La Maddalena, 27 mar. 2017-
Era un nome che ricordavo sempre da ragazzo. Me ne parlavano i miei zii di La Maddalena e questo strano soprannome “Millelire” era qualcosa che non capivo a che si riferisse. Intanto l’origine del nome: Appartenente ad una famiglia di marinai (nota col nomignolo di “Leoni delle Isole”, trasferitasi dalla Sardegna in Corsica alla fine del Seicento, nella località di “Milleli”, della quale egli e i suoi antenati erano considerati i “re”, da cui trasse il cognome).
La curiosità su questa bella storia di eroismo è tornata dieci giorni fa quando, assieme ad Antonello Loriga, siamo stati al Tecnico Nautico che si chiama appunto Istituto Tecnico Nautico Domenico Millelire. Antonello, che in questa scuola insegna Fisica da qualche tempo, mi ha inviato queste due targhe che campeggiano all’interno dell’Istituto e che sono state scritte in dialetto maddalenino e in italiano dagli studenti per ricordare questo singolare personaggio e quelle gesta eroiche come di pochi altri sia dato conoscere.

Domenico Millelire, pseudonimo di Domenico Leoni (La Maddalena, 1761 – La Maddalena, 14 agosto 1827), è stato un ufficiale e patriota italiano in servizio nella Regia Marina Sarda; è storicamente considerato la prima medaglia d’oro al valor militare delle Forze Armate italiane.
Figlio di Pietro Leoni e Maria Ornano, fu il secondo di quattro fratelli tutti dediti alla Marina. Divenne celebre per la valorosa difesa dell’arcipelago della Maddalena dall’attacco, avvenuto il 23 febbraio 1793 da parte della flotta della Repubblica Francese, nella quale figurava, col grado di luogotenente, il giovane e futuro Imperatore di Francia Napoleone Buonaparte.
Nell’ultimo decennio del Settecento la neo-repubblica francese, spinta da mire espansionistiche, preme sui confini del Regno di Sardegna. I soldati di Vittorio Amedeo III contrastano efficacemente l’armata francese ai piedi delle Alpi ma i transalpini cambiano strategia: mettono a punto un piano per invadere la Sardegna per fiaccare così la resistenza del Regno. Una flotta di 22 navi, ben equipaggiate e armate, salpa da Bonifacio alle 4.00 del mattino del 22 febbraio e già alle 9.00 una parte delle truppe da sbarco comandate dai luogotenenti Bonaparte e Quenza si impossessano dell’indifesa isola di Spargi. Sull’isola della Maddalena intanto la popolazione civile viene evacuata nell’entroterra di Palau e ci si prepara alla difesa nonostante la manifesta inferiorità di uomini e mezzi. Sull’isola madre i miliziani sono circa 500 di cui la metà volontari e mal equipaggiati mentre sulla costa gallurese ci sono circa 200 combattenti, principalmente pastori e artigiani galluresi. La flotta Sarda è composta di due mezze galere, la Beata Margherita e la S. Barbara, di 4 galeotte e di legni minori, l’isola di S.Stefano è armata di tre cannoni e presidiata da 25 uomini mentre in quella della Maddalena sono presenti le batterie S. Andrea e Cavaliere.
La fregata francese Fauvette nel frattempo si avvicina all’isola madre ricevendo il fuoco dei cannoni della batteria Balbiano e quello delle mezze galere e viene costretta a ripararsi nella rada di Mezzo schifo dove cala l’ancora.
Nel pomeriggio, i francesi sbarcano, senza essere visti, sull’isola di S.Stefano, dove il luogotenente Bonaparte fa piazzare un mortaio d’assalto e alcuni cannoni che nella notte bersagliano senza sosta i forti maddalenini, la flotta all’ancora e lo stesso abitato della Maddalena. La situazione è grave e il nocchiere Millelire sa che La Maddalena non può resistere a lungo, prende il comando di una piccola lancia sulla quale è imbarcato il più grosso cannone della “Balbiano”, e lo trasporta a Punta Tegge nella parte ovest dell’isola per metterlo in batteria.
Da qui, con una pioggia di palle riesce a danneggiare la fregata “Fauvette” e costringerla a riparare in un luogo più sicuro per gettare l’ancora nella cala di Villa Marina a S. Stefano.
La vicina isola di Caprera non può più essere presidiata, gli uomini vengono richiamati per difendere il difendibile ma Millelire non si arrende e da Punta Tegge, dove si trova, concepisce un piano molto ardito: fa montare una batteria sul litorale della Sardegna per cannoneggiare le navi francesi ancorate nella Cala di Villa Marina.
Si imbarca sul suo lancione, scortato dalla galeotta Sultana e con l’aiuto di Tommaso Zonza, altro eroico Maddalenino, approda nei pressi di Palau e, con l’aiuto di alcuni pastori piazza il cannone da dove apre il fuoco sulla flotta all’ancora, la quale subisce danni pesantissimi ed è costretta nuovamente alla fuga ma Millelire ne anticipa ancora le mosse: Fa spostare la batteria a Capo d’Orso, a sud di Palau e colpisce ancora i francesi in fuga provocando un ammutinamento nell’equipaggio il quale, in preda allo sconforto, chiede di navigare in gran fretta verso la Corsica.
Il Generale Colonna-Cesari, Comandante della spedizione emana l’ordine di ritirata ma Buonaparte non ci sta e continua il fuoco sulla Maddalena che risponde, seppur a corto di munizioni. Il Nocchiere Millelire ora reimbarca il suo cannone sul lancione e insegue il convoglio nemico in una disordinata fuga, s’imbarca poi su di una scialuppa cannoniera e insegue, non ancora pago, la flotta francese fin quasi in Corsica. La ritirata di Napoleone diventa così d’obbligo.
Millelire morì nel 1827 e venne sepolto nella tomba di famiglia del cimitero vecchio de La Maddalena.
Onorificenze
Il 6 aprile 1793 Domenico Millelire, eroico nocchiere della Real Marina Sarda, venne insignito della medaglia d’oro con la seguente motivazione:
In seguito ad altre vittoriose battaglie ricevette anche la medaglia d’Argento al Valore Militare e la Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia e fu promosso prima a Sottotenente di Vascello, poi a Capitano delle Regie Truppe e, il 18 novembre 1815, a Comandante Centrale del Porto e Comandante della Piazza Marina di La Maddalena.
*****************************************************************************
Una storia di altri tempi, un atto eroico ed un esempio di come si deve concepire la propria fedeltà ad una città, lo sprezzo del pericolo e la strenua difesa dell’isola e dei suoi cittadini che sembrava impossibile. Un tuffo nella storia della nostra isola vicina, una vicenda che ha cambiato anche il corso della storia di La Maddalena che forse oggi poteva essere francese, come la Corsica, chissà!
Abbiamo voluto raccontarla, pensando che sia utile saperne di più su una figura eroica e leggendaria che nell’isola tutti conoscono ma che forse la maggior parte di noi ignoravano. Domenico Millelire è un eroe che ha lottato per la sua isola. Disposto anche a morire per essa.
Quanti eroi ci sono attualmente al mondo che avrebbero fatto come lui?
Antonio Masoni