Tempio Pausania, Ospedale di Tempio, 1° giorno di occupazione. I diritti negati (1°).

Tempio Pausania, 18 ott. 2018-

Non c’era altra soluzione, bisognava andare al muro contro muro, contro chi ha voluto questa riforma ed un’azienda che ne avallato dal principio il piano di smantellamento. Nessuna via politica ha ottenuto dei risultati perché a nulla serve sapere che i servizi sono rimasti quando gli stessi sono del tutto depotenziati, carenti di personale, con reparti dimezzati nella disponibilità dei posti letto, reparti accorpati, città in ginocchio così come l’intero territorio che al Dettori afferiva, costretto ad andare fuori per un diritto inalienabile e calpestato senza ritegno. La città si è ribellata, un gruppo di cittadini stamattina alle 9.00 ha occupato pacificamente l’androne dell’ingresso principale, una invasione che non ostacolerà le normali funzioni operative ma servirà a informare quanti stanno prendendo coscienza della dura realtà alla quale ci hanno costretti per via di una strategia che viene dall’alto, alla quale nessuna espressione politica si è opposta se non per strumentalizzare gli avversari in Regione. Il territorio chiede risposte immediate, l’occupazione in queste ore ha già avuto consensi da quanti hanno a sorpresa visti i manifestanti porre striscioni e distribuire i volantini.

L’occupazione sarà ad oltranza, nessuno si piegherà né mollerà di un passo. Ci debbono restituire la piena operatività del nostro ospedale, le chiacchiere sono terminate così come la mediazione politica, ancora una volta diventata inutile e  strumentale. 

Il gruppo di cittadini cresce mano mano che si prende coscienza che le alternative non c’erano più, dopo 4 anni di incessanti manifestazioni, cortei, viaggi a Cagliari, esposti e denunce. L’azienda ha risposto sempre picche, di fatto non eliminando i servizi ma riducendoli a meri e vuoti apparati non più funzionali né utili ai bisogni della collettività.

Questo è il video della prima mattinata di occupazione con i momenti iniziali della protesta che, lo ripetiamo, non ha alcun interesse di parte o di partiti ma è in funzione della gente che chiede sanità, ne rivendica giustamente il ripristino senza giri di parole o vacue promesse che nessuno ha intenzione di ascoltare più.

Fatti, ci vogliono scritti e documenti che accertino il ritorno alla piena operatività del presidio dell’alta Gallura. L’interlocuzione non è più quella dei sindaci ma della popolazione gallurese. In questa battaglia comune agli amici di La Maddalena e Ghilarza che prima di Tempio hanno iniziato questa democratica e civile espressione della rabbia per lo scippo della sanità pubblica occupando i rispettivi presidi sanitari. 

Abali Basta!

Antonio Masoni

 

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