Tempio Pausania, Pronto l’esposto alla Procura contro il ridimensionamento del Paolo Dettori.

Tempio Pausania, 10 feb. 2017-

Un esposto ben strutturato, articolato al meglio e arricchito di testimonianze di chi ha visto in questi anni scemare pian piano ridursi l’offerta di servizi sanitari del nostro ospedale, un presidio che lo ricordiamo ha un bacino di oltre 50.000 abitanti. 

Ho avuto modo di leggere l’esposto, su cui anche questo spazio web ha lavorato in questi anni raccogliendo testimonianze e provando anche a spiegare, attraverso l’ausilio di esperti del settore, alcune alchimie tecniche che mal si prestano ad essere capite senza una base di solida conoscenza sanitaria. Il Grazie di questa comunità, che allarga i suoi confini in Anglona e copre un territorio ben più vasto di quello rappresentato dai confini del distretto sanitario di Tempio, va alle due avvocatesse, Martinella Diana e Silvia Inzaina. Loro hanno curato nel dettaglio la parte giuridica senza nulla trascurare e, con grande umiltà, hanno chiesto a tanti di noi una piena collaborazione per supportare ciò che deriva da norme e leggi con il riscontro “in campo” che evidentemente è venuto meno molto di frequente in questi anni in cui Il nostro ospedale ha subito privazioni di ogni specie.

Stiamo pensando – ci dice Silvia Inzaina – di aspettare questo fine mese o l’inizio del prossimo per presentarlo. Vorremmo prima sapere alcuni sviluppi recenti come evolveranno

Su questo, si è tutti d’accordo, perché è vero che un reparto cardine dell’ospedale di Tempio, la Chirurgia, uno dei tanti fiori all’occhiello del presidio gallurese, subirà un contraccolpo mica da poco a causa della imminente uscita dal servizio (raggiunti limiti d’età) del suo responsabile, il Dottor Giordo e le conseguenze per ora non prevedibili di questa mancanza. Che succederà ora? Il reparto non può essere smantellato ma potrebbe essere privato di unità professionali che farebbero i girovaghi tra Tempio e Olbia senza contare sul supporto di un responsabile interno che, tra gli altri, ha anche il compito di tutelare e organizzare il lavoro del suo reparto. Quindi? Olbia terrà in pugno il reparto con un suo responsabile col dono mica da poco dell’ubiquità? O, sperando in una soluzione interna, il reparto sarà affidato alla responsabilità di un medico che già lavora qui? Ecco, questi sono alcuni sviluppi che si attendono per poter contare anche su una possibile ulteriore azione coercitiva dell’ASSL olbiese verso il nostro presidio.

Da parte mia, come gestore di un blog che ha accentrato il focus su questa tristissima vicenda sanitaria, posso lamentare solo un’apatia della politica governativa nei riguardi della questione Paolo Dettori. Mai si è avvertita così lontana la nostra classe politica regionale dai veri problemi della gente come in questi ultimi anni. Dalle scivolate del csx locale che ha portato in passerella i suoi rappresentanti in regione per farci raccontare barzellette sull’ospedale, alle scarse motivazioni che la stessa nostra attuale amministrazione è sembrata porre aldilà di uscite in grande spolvero o facili populismi acchiappapopolo.

Non ci sto, personalmente, a questa apatia che logora chi ha pensato insieme a tanti, direi a tutto un popolo arrabbiato, di poter fermare questo lento ed inesorabile processo di decadimento della sanità in alta Gallura. Più volte è stato detto, le ragioni non stanno nemmeno qui in Sardegna, ma nelle fulgidi ed eccelse menti di chi ha svenduto la nostra sovranità, anche di popolo e non solo economica, ad un’accozzaglia (e qui ci sta questa parola) che doveva pianificare la fine dello stato sociale. 

I ringraziamenti sinceri vanno a tutti coloro che hanno comunque lottato senza risparmiarsi

Grazie alla tenacia di alcuni esponenti “sani” della politica locale, grazie a chi ha buttato il cuore oltre l’ostacolo, infischiandosene delle appartenenze e delle tessere, grazie al popolo che ha sempre mostrato consenso e spirito partigiano verso queste vicende, grazie ai due legali che hanno gratuitamente offerto la loro capacità, ma  questa politica, del tutto inservibile, non la ringrazio.

Ogni azione a difesa dei nostri diritti deve avere sempre l’appoggio della politica, chiunque la veda estranea è in errore e non solo, diventa complice a sua volta delle ingiustizie che si stanno subendo. Quando la politica avalla qualsiasi atto privativo, induce alla disperazione la gente che vaga alla ricerca di una soluzione quando sta male, quando pensa “a noi non accadrà mai!”, si rende complice a meno che non tenti, ma questa ipotesi è lontana anni luce dalla testa dei politici, atti estremi che cerchino di sensibilizzare, unire, portare un popolo alla lotta.

Sinché un popolo non ha tentato ogni strada per scongiurare la fine, non si potrà mai dire “Abbiamo provato tutto!”. 

Nei prossimi giorni avrete delle informazioni sulla raccolta firme che accompagneranno l’esposto.

Antonio Masoni

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