Arzachena: minacce di morte ad un funzionario del comune. Il terrore di vivere sotto tiro.

Arzachena, 17 maggio 2014-

(AGI) – Una lettera contenente minacce di morte e’ stata recapitata al dirigente del settore Affari generali e Personale del Comune di Arzachena, Stefano Forgiarini. La busta, spedita dalla Corsica, conteneva anche una cartuccia. Del caso si stanno occupando i carabinieri che hanno già ascoltato il destinatario dell’intimidazione.
Considerato il raggio d’azione di Forgiarini, non e’ escluso che le minacce siano legate ai concorsi per la selezione del personale comunale.

Brutto affare sentirsi sempre sotto tiro della criminalità. Nessuno di noi credo pretenda di essere protetto da una campana di vetro antiproiettile e il lavoro che viene svolto può anche comportare dei rischi, specie quando le decisioni che dal nostro lavoro scaturiscono siano tali da indurre una parte dei destinatari alla non accettazione delle stesse. La cronaca ogni giorno ci rimanda questo genere di notizie che sono sintomo di malessere diffuso più di quanto si pensi e non sempre la nostra intelligenza è al servizio del buon senso. Bisogna essere sia dentro i vestiti di chi mette in atto una vendetta, sia pure sotto forma di minaccia, ma anche dentro quelli della vittima che da quel momento perde di vista la serenità e il suo equilibrio psichico. D’altronde, lo scopo spesso è solo quello, cercare di mettere la persona che subisce una lettera di morte nelle condizioni di sbagliare e di condizionare il suo operato futuro nel proprio lavoro verso una mancanza di fiducia e di correttezza. 

A La Maddalena, in seguito alle demolizioni, hanno recapitato lettere di morte ai lavoratori della ditta incaricata delle demolizioni dalla Procura per sottoporli a terrore, senza curarsi di nulla, né della loro vita e nemmeno delle loro famiglie così come dall’altra parte, cioè quella delle persone che hanno perso le loro case, si è pensato alle loro possibili sofferenze, in alcuni casi devastanti.

Le nevrosi non sono tanto malattie funzionali ma sono invece causate da rappresentazioni mentali sentite come inaccettabili: con esse il soggetto è in conflitto e le respinge nell’inconscio, da dove riemergono come sintomi nevrotici (Freud).

Questo aspetto distingue la minaccia dal semplice avvertimento, che contraddistingue di liceità, ad esempio, il comportamento del medico che avvisa il paziente sulle conseguenze nefaste della prosecuzione della sua alcool dipendenza.
Si è precisato che, poiché l’evento da cui dipende l’esistenza del reato consiste nel turbamento della psiche del destinatario, che si realizza con la stessa rappresentazione del male futuro, il nesso tra la condotta e l’evento dipende proprio dalla disponibilità di quel male da parte di chi lo prospetta. Il danno ingiusto prospettato può riguardare un bene giuridico qualsiasi, come quelli della vita, dell’incolumità fisica, dell’onore, del pudore, della libertà, ed anche del patrimonio, ove si profili un nocumento economico quale conseguenza di una possibile azione pregiudizievole dell’agente.

La minaccia è quindi una forma estrema di stalking, piaga morale ed umana che ha trovato nei giorni nostri una escalation eccezionale e di cui sono ogni giorno pieni i fatti di cronaca.

Non possono essere trovate soluzioni a questo stato delle cose se non quella di avere dei segnali forti del cambiamento che tutti auspichiamo ma di cui ci hanno fatto perdere la speranza. Resta la convinzione che se almeno il malessere diffuso avesse un colpo di scure,  con alternative valide e possibili,  e che si intravvedessero segnali forti da chi gestisce la cosa pubblica, una buona parte dei problemi di questo quotidiano cesserebbero di esistere.

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