Tempio Pausania, Scheletri nell’armadio? Nel fiume le acque sono sempre limpide e potabili?

Tempio Pausania, 17 lug. 2018-

Mi domandano chi si nasconda dietro le maschere a cui non posso dare nomi e volto, ed avete ragione di chiederlo. La nostra curiosità, anche se si tratta di drammi umani e di vicende molto complesse, è la linfa che vorremmo sempre alimentare di nuovi capitoli e pagine. E’ facile lanciare un sassolino nell’acqua e aspettare che il cerchio inizi ad allargarsi, ed era solo questo il mio scopo iniziale. Tuttavia, non porterei alcuna riflessione in voi se non ci fossero altri sassolini, via via più grandi, che provino a fare cerchi maggiori. E lo farò, certo. Ho però precisato che non avere difese d’ufficio, anche per chi gode di libertà di opinione – vale per me come per chiunque altro – comporta conseguenze. Non è la prima volta che, dopo aver scritto qualcosa di eclatante, se ne subisca ostracismo a vita o altri possibili problemi di natura giudiziaria. Sono attrezzato per raccontare fatti anche scottanti ma sempre sulla base di oggettivi riscontri o a dubitare di qualcuno e qualcosa seguendo il filo della opinione personale, che conta quanto quella di chicchessia, quanto un post su facebook. Può essere diretto, veritiero, comprensivo di documenti probanti, ma resta sempre un post su una piattaforma web, qualche volta discutibile nella sua attendibilità. Per queste ragioni oggi lancerò un altro piccolo sassolino al quale darò anche un nome, posto che il primo lo si poteva chiamare “omertà e mafia bianca”.

In questa città, negli ultimi tempi logorata da instabilità politica nella squadra di governo alla quale si è cercato di porre rimedio, accadono fatti gravi di cui si ha notizia solo sotto traccia, un canale infinito sommerso, profondo quanto basta a dissuadere chiunque a farlo riemergere. Vero è che ci siamo abituati a tutto, a vicende giudiziarie che non hanno mai avuto risposte e colpevoli. L’Italia è una nazione che ha il maggior numero di scheletri nell’armadio, verità nascoste che fanno rabbrividire, cause legali che durano una vita e mezzo e poi vengono riposte nel classico “oblio” della prescrizione. Per starci dietro ci vorrebbe una settimana di stipendio di Cristiano Ronaldo (parliamo di Ronaldo, ossia di oltre 500.000 euro ogni 7 giorni) e anni di udienze, un devastante logorio psico fisico e economico in cui alla fine non  ricordi nemmeno quando è iniziato. Ti sembra di esserci sempre stato dentro. La vita cambia profondamente il suo corso, diventa un cammino in salita a cui mano mano contrapponi sempre meno energia e forza. Nel frattempo, ti sei anche ammalato. Hai perso il sonno, sei senza soldi, e sei costretto anche a “vivere”.

Per sgombrare il campo da qualche dubbio, posso solo dirvi che la politica in questo caso non c’entra, o almeno non come la possiamo intendere qui a Tempio pensando alle recenti diatribe locali. La politica locale, semmai, potrebbe controllare qualche movimento “strano” che avviene in altri settori della vita quotidiana, meccanismi di un sistema che presenta le stesse devianze ma al quale nessuno osa pensare perché “in quel fiume le acque sono sempre state limpide e persino potabili”.

La politica c’entra però se la riferiamo alle alte sfere, anzi alle altissime. La storia ha sempre riconosciuto le mele marce, “quelli che” la politica l’hanno scritta, ma ha saputo sostituirle con altre mele marce. Si dice: “e che ti aspetti?”, “è tutto un magna magna“, “sono tutti uguali”, “non si salva nessuno!”. Frasi che affollano il parlare quotidiano di tutti e che sono l’opposto di quel che significa politica che è di suo quanto di più elevato e nobile esista. Tant’è che dentro quelle frasi ormai abituali del nostro sentire, pur nella loro scarsa originalità, sono anche disperatamente vere, sempre riferite, si badi bene, alla politica nazionale. Quella politica è arrogante, populista, personalizzata quanto un beauty case, e marginalmente si occupa del popolo senza mai stracciarsi le vesti. Lo sappiamo e non ci meravigliamo, è l’Italia a cui non basta chi sbraita di pulizia morale, chi ricalcola un vitalizio o abbassa di un centesimo il prezzo della benzina. Chi ha avuto in questi anni la bontà di leggere qualche volta nella sezione di economia, ha avuto modo di pensare dove sta il cancro e ha saputo procurarsi da se i chemioterapici mentali per approfondire. Quella politica, questa politica, non ha strumenti per migliorare il corso degli eventi, spaventata da un qualsiasi proposito anti europeista che solo a parlarne, incute chissà quali timori. Perché, oggi stiamo meglio? O pensate di star meglio con questi più che con quelli? Vedremo cosa ne viene fuori, ma non voglio allargare ancora il cerchio nello stagno.

Non è la politica, lo riscrivo, implicata in questa disamina che chiamerò: “la mafia bianca è ovunque” anche in questo nucleo di circa 15.000 anime che si affannano a comprendere senza un elemento indicativo.

Faccio un esempio. In casa vostra avete consapevolezza di quanti soldi entrano e di quanti ne escano. Un bilancino mentale, anche scritto qualche volta, vi consente di far quadrare sempre i conti, entrate ed uscite, e cercare (ma quando mai ci si riesce!) a risparmiare qualcosa per un “non si sa mai” o un extra per qualche scappata dalla routine (un viaggio, una vacanza, etc.). Quello è il bilancio di una famiglia e il compito che ci attende è sempre lo stesso, far quadrare tutto. Immaginate ora che in un’altra casa, magari di fianco alla vostra, ci sia un’altra famiglia di cui pensate di sapere quali siano gli introiti perché conoscete il lavoro che il capofamiglia svolge. In questa famiglia, tanto per bene credetemi, apparentemente tutto si svolge con maniacale regolarità e seguendo ritmi sempre uguali. Potreste pensare che in quella famiglia possano esserci montagne di soldi, attività aggiuntive, pur lecite, interessi diversi e la costruzione di un vero sistema verticistico che sovraintende alla vita di tante persone? No, vero? Eppure a volte accade.  La cosa buffa è che questo sistema “silenzioso” ha dalla sua veemenza, accanimento, bugie, pressioni, violenze, come se fosse un centro di potere che non può trovare ostacoli nel suo agire ed è disposto a salvaguardare la sua integrità  a qualsiasi costo. D’altronde, “il potere logora solo chi non ce l’ha” come disse Andreotti. Aggiungerei che “chi  subisce il potere il logoramento lo vive”, sino allo sfinimento psico fisico ed economico. E poi, alla fine, chi ha subito ed è parte lesa, sarà responsabile e pagherà mentre il potere continua a scorrere indisturbato come un “fiume dove le acque sono sempre state limpide e persino potabili”.

Certe cose, però,  non si toccano, pena una vita futura a crogiolarsi nelle fiamme del peccato o, peggio, alla prospettiva di una lunghissima causa legale dalla quale si esce sconfitti.

Beh, il secondo sassolino l’ho gettato. Forse il cerchio è diventato un pochino più esteso.

“Salutiamo!”

Antonio Masoni

Related Articles