Tempio Pausania, “Sono arrivata in Sardegna 10 anni fa, la dipingo e ne racconto l’abito”. Cristina Maddalena, le sue opere alla Sala Biasi della Stazione.

Tempio Pausania, 14 lug. 2018-

La Stazione Ferroviaria di Tempio non ha più il traffico di treni, solo sporadicamente se ne vede qualcuno in transito. In Stazione c’è la biglietteria per gli autobus che qui vi sostano e vengono riparati, di treni solo qualcuno che arriva a bordo di vecchi locomotori per attività turistica. La Stazione ha però da qualche mese una intensa e prolifica vita culturale, grazie alla gestione del bar da parte della Pro Loco,  che vi ha individuato un luogo perfetto per alcuni eventi. Ieri è stato un’occasione importante grazie alla esposizione di opere di una pittrice che vive in Sardegna, a pochi chilometri da Tempio per un intero semestre. Splendida opportunità che si deve alla costante operazione di offerta di particolari e piacevoli incontri che si devono a Marco Muntoni che del bar è il gestore per conto della pro Loco, ma che tutti conoscono per la sua passione per il canto e per essere una delle voci del Coro Gabriel, protagonista e organizzatore anche di una serata musicale proprio nello stesso giorno della mostra d’arte.

Marco Muntoni

Scrivere di arte è sempre difficile, specialmente quando non si dispone di attitudini particolari o del senso critico che, oltre la soggettività di una valutazione, diventa indispensabile per un giudizio. Quando però hai la fortuna di incontrare l’oggettività di un’opera che parla sempre il linguaggio della perfezione, della somiglianza assoluta con l’originale rappresentato, ne diventi subito l’obiettivo macro a cui sfugge ben poco. Come una foto, che vive perché ha impresso un momento reale, i quadri di Cristina Maddalena, 53 anni, pittrice di Varese, sono documenti reali, momenti di particolari eventi della Sardegna che viaggiano dentro il passato ma sono la quotidianità di oggi, sono racconti degli abiti tradizionali e della vestizione. Un invisibile passaggio tra passato e presente,  impreziosito da immagini che parlano. Il mondo della donna sarda, nei momenti della sua bellezza, all’interno della sua storia, come la migliore delle eredità da tramandare alle nuove generazioni.

Cristina ha l’anima di chi della nostra isola ha colto le bellezze della storia, e le ha sapute trasportare su tele che sono racconti, non solo perché narrano ma anche perché dentro ognuno di quei volti e di quei momenti, c’è la vita,  l’orgoglio delle radici, ci stanno i valori delle donne sarde, gli stessi che lei ama e che sente propri.

Tutto nasce 10 anni fa, quando casualmente assiste alla Cavalcata Sarda del 20 maggio che le permette di conoscere gli abiti tradizionali della Sardegna. Lei comprese quanto agli inizi del ‘900 ve ne fosse di bellezza, di cura, di ricchezza, pur in mezzo alle difficoltà del quotidiano.

” La vestizione mi aveva affascinato. Era il modo di far capire il passaggio da una generazione all’altra. L’ieri di una madre che diventa l’oggi di una figlia in un abito. Non sono donne che si abbigliano per una sfilata, quella che poi tutti vediamo, ma che portano il loro bagaglio culturale attraverso un abito”.

Fantastica descrizione di una tradizione antica che rivive anche nelle opere di una pittrice sensibile, folgorata dalla Sardegna e dai suoi silenzi rumorosi. Gli stessi di Tisiennari, il piccolo borgo frazione di Bortigiadas dove trascorre sei mesi della sua vita col marito, Mario Bianchi, docente e fotografo molto conosciuto.

” Sono arrivata, come ogni anno, alla vigilia della Cavalcata Sarda, oggi sono qui in questo luogo magico per esporre i miei quadri. Per il tempo che resta in Sardegna, andrò da altre parti per lo stesso motivo. Mi attendono nuove esposizioni, e questo amore per l’isola che non ho mai vissuto per il mare. Raramente ci andiamo con Mario, ogni tanto, magari per un caffè. La Sardegna per noi è questo viaggio dentro le sue profonde radici, alla scoperta delle sue bellezze nascoste, nella ricerca delle anime che la vivono. Essere qui oggi, con le mie opere sotto quelle autentiche del grandissimo Giuseppe Biasi (Sassari, 23 ottobre 1885 – Andorno Micca, 20 maggio 1945), artista conosciuto in tutto il mondo, rappresenta per me un onore assoluto. C’è realismo, la quotidianità in lui, quello che cerco io raccontando l’abito sardo che è tradizione ma è soprattutto amore, c’è realtà in queste donne che hanno abiti ordinati, puliti, costruiti, bellissimi. Questo è il legame tra i miei quadri e le tele del Biasi perché si vedono le due epoche, la sua e quella attuale”.

Vi lascio alla intervista con Cristina Maddalena, pittrice che ha nel suo pennello una vocazione unica per la Sardegna e per i suoi abiti tradizionali. Non parlatele di costumi però, vi correggerà subito, e con ragione. La Cavalcata Sarda non è una sfilata e basta di costumi, è il racconto della nostra storia attraverso gli abiti di vita quotidiana.

Antonio Masoni

 

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