Tempio Pausania, 2 giu. 2017-
La città sta vivendo il momento più caldo della protesta contro la paventata chiusura di alcuni reparti dell’ospedale cittadino. Oggi sono scese nell’agone della guerra senza quartiere le mamme, a sostenere la battaglia per il punto nascita, ieri presenti ai cortei per l’ospedale, domani ancora in corteo per smuovere dall’apatia chi non crede nella guerra per i diritti civili. Di qualche mese fa la loro testimonianza a questo blog, dopo un incontro con una consistente parte di esse in vista di una loro partecipazione alle manifestazioni pubbliche che si sono svolte in questi ultimi mesi, o in maniera autonoma, ma sempre aventi come tema centrale la NON chiusura del punto nascite e un eventuale potenziamento della struttura nel suo complesso. Ricordo ancora una per una le loro vicende, quelle narrate davanti alla telecamera. Tutte storie diverse, un solo punto in comune, il punto nascita non si deve toccare. Accorate e pronte a scendere in piazza, battagliere come in passato non accadeva, le Mamme di Gallura non sono un’associazione costituita ma una spontanea forma di collaborazione ed impegno atte a fermare la discesa negli inferi della sanità gallurese. Con molto piacere rammento i loro bimbi, i loro compagni, presenti ieri e anche oggi al loro fianco in questa battaglia che oggi ha avuto un primo risultato importante.
A Tempio, attorno alle ore 10.00, è arrivata una delegazione del consiglio regionale nelle persone degli onorevoli Edoardo Tocco e Giuseppe Fasolino, entrambi di minoranza ed entrambi di Forza Italia. Il primo è vice presidente della Commissione Sanità, il secondo è gallurese e riveste anche la carica di sindaco del comune di Golfo Aranci. Un momento di incontro, di scambio, nell’assoluta serenità di chi ha preso coscienza che, di questi tempi, bisogna lottare per avere almeno riconosciuta e ascoltata la propria voce. Nel reparto di pediatria si è svolto un flash-mob, un momento in cui si è, con convinzione, posto l’accento sui diritti negati o che stanno per esserlo, sulla impossibilità di uscire dai confini di questa Gallura dove sono nate e dove vorrebbero che nascessero anche i loro bambini.

Cartelli appesi sulle mura del reparto, innocenti scritte che chiedevano sostegno e risultati, uno striscione in cui ricordavano la loro identità, delle magliette disegnate per rammentare il loro impegno e poco altro. Dispiace venire a sapere che lo striscione e le scritte siano state poi immediatamente rimosse per decisione di una dirigente amministrativa, poco disponibile a quanto pare, a questa manifestazione.
Una particolare coincidenza con questo evento è stata la conferenza stampa, svoltasi in comune e di cui abbiamo già raccontato. Due di queste mamme, dopo il sit-in in ospedale, sono poi venute alla conferenza. Ada, ha anche espresso il suo parere e ricordato che cosa questo gruppo dal nome poetico e dolce della loro terra, Mamme di Gallura, stava chiedendo: Giustizia e Diritto alla Sanità Pubblica, secondo l’art. 32 della Costituzione Italiana. Questo chiedono e questo bisogna dare, anzi meglio dire “lasciare”.
La costituzione, così vilipesa e stracciata in questi anni di follia neoliberista, non è discutibile modificabile per una mera questione di numeri e di follie economiche come pareggio di bilancio, patti di stabilità o peggio ancora di debito pubblico. Termini, che la corrotta informazione di giornali e televisioni, sta facendo pesare sugli italiani perché l’Italia non è più uno Stato Sovrano ma una succursale di quel ridottissimo 1% della popolazione mondiale che detiene la ricchezza di quasi l’intero pianeta. Tutto muore così, attraverso una continua perdita dei nostri diritti, la discesa della ricchezza del popolo, la tassazione ovviamente altissima perché questo debito pubblico è nostro mentre in uno stato sovrano era la nostra ricchezza. Uno stato che fa deficit mica ha problemi se è padrona della propria moneta, emette denaro, fa spesa pubblica, per costruire benessere, strade, ospedali, scuole, lavoro e tutto gira. Così funziona l’economia, proprio com’era prima della sciagurata entrata nell’UE. Prestate attenzione alle date: dal 2000 entra in vigore l’euro, dal 2002 diventa moneta unica, da allora, mi sapete dire una cosa che abbia funzionato e che sia stata capace di trainare il resto? Su, su, che tanto qualcosa vi inventate, voi sciocchi euristi tifosi della schiavitù dei popoli, quella che stiamo vivendo anche affacciandoci alla finestra, mica in quei paesi che non aderirono al progetto UE dove la vita è possibile e tutto funziona.
Così oggi, per avere un diritto bisogna manifestare ed io credo nella lotta, nella forza del popolo, la sola capace di incutere paura ai falchi appollaiati nelle stanze dei bottoni, rapaci assassini delle nostre vite.
Ben vengano le Mamme di Gallura, benedetta la loro lotta se integrata alla capacità di intuire che insieme si abbatte il nemico, quel mostruoso cannibale che sta ingoiando tutti i nostri diritti e che certo non muore se ancora non si è capito chi sia, e come sta agendo, ogni giorno, nella nostra vita. Viva le Mamme di Gallura, Viva la lotta per unirci contro il nemico.
Antonio Masoni