Tempio Pausania, 7 ago. 2016-
Inaugurata con una cerimonia importante il 21luglio scorso, la Piazza Faber è uno spazio che in questi giorni è stata visitata da moltissimi turisti. Lo Spazio Faber, dove foto anche inedite del grande artista in vari momenti della sua vita personale e professionale, ne rappresentano una degna cornice, accerchiati dalla sua musica e immersi nel mondo Faber, era il valore aggiunto di una piazza esterna che in tanti avevano giudicato inadatta all’architettonica della nostra città.
A due settimane o poco più dall’apertura di entrambi questi spazi, appare quanto meno singolare che proprio lo spazio chiuso nei locali dell’ex ufficio turistico, sia stato chiuso per ferie. Allora ditelo, insomma. Che ne vogliamo fare del turismo a Tempio? Le poche risicate presenze di questi giorni, in cui ci sono persone che comunque preferiscono visitare una città che poco offre se non il suo centro storico e la sua fama di Città di Pietra, le vogliamo far andar via?
Le facciamo andare a Rinaggju? A fare cosa? Sembra che mentre il recente passato amministrativo, più volte accusato da chi ora guida la città, stia emergendo ancor più aggravato da un’inerzia che lascia basiti.

La piazza Faber con le sue vele, lo spazio omonimo che ripercorre la memoria sempre fresca di un grande artista, non penso meritino di ricevere anche questo ingiusto trattamento. Che almeno si fosse pensato a valorizzare questa piccola o grande risorsa – sarà il tempo a decifrare questa domanda – perché altro mi sembra non ci sia.
Così, mentre appare chiaro che non si vede l’ora che passi anche quest’estate, mentre si prospetta un autunno che non offrirà che foglie ingiallite, che facciamo? Aspettiamo il prossimo inverno per sfruttare il Limbara e le sue potenzialità di risorsa turistica?
Proteste e opinioni si diffondono nel web, calate anche nell’ironia che però fa solo sorridere e non ridere, ma tutto sostanzialmente tace.
Ad maiora? Ma si! Credo che, come disse un maestro di tennis ad un mio amico poco incline all’apprendimento di quello sport..” a questo punto, puoi solo migliorare!“. Non era un gran complimento, anzi, ma lui lo vide tale, e lo fece suo come un ossimoro della sua bravura tennistica: diversamente bravo insomma.
Antonio Masoni