Tempio Pausania, 15 feb. 2018-
Prendo spunto dall’ennesima dichiarazione di un membro dell’opposizione al governo regionale, il vice presidente forzista Edoardo Tocco al quale non mi accomuna alcun legane politico, né tanto meno una conoscenza diretta. I fatti, al contrario di quanto dichiarato dall’assessore e dal Presidente ATS Moirano inerenti una rapida soluzione di assunzioni a tempo indeterminato di nuovo personale nelle varie strutture ospedaliere (dovrebbero essere 1.000 nuovi assunti), dicono ben altro. Leggete cosa afferma nella nota il vice Presidente della Commissione Sanità Tocco:
” E’ l’ennesimo gioco di prestigio di una giunta inadeguata. La verità è che i tagli operati dalla riforma della rete ospedaliera rischiano di portare al collasso la sanità sarda. Basti pensare solo alle proteste dei piccoli ospedali (da Muravera a Isili sino a Sorgono) ormai sprovvisti personale all’interno delle corsie. Lo sblocco del turnover approvato dall’esecutivo è un tentativo per coprire i buchi prodotti dal riordino sanitario sardo. Il provvedimento consentirà l’assunzione, all’interno dell’Azienda tutela della Salute, di medici, infermieri e operatori socio sanitari nei reparti dei nosocomi isolani. Stranezze della politica – continua l’esponente forzista – Questa operazione è stata più volte auspicata dal nostro gruppo, ma gli appelli sono stati rigettati. La sensazione è che si tratti di una manovra puramente elettorale. Lo sblocco arriva in fortissimo ritardo rispetto ai tempi dettati dal piano di riforma e solo a ridosso dell’appuntamento con il voto. Un processo che, comunque, vede il gradimento della minoranza anche se occorre però dare centralità allo scorrimento delle vecchie graduatorie con tante figure professionali che attendono un inserimento nel sistema sanitario”
“Il piano della rete ospedaliera si attende il via libera del Ministero dell’economia e delle finanze, con il pericolo che vengano annullati diversi atti aziendali – conclude Tocco – che passerà al vaglio la appropriatezza e l’efficacia delle risorse messe in campo.”
Le parole di Tocco fanno il paio coi timori degli addetti ai lavori di cui da tempo stiamo esponendo il disagio, in termini di carenze di personale, di farmaci e presidi sanitari, di appuntament per visite specialistiche a 6/10 mesi, che vedono la sanità degli ospedali minata nelle sue fondamenta essenziali, quelli del mai applicato diritto alla salute pubblica sancito in costituzione. Abbiamo un termometro attendibile che è quello del nostro presidio ospedaliero, ne raccontiamo ogni volta i disagi, le continue proteste del personale, il prossimo sciopero degli infermieri di cui abbiamo dato notizia ieri da parte di un sindacato di categoria (Nursing Up), sappiamo quanta precarietà esista per assicurare prestazioni dignitose ai cittadini che giustamente le chiedono, per via degli svariati problemi oramai ben noti a tutti.
In questa fase, veramente drammatica, nella quale si rischia anche di perdere quanto con fatica si è lottato per mantenere, gioca un ruolo fastidiosissimo il prossimo appuntamento col rinnovo del governo, dove tutti promettono l’impossibile e dove anche la matrice tossica del governo regionale sta dando prova di assoluta incapacità in termini di risposte concrete alla Sardegna. Sembra di vivere una stagione interlocutoria dove la prossima fase sarà quella della distruzione di quanto da poco tenuto in vita. Appare una sorte segnata da anni che si è cercato solo di tamponare come meglio si è potuto, senza curarsi affatto del malato ma solo del proprio tornaconto ai fini elettorali. Le recenti prese di posizione, anche di altri presidi sardi come l’ospedale di Iglesias, con la responsabile del Pronto Soccorso dimessasi per una situazione insostenibile, lasciano intendere che presto anche in altri ospedali si potrebbe agire negli stessi termini. Peggio di un lavoro che manca è il lavoro che non si riesce più a fare per le ragioni di cui stiamo parlando. Chi è responsabile conosce bene come sia impossibile poter mandare avanti una quotidianità di impegni al limite dell’umana accettazione quando anche la volontà e lo spirito di abnegazione per questo lavoro vengono meno.
Come dire “Se non ci mettono in condizione di lavorare in sicurezza per il benessere dei pazienti, non possiamo trasformarci in farmaci e presidi indispensabili per la loro cura e assistenza”.
Già vi abbiamo raccontato di cosa sia lavorare in un ospedale quando manca personale, cosa sia lavorare anche senza avere a disposizione quanto occorre per un’adeguata assistenza, non c’è bisogno che ve lo diciamo, lo immaginate da soli.
La sanità non è bricolage dove ti arrangi se non hai una vite o una chiave a tubo. Se manca un farmaco devi correre a cercarlo, sempre che lo trovi da qualche parte.
Antonio Masoni