di una casa occupata e per i sacrosanti diritti negati, prende il sopravvento. Non voglio  tediare il lettore con le mie disavventure che sanno del tragicomico ma concludo ponendo qualche interrogativo che martella continuamente la mia mente facendomi passare notti non certamente serene e giorni altrettanto agitati.

– Perché il mio posto in graduatoria per l’ottenimento delle case popolari quelle nuove e che dovrebbero essere consegnate ai primi mesi del prossimo  anno non è stato ora rispettato ed addirittura  trovo prima di me un extracomunitario ? ( Per carità non ho nulla contro queste persone che sono disgraziate come me ma, visto che la mia casa è stata occupata non certamente per mia volontà e mi è stato privato un sacrosanto diritto, perché non ho conservato , almeno, il punteggio che avevo prima?

– Perché mi si dice, solo  a parole, “hai ragione”, ma con i fatti non ho nulla in mano che  possa darmi  una certezza o garanzia ?

– Perché a mio fratello è stata data una casa popolare dove, in precedenza , si è pronunciato anche l’ufficio d’igiene classificandola non idonea? Forse perché qualcuno ha voluto, così perché non sono io l’assegnataria,  seppur indirettamente, farmi pagare salato  l’articolo sulla Nuova Sardegna?

– Perché certi  funzionari non si  mettono  un po’ nei panni di  persone disgraziate come me e cercano almeno di essere un po’ coscienti di quanto male possono fare e come la  disperazione potrebbe creare gravi danni?

Un ultimo interrogativo e, per ora, taccio…c’è qualche avvocato che a titolo gratuito e senza coinvolgerlo in questa  bagarre, possa aiutarmi a fare un esposto al Sig. Procuratore della Repubblica in modo che, quest’ultimo, possa fare  finalmente luce in questo buio totale che mi sta assillando da molti  mesi anche per non sentire da certe impiegate che la mia denuncia è stata archiviata.  Perché? Per quale motivo?

Grazie Galluranews dell’ospitalità, sarei ben felice intervenire prontamente per comunicare qualche esito positivo in quanto sono convintissima che, ancora, esistono persone buone, seppur pochissime,come quelle che mi hanno aiutata sopportata e supportata in tutti  i modi. Maria Agostina Lattuneddu»

Le macchie di muffa per l’eccessiva umidità
Macchie di muffa nel soffitto

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