Tempio Pausania, “Forse non tutti lo sanno, ma le visite intramoenia possono essere risarcite”. Scrive una lettrice

Tempio Pausania, 15 nov. 2018-

Una interessantissima notizia, da pochi conosciuta, ma che deve essere diffusa tra l’utenza che si rivolge al C.U.P. per una richiesta urgente di una prestazione clinica e la stessa non viene determinata nei tempi consentiti ma rimandata a data lontana.

Scrive un’anonima persona che sta seguendo la rivendicazione in atto all’ospedale Paolo Dettori dall’esterno e che si sente molto vicina agli occupanti.

« Ciao Antonio, scusa il disturbo ma volevo illustrarti un fatto che mi è capitato in prima persona e desidero mettere a conoscenza la cittadinanza tutta, nonché il popolo che lotta per le prestazioni mediche veloci abbattendo le liste d’attesa.  In questo periodo, non sto bene. Mi hanno diagnosticato una cervicobrachialgia da ernia C5-C6 ed il medico mi ha prescritto una visita neurochirurgica con digitare B ( breve entro 10). Chiamo il numero C.U.P. e mi dicono che il primo posto disponibile è al mese di maggio 2020. Si! Antonio Maggio 2020. Non trovando giusto rivolgermi ad un privato, leggo su internet un decreto legge n 124/1998 dove si afferma che per abbattere le liste d’attesa per esami che devono essere fatti entro un certo periodo di tempo, un malato si può rivolgere ad un privato in regime intramoenia, pagando il semplice ticket e il restante a carico dell’ azienda sanitaria. Nella seguente precisazione viene precisato meglio:

(LINK QUI FINANZA.IT) Tra prestazioni sanitarie che diventano a pagamento e fuga di medici verso la pensione, la Sanità pubblica naviga in acque sempre più difficili. Per il comune cittadino, il disagio probabilmente maggiore è rappresentato dalle lunghissime liste d’attesa per prestazioni negli ospedali pubblici, che costringono i pazienti ad optare per una costosa prestazione privata in modo da abbreviare i tempi. Tuttavia esiste un modo per ottenere la visita privata pagando però solo il ticket, come se fosse effettuata in una struttura pubblica. 

Il decreto legislativo del 1998, n. 124 detta infatti delle direttive ben precise in materia di liste d’attesa. Il comma 10 art. 3 stabilisce che le Regioni, attraverso i direttori delle Aziende Unità Sanitarie locali e ospedali, devono stabilire i tempi massimi che intercorrono tra la prestazione quando viene richiesta e quando viene erogata. Questo intervallo di tempo deve essere ben pubblicizzato e dovrebbe essere comunicato all’assistito al momento della richiesta della prestazione. L’articolo 3, infatti, tutela il diritto alla prestazione, e prevede che l’assistito abbia la possibilità di chiedere che la prestazione venga effettuata privatamente al costo del ticket, allorché i tempi massimi di attesa superino quelli stabiliti.

Lo conferma fra gli altri Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva(TDM): «Il diritto ad accedere alle cure pubbliche in tempi certi – spiega – nonostante sia previsto da una serie di norme, nella realtà è ancora troppo poco conosciuto dai cittadini e ostacolato in pratica. Tra le cause c’è la scarsa trasparenza delle amministrazioni sui diritti dei cittadini. Ciò alimenta le asimmetrie informative, che penalizzano ancora una volta i più deboli. Sul rispetto dei tempi di attesa, sul corretto esercizio dell’intramoenia e più in generale sul rispetto dei diritti dei cittadini c’è da migliorare ancora molto dal punto di vista dei controlli, troppo pochi e con molte falle”. 

La differenza di costo è a carico dell’Azienda Sanitaria locale. Se il cittadino ha l’esenzione dal ticket allora non paga nulla e il costo è a totale carico dell’Azienda Sanitaria locale.

Nel caso, come è accaduto in alcune realtà, che le ASL blocchino di fatto le liste di attesa, l’articolo 3 assicura ugualmente il diritto alla prestazione privata pagando il solo ticket. Bloccando le liste, infatti, l’ASL si pone nella situazione in cui non è in grado di svolgere il suo dovere nei confronti del cittadino.

Per far valere i propri diritti, il cittadino deve compilare un’istanza chiedendo la prestazione in regime di attività libero – professionale. L’istanza va intestata all’Azienda Sanitaria di appartenenza, ed è necessario allegare all’istanza la ricetta medica e la prescrizione del cup.

Alla luce di questa nota che ti ho allegato, mi sono presentata personalmente presso lo sportello del CUP di Tempio, che mi ha confermato che in tutta la Sardegna non era possibile effettuare la mia prestazioni entro 10 giorni se non prima di maggio 2020. Il CUP di questa alternativa ne era allo oscuro e sono sicura che ne sia ignara anche la maggior parte delle persone Infatti, ci si  rivolge ad un privato spendendo molti soldi. Come vedi nel link allegato che ti ho inviato, domani farò richiesta al Direttore Generale sui miei diritti e desidero che la comunità sappia che per abbattere le liste d’attesa può fare domanda all’ ATS di appartenenza e chiedere il rimborso sulle spese in regime di intramoenia.

LA RICHIESTA:

 

Questa richiesta, un cittadino la può presentare per  richiedere la visita specialistica a carico dell’azienda se questa supera il termine dell’impegnativa. Si parla ultimamente del diritto alla salute e questa potrebbe essere una strategia consentita dalla legge per risolvere numerosi problemi e gestire tempestivamente una malattia e trovare immediatamente le cure. Grazie Antonio.» (lettera firmata)

Antonio Masoni

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