Tempio Pausania, Carnevale 2017, una domenica così non la si può dimenticar. Folla immensa e una sfilata straordinaria.

Tempio Pausania, 27 feb. 2017-

Straordinaria domenica! Giornata indimenticabile che si attesta tra le più belle di questo decennio. Iniziamo dalla bella giornata di sole: un clima ideale di questo scorcio di febbraio che sta regalando mitezza e inaspettato caldo invernale.Mettici dentro una folla oceanica che ha affollato le vie di Tempio dal primo mattino, oltre 4.000 figuranti e ottieni quel che si dice: una domenica così non la si può dimenticar.

Bello tutto, dalla sfilata alla compostezza del pubblico – unico appunto l’imbuto umano creatosi in via Gramsci-, dalle bande di Ossi, Berchidda, Tempio e Aggius che hanno intonato melodie favolose alle coreografie curate nei dettagli all’allegria e al coinvolgimento genetico di chi assiste alle sfilate. Allegorie en pendant col momento critico della città e più in generale di questa Italia allo sbando, che hanno esaltato tutti i partecipanti per un attimo, giusto quello, di riflessione amara.Sappiamno prenderci in giro come pochi a Tempio, scherziamo dei drammi e sappiamo sdoganare anche le tragedie, filtrandole sempre col setaccio dell’ironia che è un po’ la nostra caratteristica principale. Ma parlare di Tempio, in questo Carnevale, è riduttivo e anche poco corretto, visto che ormai la festa è di un intero popolo e di una fetta di Sardegna che sta finalmente respirando l’aria dell’unione, sapendo che insieme si ottiene qualcosa.

Raccontarvi la sfilata? Ve lo risparmio, il video parla da solo per chi vorrà guardarlo e condividerlo con chi non c’era o non poteva esserci. Per chi c’era, narrate agli assenti di una giornata unica che ha evidenziato una volta ancora che il Carnevale di Tempio, preferisco chiamarlo della Gallura, è qualcosa che appartiene come un tatuaggio agli indigeni, una specie di marchio indelebile che già si vede nella tenera età di alcuni figuranti perfettamente calati nelle vesti che da grandi ne faranno i degni successori generazionali di questo patrimonio. Carnevale è cultura popolare ed è anche tradizione insita nelle genti di queste lande. Colpisce al cuore e, se per caso è la prima volta che ci capiti, ti farà ritornare perché diventa uno spettacolo che travolge anche i più moderati e tranquilli. E tu riconosci il gallurese più da queste peculiarità che da mille vocaboli che si perdono nel vento, come coriandoli.

Una Gallura che si è ritrovata in sinergia anche per questo magnifico evento, con la partecipazione di diversi paesi dell’hinterland e il contributo degli ospiti venuti anche da lontano. Accanto a me voci dal campidano, dall’Ogliastra, dal sassarese, da qualunque parte della nostra isola. Tutti potranno dire: io c’ero.

Per chi non c’era, credo che ci sarà al prossimo carnevale. Non conosci la Sardegna se non vieni una volta al Carnevale più pazzo della Sardegna.

Antonio Masoni

L’orchestra jazz funky di Berchidda, bravissimi – foto galluranews
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